Capitolo 36

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È mezzanotte passata e tutti vogliono andare a prendere una cioccolata calda al bar.

-Ragazzi, io non vengo. So di essere pesante, ma sono stato male prima. Questa notte vorrei dormire-

-Sei sicuro?- domanda Saul premuroso

-Sì, voi andate. Tranquilli- risponde

-Se hai qualcosa dillo- Saul

-Sono semplicemente stanco con un po' di mal di testa e non ho voglia di cioccolata calda- spiega Giovanni

-Rimango io se vuoi, così se non ti senti bene non sei solo- dico

-Va bene- sorride

Tutti escono di casa e rimaniamo solo io e Giovanni.

-Allora fidanzatina mia, io voglio la cioccolata calda- dice entusiasta

-Ma scusa non hai detto che non ne volevi?- mi fa il suo solito sorrisetto –Se volevi rimanere solo con me bastava dirlo- continuo.

-Non volevo dare nell'occhio-

-E io che pensavo di fare un gesto eroico, rinunciando alla cioccolata per te-

-Dai vieni che la facciamo-

...

La cioccolata e in pentola e io sto girando con il mestolo di legno.

-Giovanni vieni qua, gira un po' tu!-

Viene da me e prende il mio posto, prendo due tazze dalla credenza, ma il mio occhio cade su quella bella cioccolata scura e densa nella pentola.

Inconsciamente ci ficco un dito dentro e, sempre inconsciamente, me lo ustiono. Urlo per il dolore e inizio a muovere la mano come se fosse un ventaglio, poi vedo Giovanni ridere e gli tocco il naso con il dito sporco di cioccolato bollente. Metto la mano sotto l'acqua calda e lo guardo. Non si sta per niente lamentando, si limita soltanto a pulirsi.

-Ti brucia?- mi chiede

-No, mi piace consumarmi le mani sotto l'acqua- faccio ironica

-E io che pensavo che, una volta fidanzati, saresti stata più dolce-

-Caso perso- dico guardandolo. Si avvicina a me e mi prende la mano col dito bruciato. La guarda e poi prende dei fazzoletti di carta.

-Questa è una cosa che facevo da piccolo quando mi bruciavo- bagna tutti i tovaglioli ed inizia ad avvolgermeli intorno il dito, come una fasciatura. Il dolore si allevia e subito dopo le nostre cioccolate sono nelle tazze.

Questa volta, prima di bruciarmi anche il labbro, giro e soffio bene la mia cioccolata. È proprio buonissima.

-Aspetta!- urla scattando in piedi -Usiamola nel modo giusto- continua.

Io non capisco cosa intende dire, ma sorrido.

Fa tutto lui, prende cuscini, coperte, accende la tv e fa partire un film. Prendo le cioccolate e le appoggio sul tavolino in vetro davanti il divano. Giovanni è già seduto sotto le coperte, lo faccio anche io e prendo le tazze. Il film inizia.

-Ho scelto un film che a me piace, certo non è ai livelli di Ouija o Saw, ma è carino-

-Ti prego horror no, li odio-

-Non è un horror, anzi è un film più da ragazze che da ragazzi-

-Come si chiama?-

-Città di ossa, primo della saga di Shadowunters-

-Ne ho sentito parlare-

Finisco la mia cioccolata, dopo poco anche Cic che, appoggia le tazze sul tavolino e si stende. Mi sdraio anche io, sono attaccata il più vicino possibile a Giovanni per non cascare dal divano, lui ha un braccio appoggiato sul mio busto e l'altro che mi abbraccia. Guardiamo metà film così abbracciati, poi al momento del bacio, beh c'era da aspettarselo, ci baciamo.

Io guardo lui negli occhi e lui me.

Bruscamente mi toglie lo sguardo e riprende a guardare il film, lo faccio anche io.

Dopo pochissimo, si alza e va verso il corridoio senza dire niente. Forse non si sente bene, mi alzo e lo seguo.

-Tara, non mi seguire- lo ignoro.

Entra nella stanza del pianoforte, che mi fa un certo effetto rivedere, anche se sono passate poche ore.

-Che hai?-

-Niente-

-Non credo che ti stai comportando da niente-

-Ho detto niente- alza la voce

-Vedi di abbassare il tono, se sono qui è perché ti voglio bene prima di amarti-

-Scusa-

-Mi puoi spigare che hai?- non mi risponde, mi vuole proprio fare incazzare.

Mi avvicino a lui che è di spalle e lo vedo piangere. Senza pensarci due volte l'abbraccio senza capire il motivo delle sue lacrime.

-Perché stai piangendo?-

-È difficile da spiegare- mi guarda. È bellissimo anche con gli occhi pieni di lacrime.

-Per te ho tutto il tempo che vuoi- si siede sullo sgabello del piano, io mi accomodo sulle sue gambe.

-Non dovrei essere felice- dice

-Perché no?-

-Mia madre ha avuto una grave malattia al cervello e in questo momento è a fare una visita di controllo. Io dovrei essere ansioso, ma sono strafelice di stare con te ora- si asciuga una lacrima.

-Non hai colpe- dico

-Questo lo so, ma comunque mi sento...- lo interrompo

-Non devi-

-Invece sì-

-E cosa avresti dovuto fare al posto di essere felice per noi? Deprimerti per una cosa che, come hai detto, è passata?-

-Non lo so-

Lo fisso bene negli occhi –tu non hai colpe-

Spazio autrice

Ciao tesori! Volevo chiedervi una cosa, avete canzoni da propormi per i prossimi capitoli?

Musa ispiratrice: Noemi Sataniello

Ancora una volta grazie di tutto, vi amo.

Baci Marty

Ragazza non tumblr (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora