CHAPTER THREE

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Il lunedì successivo, Yoongi si trovava al suo armadietto. Non gli aveva mai attribuito un vero e proprio uso, oltre a metterci la giacca, cartacce inutili e altre cose. Sentì qualcuno afferrare la parte inferiore della sua maglietta e si girò.

Jimin era lì in piedi in tutto il suo splendore. Praticamente brillava. I suoi soliti pantaloncini dell'uniforme che abbracciavano le sue cosce e quelle dannatissime calze fino alla coscia. "Ancora squadrandomi?" ridacchiò Jimin, senza mai perdere il sorriso.

Yoongi scosse la testa, deglutendo. "Certo che sembra di sì," rise Jimin.

"Hyung!"

Yoongi si voltò per vedere Jungkook che correva verso di lui attraverso il corridoio a tutta velocità. Yoongi grugnì, sapendo che Jungkook lo avrebbe messo in imbarazzo.

La sera precedente aveva raccontato a Jungkook di quello che era successo durante la cena. Trascorse almeno dieci minuti ad ascoltare Jungkook che urlava ed esultava per ciò. Una volta che Jungkook arrivò vicino a Yoongi e Jimin, si piegò dal dolore, lasciando fuoriuscire nuvolette d'aria e cercando di recuperare il respiro. "Merda, non avevo realizzato che il corridoio fosse così lungo."

Jimin rise, e Yoongi alzò gli occhi al cielo. "Ciao, Jungkook," disse Jimin, i suoi occhi che si trasformarono in piccole mezzelune. "Quindi... voi due parlavate di qualcosa in particolare?" curiosò Jungkook, sollevando un sopracciglio.

Jimin girò di scatto la testa per guardare Yoongi. "Gli hai parlato della cena di ieri sera?" ansimò e Jungkook ridacchiò.

"Non preoccuparti, la tua identità segreta è al sicuro con me," affermò, posandosi una mano sul cuore come se stesse facendo un giuramento.

Jimin rivolse a Jungkook un'occhiata scettica, mentre le sue guance diventavano di un rosso acceso. Non era per niente com'era stato la sera prima.

"Io-uh, comunque parleremo più tardi, credo," si imbronciò Jimin, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe.

"Certo," annuì Yoongi.

"Comunque posso avere il tuo numero?" chiese Jimin, saltellando nervosamente sulle punte dei piedi. Jungkook rimase a bocca aperta, emozionandosi per il suo amico. Probabilmente era anche più emozionato di quanto lo fosse Yoongi in quel momento.

"Certo," Yoongi annuì, e Jimin si tolse la borsa dalla spalla, maneggiando al suo interno prima di trovare un quaderno e un'adorabile matita celeste con la punta soffice. Yoongi si voltò, prendendo il quaderno e la mattita, scrivendo il suo numero sul pezzo di carta con degli scarabocchi sopra.

Una volta scritto il numero, si voltò di nuovo per incontrare il viso di Jimin e gli porse il quaderno. "Grazie, ti scrivo più tardi," sorrise Jimin.

Yoongi annuì, e Jimin voltò i tacchi e si incamminò nella direzione opposta del corridoio verso i suoi amici.

"È così difficile da credere che una cosetta piccola come lui possa essere così-"

"Sexy," Yoongi terminò al posto suo, mordendosi il labbro inferiore.

"Dai, andiamo alla prima lezione."

-

Durante il pranzo Yoongi si avvicinò al suo tavolo con Jungkook, gli altri suoi due amici Namjoon e Hoseok che occupavano il tavolo da pranzo. Si sedette dalla parte opposta ai due, accanto a Jungkook.

"Non crederete mai cos-" Jungkook era sul punto di parlare, ma Yoongi gli pizzicò il braccio. "Zitto," lo fulminò Yoongi, e il ragazzo annuì. "Stavo dicendo, non crederete mai cosa mi ha preparato mamma per pranzo," Jungkook si accigliò.

"Oh," disse Yoongi, arrossendo leggermente. Stava un po' esagerando riguardo alla faccenda di Jimin. Le uniche persone che sapevano che fosse gay erano i suoi tre amici intimi. E supponeva di essere una delle poche persone a sapere che lo era anche Jimin.

"Tua madre ti prepara ancora il pranzo?" rise a gran voce Hoseok e Jungkook annuì, tirando fuori una tazza di budino. "Hai riso di me, ora non ne avrai neanche un po', stronzetto," sogghignò Jungkook. Il viso di Hoseok divenne triste. "Mi dispiace," si imbronciò Hoseok e Jungkook lo stuzzicò con il budino, aprendolo lentamente.

Yoongi alzò gli occhi al cielo, guardando dall'altra parte della mensa, dov'era seduto Jimin con i suoi amici.

Il ragazzo stava ridendo per qualcosa che avevano detto i suoi amici e Yoongi sospirò. "Stai guardando il tuo ragazzo di chiesa speciale?" sussurrò Namjoon.

"Cosa? No, lui non è... speciale," disse Yoongi, e Jungkook gli sorrise intenzionalmente, scuotendo la testa. Abbassò lo sguardo sul suo pranzo e mangiò senza proferire più parola. Non voleva parlare di Jimin in quel momento, o per niente. Quello che stava succedendo... se c'era veramente qualcosa che succedeva tra loro, era una cosa che riguardava loro due. Ora anche Jungkook, poiché era stato informato.

Yoongi si voltò per sbirciare velocemente Jimin, il ragazzo incontrò il suo sguardo e gli sorrise, salutandolo lievemente con la mano.

Jungkook non aveva bisogno di sapere tutto quello che accadeva.

Dopo che Yoongi ebbe finito il suo pranzo, si alzò per andare a prendere un sorso dalla fontana. Non appena uscì dalla mensa, Jimin lo seguì. Afferrò in una stretta la mano di Yoongi per fermarlo "aspetta, aspetta," fece frettolosamente Jimin.

Yoongi si voltò, e Jimin sorrise nervosamente.

"Non hai detto a nessun altro della cena, vero?" domandò, leccandosi nervosamente il labbro inferiore.

Yoongi desiderava ardemente baciare Jimin ogni volta che la sua lingua spuntava fuori per leccarsi le labbra.

"So che vuoi baciarmi, ma ora non è il momento," ridacchiò leggermente Jimin.

"Cosa? Io non voglio baciarti," rise Yoongi, imbarazzato.

"Se lo dici tu, ma non è questo il punto. L'hai detto a qualcuno?"

"Oltre a Jungkook, no," disse Yoongi, e Jimin rilasciò un sospiro di sollievo. "Grazie a Dio," disse Jimin, intrecciando le sue dita con quelle di Yoongi.

"Questa..." cominciò Yoongi, stringendo le loro mani unite "...non è una buona idea," disse Yoongi.

Jimin piagnucolò, lasciando andare la mano di Yoongi "non posso mai fare niente, non posso fare niente in pubblico e neanche nella mia stessa dannata casa."

Yoongi annuì, abbassando lo sguardo sulle piastrelle dei pavimenti di scuola. "Benvenuto al club."

"Perlomeno tu non devi realizzare le aspettative dell'essere il figlio del prete, si aspettano che io faccia tutto bene e sia il piccolo e perfetto ragazzo di chiesa," sospirò Jimin.

Yoongi si guardò intorno cautamente, non voleva che qualcuno li sentisse. Afferrò il polso di Jimin e lo trascinò nel bagno dei ragazzi. Per fortuna non c'era nessuno.

"La tua sembra una recita grandiosa nei panni del piccolo e perfetto ragazzo di chiesa," rise Yoongi, appoggiandosi contro uno dei lavandini. Jimin aggrottò le sopracciglia, dandosi la spinta per sedersi sul bordo del lavandino.

"È difficile avere una vita segreta," ridacchiò Jimin.

"Beh, quale parte di te è Hannah Montana e quale Miley Cyrus?" scherzò Yoongi.

"Che intendi?" rise Jimin.

"Qual è il vero te?" chiese Yoongi, posizionandosi tra le gambe di Jimin.

"Entrambi, sono sempre il figlio del prete, ma semplicemente non sono perfetto, non rientro esattamente nelle aspettative, ma devo fare finta di sì," disse Jimin, posando le mani sulle spalle di Yoongi.

Yoongi sorrise, annuendo, mentre si avvicinò e stampò un bacio sulla guancia di Jimin. Il ragazzo arrossì intensamente dopo il bacio, nascondendosi il volto dietro le mani.

"Suppongo tu sappia come essere cattivo."

bad side ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora