CHAPTER THIRTY THREE

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Yoongi beccava a malavoglia il suo cibo all'ora di pranzo e i suoi tre amici lo notarono. Non aveva ancora parlato loro della sua rottura.

"Lo finisci quello?" chiese Jungkook, vedendo il panino mangiato a metà di Yoongi. Quest'ultimo lo porse a Jungkook senza obiezioni e Jungkook inarcò un sopracciglio.

"Voi due di solito combattete per il cibo."

"Non ho fame."

"È a causa del video?" ipotizzò Hoseok, posando la testa sulle proprie mani. Lanciò un'occhiata a Taehyung, il quale gli sorrise in risposta. In seguito tornò a guardare Yoongi.

"Onestamente non me ne frega un emerito cazzo di quel video, sarò fuori di qui molto presto."

"Come se la sta passando Jimin?" chiese Namjoon.

Lo sguardo di Yoongi cadde. "Non saprei."

I tre lo osservarono in modo strano. "Cosa?"

"Abbiamo rotto," mormorò Yoongi sottovoce. Le bocche dei suoi tre amici si spalancarono non appena lo sentirono dire quelle parole.

"Perché?!"

"Suo padre."

"Ma anche tu sei il suo papi," si lamentò Jungkook.

Yoongi sospirò, non voleva più parlarne.

Jimin osservava Yoongi dal suo tavolo con occhi tristi e le sopracciglia aggrottate. "Mi manca," piagnucolò leggermente e Taehyung gli strofinò la spalla nel tentativo di consolare il ragazzo.

"Jimin, è stato un errore," scattò Jin, alzando gli occhi al cielo.

"Questa relazione è stata tutto fuorché un errore," ribatté Jimin e Jin gli rivolse un'occhiataccia malevola.

"Perché non me l'avevi detto? Non sono tuo amico? Avrei potuto metterti a posto o qualcosa del genere."

"È per questo che non te l'ho detto, l'avresti presa come se fosse un qualcosa che puoi mettere a posto. Non puoi. Io amo Yoongi e non c'è nient'altro se non l'amore per un altro ragazzo. Ti conviene superare la cosa se vuoi essere mio amico."

"Voglio dire, potresti anche amarlo, ma non potrete stare insieme," sbuffò Jin e il cipiglio di Jimin si intensificò.

"Siamo nel ventunesimo secolo, hyung. Ti consiglio di guardare in faccia la realtà e renderti conto che non tutti sono etero, perfetti o qualsiasi cosa ti venga in mente. Oh, aspetta, vuoi sapere cos'era perfetto?" domandò Jimin, nervoso. Non voleva sentir le lamentele del suo amico.

"Cosa?"

"La mia relazione con il mio fidanzato," sibilò acidamente Jimin.

"Basta," disse Jin.

"Oh, sì, tutte le volte che abbiamo dormito insieme e siamo usciti, tutto così fottutamente bello," scattò Jimin, sbattendo i pugni sul tavolo.

"Jimin, datti un calmata," lo avvertì Taehyung.

Jimin rivolse lo sguardo sul viso del più grande, stringendo con rabbia nella mano una piccola confezione di latte al cioccolato.

"Perché cazzo ci hai ripresi?" ribollì Jimin.

"Di cosa stai parlando?"

"Sei l'unico che avrebbe fatto una cazzata del genere."

"Andiamo, se non ti avessi esposto io, chi l'avrebbe fatto? Ti ho fatto un favore. Almeno le persone hanno realizzato che non sei il tipico ragazzino perfetto," disse Jin.

Ricevettero attenzione su di loro dai tavoli vicini, in particolare dal tavolo di Yoongi.

"Cazzo, credo che sia una buona cosa. Non voglio essere il figlio perfetto, voglio essere me."

Jimin poi si ricordò quello che suo padre gli aveva detto un giorno o due addietro.

-

"La gente dovrebbe dimenticarsi di ciò, voglio che tu sembri normale."

-

Jimin, però, non sapeva se ci fosse un vero e proprio "normale" oggigiorno. Suo padre gli aveva detto che voleva che lui facesse credere alle persone di essere solo uno stupido adolescente. Anche se queste non erano state le sue esatte parole, le aveva preso rigorosamente alla lettera. Insieme alla frase "è solo una fase."

Jimin si guardò intorno prima di posare il suo latte al cioccolato.

"A quanto pare vuoi essere qualcosa di terribile," sbuffò Jin e Jimin ne ebbe abbastanza. Strappò la confezione della bevanda prima di gettare il liquido sul maggiore, coprendolo di latte al cioccolato.

"Per cosa era?!" strillò rabbiosamente Jin, mettendosi in piedi. Cercò di pulire la macchina di latte al cioccolato sulla sua camicia.

Jimin sollevò il tono di voce, abbastanza da farsi sentire da tutti.

"Ero ubriaco la notte del ballo," dichiarò a voce alta e con la coda dell'occhio vide Yoongi fissarlo incredulo.

"È ovvio che non mi farei beccare neanche morto con un ragazzo... disgustoso," proferì Jimin prima di girare i tacchi e precipitarsi fuori dalla mensa.

Taehyung porse a Jin alcuni fazzoletti per pulirsi, mentre osservava la figura di Jimin farsi sempre più piccola. Non riusciva a credere allo scatto di Jimin con quell'ultima parte. Si voltò a guardare il tavolo di Yoongi, uno sguardo nostalgico sulle fattezze delicate del ragazzo insieme ad uno addolorato che prendevano possesso del suo viso.

"Torno subito," mormorò Taehyung a Jin, alzandosi e seguendo a ruota Jimin.

"È stato un po' crudele, non credi?" gli chiede Taehyung non appena lo trovò seduto in una vecchia classe.

"Cos'altro avrei dovuto fare? Non m'importa, Tae. Sono stufo di tutto. Voglio che le cose tornino alla normalità, prima che io e Yoongi ci mettessimo insieme."

"Non voglio che tu lo rimpianga."

"Lo farò, ma pazienza. È per il meglio."

-

Yoongi fulminò la figura ritirante di Jimin. Sentire Jimin ingigantire la faccenda in quel modo e fare quella scenata di fronte a tutti lo aveva ferito.

"Wow," commentò Namjoon incredulo per quello che era appena successo. Yoongi si voltò di nuovo verso i suoi amici. "Stai bene?"

Yoongi annuì, prendendo un sorso d'acqua.

"Ho le mani legate adesso, non ho voce in capitolo su cosa fa o dice, lui non è più mio."

bad side ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora