CHAPTER TWELVE

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Jimin grugnì, lanciando il libro sul letto. Si sentiva come se fosse stato tagliato fuori dal mondo, nonostante fossero passati solo un paio di giorni.

La scuola era noiosa come al solito e riusciva a stento a vedere Yoongi, poiché avevano una partita di basket e si allenavano come matti. Con grande sgomento di Jimin, non sarebbe nemmeno potuto andare a vedere la partita, anche se aveva praticamente supplicato i suoi genitori per lasciarlo andare.

Stava aspettando che sua madre finisse di prepararsi per andare in chiesa, suo padre invece era andato presto per preparare la messa.

"Pronto, tesoro?" curiosò sua madre, ficcando la testa nella sua stanza. Il ragazzo annuì, mettendosi in piedi e spolverando i suoi abiti da chiesa. Afferrò le sue scarpe eleganti e se le infilò. A sua madre era sempre piaciuto che fossero al loro massimo splendore per la chiesa. La seguì giù per le scale, e mentre lei prendeva la sua borsetta, osservò Jimin da capo a piedi prima di sospirare.

"I tuoi capelli sono un disastro," commentò, leccandosi la mano e cercando di far abbassare la chioma di Jimin. "Mamma, va bene," gemette Jimin, allontanando delicatamente le sue mani.

"Bene, bene, suppongo tu sia abbastanza grande da vestirti da solo," rise la donna. "Tu pensi?" Jimin ricambiò lo scherzo e risero entrambi, mentre uscivano di casa. Avevano un buon rapporto, i genitori di Jimin non erano cattivi, erano dolci e premurosi. Solo alcune cose li portavano a perdere le staffe e arrabbiarsi. E comunque lui era un bravo figlio, quindi non era mai accaduto prima che andassero su tutte le furie per qualcosa.

Sarebbe proprio uno spettacolo da non perdersi. I suoi genitori erano conosciuti per la loro calma e compostezza nelle situazioni.

Il ritratto della famiglia perfetta.

Questo era quello che pensavano tutti quando li vedevano.

La chiesa non era molto lontana, quindi erano sempre andati a piedi. Vivevano in una piccola comunità, perciò tutti si conoscevano tra si loro e tutto si trovava ad un paio di minuti di distanza.

Jimin e sua madre si incamminarono verso la strada che portava alla chiesa, Jimin che mormorava tra sé e sé.

"Quindi sono stato bravo per tutta la settimana, la mia punizione è finita?" chiese speranzoso Jimin, abbassando lo sguardo su sua madre che era più bassa di lui.

"Vediamo come va la chiesa," rise con leggerezza la donna e Jimin fece un gran sorriso, annuendo.

"Buongiorno!"

Jimin e sua madre si voltarono per vedere i Min che camminavano a pochi metri di distanza dietro di loro.

Il sorriso di Jimin si illuminò non appena vide Yoongi dietro i suoi genitori, che sembrava annoiato mentre era al telefono. Era ignaro di ciò che lo circondava.

La madre di Jimin sorrise, mentre aspettavano che li raggiungessero.

Jimin si precipitò velocemente in fondo per camminare accanto a Yoongi, che non sollevava lo sguardo dal telefono, con gli auricolari inseriti nelle orecchie. Jimin allungò il braccio per togliere uno di questi "giorno," sorrise Jimin. Yoongi lo guardò e il suo cipiglio si trasformò in un sorriso vedendo il più piccolo al suo fianco.

"Hey," salutò Yoongi.

"Ti trovo bene oggi," disse Jimin, guardando i jeans neri, la camicia bianca elegante e la cravatta che indossava Yoongi.

"Potrei dire la stessa cosa di te," rise Yoongi.

Jimin gettò curiosamente un'occhiata sulla cravatta di Yoongi "certo che sai annodarla proprio bene."

bad side ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora