CHAPTER THIRTY TWO

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Jimin trattenne il respiro mentre entrava a casa sua, non avere avuto alcun contatto con Yoongi nel corso dell'intera giornata lo stava uccidendo. Inoltre, ciò non aiutava affatto i suoi nervi.

Era ansioso. E se suo padre l'avesse colpito? Se lo avesse buttato fuori casa? Non riusciva a mettere un freno a questi scenari per tutto il tempo, aggiungendo i pensieri riguardanti Yoongi.

Si guardò intorno per vedere suo padre, e lo trovò seduto al tavolo nella sala da pranzo, la madre al suo fianco con lo sguardo sulle proprie mani.

"Jimin, siediti."

Il cuore di Jimin accelerò i battiti, affrettandosi per sedersi di fronte a suo padre.

"Quel video, ti dispiace darci delle spiegazione?" domandò suo padre, la voce spaventosamente pacata.

"Papà, non era niente, lo giuro," implorò Jimin.

"Pensavo di averti istruito meglio di così. Un uomo non dovrebbe stare con un altro uomo."

"Non è un qualcosa che può essere insegnato, papà. Non puoi insegnare alle persone come non amare quello che non possono fare a meno di amare," spiegò delicatamente Jimin e suo padre sospirò.

Lo sguardo di Jimin precipitò sulle sue mani posate sulle ginocchia, e sua madre sospirò, volendo controbattere il marito. "Tesoro, non fare così, Yoongi è un ragazzino così dolce-" proferì la donna, cercando di far ragionare il marito.

"Non voglio che ti veda con lui, Jimin. Devi porre fine a qualsiasi cosa ci sia tra voi due. L'intera comunità ne è a conoscenza, lo hanno visto," disse il padre di Jimin. "Ci sono delle persone che mi si sono avvicinate per strada per chiedermi di ciò," proseguì in tono sommesso.

Nonostante Jimin fosse grato che suo padre non fosse stato avventato nei suoi confronti, il pensiero di non avere la possibilità di vedere Yoongi lo uccideva nel profondo.

"Io lo amo," sussurrò Jimin.

"Hai sedici anni, Jimin, vivi sotto il mio tetto, le mie regole e segui le nostre credenze."

"Non tutti ci credono, papà. Siamo nel ventunesimo secolo. Le persone sono più concessive adesso. Ci saranno persone che non lo accetteranno mai e poi mai, ma ci saranno anche quelle che-"

"Basta così, ti proibisco di uscire con Yoongi o passare il tempo con lui. Non potrai più vederlo neanche in chiesa, intesi?"

"Ma papà," piagnucolò Jimin.

"Jimin, tu hai rispetto di me o no?" chiese il padre con fare serio.

"Più di tutti," affermò Jimin.

"Allora rispetta il mio volere."

Jimin si alzò dal tavolo, chiudendo gli occhi e voltandosi per andare al piano di sopra. Voleva rispettare suo padre. Era grato che suo padre non fosse esploso di rabbia, era sempre stato un uomo calmo e razionale. Non aveva mai alzato la voce prima e mai lo avrebbe fatto.

Jimin entrò nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Crollò di faccia sul letto, tentato di gridare, ma si dovette contenere. Seppellì la testa nel cuscino, riflettendo sull'accaduto.

Avrebbe scelto il suo ragazzo? Beh... se dopo la lite sarebbero stati ancora insieme. Oppure avrebbe scelto di seguire il volere di suo padre?

Non sapeva quale papi scegliere.

-

Yoongi grugnì, mentre camminava verso la porta di casa sua. Girò la chiave e sorpassò lo stipite, ritrovandosi nel foyer. Si tolse le scarpe e cercò di salire le scale senza essere notato.

bad side ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora