Era un venerdì dopo scuola. Yoongi dovette subirsi la punizione per aver imprecato contro un'insegnante dopo che lei aveva provato a correggerlo. Non era del migliore degli umori quel giorno e lei aveva contribuito e basta. Una volta che ebbe finito, rimanendo una delle poche persone che si trovavano lì, uscì dall'aula utilizzata per le punizioni.
C'erano parecchi club che facevano attività dopo scuola, e vide Jimin affiancato dai suoi due amici, mentre camminava lungo il corridoio. "Jimin!" alzò la voce, facendo girare l'interpellato e i suoi amici. Jimin mormorò qualcosa a questi ultimi prima di avvicinarsi. "Hey, che ci fai qui?" domandò. "Potrei chiederti la stessa cosa," rise Yoongi, e Jimin fece un sorriso.
"Consiglio della fraternità cristiana, tu?" Jimin alzò gli occhi al cielo. "Punizione."
"Che hai fatto?"
"Insultato un'insegnante, cos'altro?" scherzò Yoongi, provocando una risatina a Jimin.
"Vieni a conoscere i miei amici, o come li chiami tu, il coro della chiesa," lo invitò Jimin, afferrando il polso di Yoongi e tirandolo verso i due che stavano conversando in lontananza.
"Ciao, ragazzi, questo è Yoongi," lo presentò Jimin.
"Frequenta la nostra chiesa, non è vero?" chiese un ragazzo, e Jimin fece di sì con la testa.
"Yoongi, questo è Jin e questo è Taehyung, i miei migliori amici," sorrise Jimin, lanciando un'occhiata a Yoongi. "Piacere di conoscervi, mi pare che abbiamo il corso di musica in comune," Yoongi fece un cenno verso Jin.
"Giusto, sei davvero bravo a suonare il pianoforte," annuì il ragazzo.
Gli occhi di Jimin si illuminarono al sentirlo. "Oggi andrò a casa insieme a Yoongi, se non vi dispiace, vi raggiungerò domenica," disse Jimin, sfolgorando un sorriso ai suoi due amici che annuirono "piacere di conoscerti, Yoongi," dissero entrambi simultaneamente. Una volta che sparirono dalla vista, Jimin si voltò verso Yoongi.
"Suoni il pianoforte?" domandò Jimin. Yoongi annuì, mentre Jimin intrecciava le loro dita.
"Allora dovresti saper toccare bene... intendo toccare i tasti del pianoforte, io uh- intendo. Merda, suona più perverso di quanto mi aspettassi e in un certo senso mi piace," balbettò Jimin, coprendosi la bocca con la sua mano libera, le sue guance che assumevano un colorito cremisi.
Yoongi distolse lo sguardo, imbrazzato. "Vuoi passare a casa mia?" chiese Jimin. Yoongi annuì, non volendo ancora incontrare lo sguardo di Jimin. "Sei adorabile," ridacchiò Jimin, mentre abbandonavano le porte di scuola, immediatamente lasciandosi le mani. Potevano tenersi per mano in pubblico o parlare. Tutti conoscevano la famiglia di Jimin, quindi se fossero stati beccati, la notizia sarebbe stata sicuramente giunta alle orecchie del padre.
"Dev'essere difficile, mantenere una reputazione come quella che hai tu," disse Yoongi, abbassando lo sguardo sulle calze di Jimin. Si leccò le labbra e il ragazzo ridacchiò, essendosi accorto dell'azione di Yoongi. "Ti piacciono?"
Yoongi annuì inconsciamente. "Già, è difficile, mia mamma vuole che io conosca una ragazza di chiesa carina e cose così, ma ovviamente io non voglio," sospirò Jimin, mentre imbucavano la via. Camminarono ancora per qualche metro prima di fermarsi di fronte alla casa di Jimin. Quest'ultimo fece alcuni passi in avanti per aprire la porta, sentendo l'odore del cibo delizioso che proveniva dalla cucina. Yoongi lo seguì a manetta silenziosamente.
Jimin sbirciò oltre lo spigolo, scorgendo in cucina suo padre intento a cucinare. "Papi, Yoongi resterà qui per un po', va bene?" chiese Jimin, e Yoongi fece un passo in avanti per far notare la sua presenza. Non stava prestando molta attenzione dopo aver sentito quello che aveva detto Jimin.
"Perché no, rimarrai anche a cena?" domandò il padre di Jimin.
"E-ehm, sì, se non le reca disturbo, signore," disse Yoongi.
"Certo che no," rispose il padre di Jimin.
"Ecco, papi. Staremo nella mia stanza," lo avvertì Jimin ad alta voce, conducendo Yoongi al piano di sopra nella sua stanza.
"Lo chiami papi?" domandò Yoongi e Jimin arrossì.
"Qualche problema?" chiese Jimin.
"È solo davvero... sexy," Yoongi scosse la testa, sedendosi sul letto. Jimin si avvicinò e si sedette accanto a lui.
Jimin annuì consciamente, mentre allargava le gambe un po' di più per attirare l'attenzione di Yoongi. Questi posò la mano sulla coscia del ragazzo, giocherellando con la parte superiore delle calze di Jimin.
"Puoi aiutarmi a toglierle, Yoongi hyung," sussurrò Jimin e Yoongi deglutì, scuotendo la testa. "N-non posso."
Jimin si imbronciò leggermente, accavallando la sua gamba sopra quella di Yoongi. Stringeva fermamente il viso di Yoongi, mentre baciava la sua guancia e la linea della mandibola. "Sei così timido," sussurrò Jimin, strusciando il naso contro la guancia del maggiore. Yoongi serrò fortemente gli occhi, sentendosi la gola secca.
Jimin spinse Yoongi sul letto in modo che fosse sdraiato sulla schiena. Avvolse la gamba intorno a Yoongi e gli si mise a cavalcioni. "Jimin," ansimò nervosamente Yoongi.
"Dai, hyung. Non era questo quello che volevi?" chiese Jimin.
Yoongi chiuse gli occhi, annuendo. Non sapeva perché fosse così timido con Jimin, quando era il primo a pensare un sacco di cose brutte da fare con lui.
Magari era veramente come un cane che abbaia, ma mai morde quando si trattava di Jimin.

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bad side ; yoonmin
FanfictionForse io sono il peccatore e tu il santo. ©MILKLIPS translated by parkfect