È mezzanotte passata e tutti vogliono andare a prendere una cioccolata calda al bar.
-Ragazzi, io non vengo. So di essere pesante, ma sono stato male prima. Questa notte vorrei dormire-
-Sei sicuro?- domanda Saul premuroso
-Sì, voi andate. Tranquilli- risponde
-Se hai qualcosa dillo- Saul
-Sono semplicemente stanco con un po' di mal di testa e non ho voglia di cioccolata calda- spiega Giovanni
-Rimango io se vuoi, così se non ti senti bene non sei solo- dico
-Va bene- sorride
Tutti escono di casa e rimaniamo solo io e Giovanni.
-Allora fidanzatina mia, io voglio la cioccolata calda- dice entusiasta
-Ma scusa non hai detto che non ne volevi?- mi fa il suo solito sorrisetto –Se volevi rimanere solo con me bastava dirlo- continuo.
-Non volevo dare nell'occhio-
-E io che pensavo di fare un gesto eroico, rinunciando alla cioccolata per te-
-Dai vieni che la facciamo-
...
La cioccolata e in pentola e io sto girando con il mestolo di legno.
-Giovanni vieni qua, gira un po' tu!-
Viene da me e prende il mio posto, prendo due tazze dalla credenza, ma il mio occhio cade su quella bella cioccolata scura e densa nella pentola.
Inconsciamente ci ficco un dito dentro e, sempre inconsciamente, me lo ustiono. Urlo per il dolore e inizio a muovere la mano come se fosse un ventaglio, poi vedo Giovanni ridere e gli tocco il naso con il dito sporco di cioccolato bollente. Metto la mano sotto l'acqua calda e lo guardo. Non si sta per niente lamentando, si limita soltanto a pulirsi.
-Ti brucia?- mi chiede
-No, mi piace consumarmi le mani sotto l'acqua- faccio ironica
-E io che pensavo che, una volta fidanzati, saresti stata più dolce-
-Caso perso- dico guardandolo. Si avvicina a me e mi prende la mano col dito bruciato. La guarda e poi prende dei fazzoletti di carta.
-Questa è una cosa che facevo da piccolo quando mi bruciavo- bagna tutti i tovaglioli ed inizia ad avvolgermeli intorno il dito, come una fasciatura. Il dolore si allevia e subito dopo le nostre cioccolate sono nelle tazze.
Questa volta, prima di bruciarmi anche il labbro, giro e soffio bene la mia cioccolata. È proprio buonissima.
-Aspetta!- urla scattando in piedi -Usiamola nel modo giusto- continua.
Io non capisco cosa intende dire, ma sorrido.
Fa tutto lui, prende cuscini, coperte, accende la tv e fa partire un film. Prendo le cioccolate e le appoggio sul tavolino in vetro davanti il divano. Giovanni è già seduto sotto le coperte, lo faccio anche io e prendo le tazze. Il film inizia.
-Ho scelto un film che a me piace, certo non è ai livelli di Ouija o Saw, ma è carino-
-Ti prego horror no, li odio-
-Non è un horror, anzi è un film più da ragazze che da ragazzi-
-Come si chiama?-
-Città di ossa, primo della saga di Shadowunters-
-Ne ho sentito parlare-
Finisco la mia cioccolata, dopo poco anche Cic che, appoggia le tazze sul tavolino e si stende. Mi sdraio anche io, sono attaccata il più vicino possibile a Giovanni per non cascare dal divano, lui ha un braccio appoggiato sul mio busto e l'altro che mi abbraccia. Guardiamo metà film così abbracciati, poi al momento del bacio, beh c'era da aspettarselo, ci baciamo.
Io guardo lui negli occhi e lui me.
Bruscamente mi toglie lo sguardo e riprende a guardare il film, lo faccio anche io.
Dopo pochissimo, si alza e va verso il corridoio senza dire niente. Forse non si sente bene, mi alzo e lo seguo.
-Tara, non mi seguire- lo ignoro.
Entra nella stanza del pianoforte, che mi fa un certo effetto rivedere, anche se sono passate poche ore.
-Che hai?-
-Niente-
-Non credo che ti stai comportando da niente-
-Ho detto niente- alza la voce
-Vedi di abbassare il tono, se sono qui è perché ti voglio bene prima di amarti-
-Scusa-
-Mi puoi spigare che hai?- non mi risponde, mi vuole proprio fare incazzare.
Mi avvicino a lui che è di spalle e lo vedo piangere. Senza pensarci due volte l'abbraccio senza capire il motivo delle sue lacrime.
-Perché stai piangendo?-
-È difficile da spiegare- mi guarda. È bellissimo anche con gli occhi pieni di lacrime.
-Per te ho tutto il tempo che vuoi- si siede sullo sgabello del piano, io mi accomodo sulle sue gambe.
-Non dovrei essere felice- dice
-Perché no?-
-Mia madre ha avuto una grave malattia al cervello e in questo momento è a fare una visita di controllo. Io dovrei essere ansioso, ma sono strafelice di stare con te ora- si asciuga una lacrima.
-Non hai colpe- dico
-Questo lo so, ma comunque mi sento...- lo interrompo
-Non devi-
-Invece sì-
-E cosa avresti dovuto fare al posto di essere felice per noi? Deprimerti per una cosa che, come hai detto, è passata?-
-Non lo so-
Lo fisso bene negli occhi –tu non hai colpe-
Spazio autrice
Ciao tesori! Volevo chiedervi una cosa, avete canzoni da propormi per i prossimi capitoli?
Musa ispiratrice: Noemi Sataniello
Ancora una volta grazie di tutto, vi amo.
Baci Marty
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Ragazza non tumblr (#Wattys2017)
Fiksi Remaja"Così rara l'unione tra la bellezza e la modestia" "Se vuoi qualcosa che non hai, devi fare qualcosa che non hai mai fatto" -Fede, mi piace tantissimo come sta venendo la storia dei miei nonni, mi piace ancora di più come tu l'abbia trasformat...