CHAPTER TWENTY TWO

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"Hyung!" esclamò Jimin, vedendo Yoongi seduto sulla cattedra nella loro classe. Era l'ora di pranzo ed era la prima volta che vedeva Yoongi dopo il fine settimana. Né lui né i suoi genitori si erano presentati alla messa della domenica e Yoongi non l'aveva chiamato per niente.

Jimin gli saltò addosso, abbracciandolo stretto. "Mi sei mancato," piagnucolò Jimin, premendo le sue labbra contro quelle di Yoongi.

Si tirò indietro quando si rese conto che Yoongi stava solo mezzo ricambiando il bacio. Spalancò gli occhi non appena vide il suo viso pieno di lividi. Jimin baciò tutto il viso di Yoongi, premendo lievemente le labbra su ogni livido. Yoongi intrecciò le loro dita, abbassando la testa per appoggiarla sull'incavo del collo di Jimin.

"Quante volte ti ha colpito?" si preoccupò Jimin, passando le mani tra i capelli del maggiore.

"Ha fatto diversi round," mormorò Yoongi e Jimin chiuse gli occhi.

"Mi dispiace che sia accaduto, ma... perché non gli hai detto di noi?"

"Sapevo già che sarei stato nella merda, perché avrei dovuto trascinarti con me?" sussurrò Yoongi.

"T-tuo padre dirà qualcosa?"

"Preferirebbe stare zitto e odiarmi in silenzio piuttosto che dire all'intera comunità che suo figlio è, quoto, 'una disgrazia per la famiglia' e ha detto che non vuole essere umiliato."

"E tua madre."

"Se non avesse preso le mie difese, probabilmente mio padre mi avrebbe picchiato fino alla morte."

Jimin si sentì pervadere dai sensi di colpa, pensando che avrebbe dovuto mettersi in mezzo. Era un fidanzato terribile, questo fu tutto quello a cui riuscì a pensare durante tutto il weekend, che avrebbe dovuto essere lì e proteggere Yoongi come lui l'aveva sempre protetto.

"Hyung," gracchiò Jimin. Yoongi sollevò la testa dalla spalla di Jimin, guardandolo negli occhi.

Yoongi mormorò curiosamente, aspettando che Jimin continuasse.

"Mi dispiace di non essere stato lì per te," disse sommessamente Jimin e Yoongi si accigliò.

"Piccolo, non dire così."

"Ma non voglio che sembri unilaterale, tu fai sempre cose per me, mentre io non faccio mai niente per te e mi dispiace tantissimo."

Yoongi prese il volto di Jimin tra le mani, c'era una certa tristezza nei suoi occhi che Jimin non poté non notare, ma non sapeva a cosa fosse dovuta.

"L'unica cosa che voglio che tu faccia è restarne fuori, e quello che devi fare è restarne fuori," bisbigliò Yoongi.

"Cosa intendi con restarne fuori? Siamo entrambi dentro, non è forse così? Noi ci amiamo e-"

"Mi dispiace," sussurrò Yoongi, baciando le labbra di Jimin, cogliendolo di sorpresa. Lo sapeva da prima che Yoongi non avrebbe detto quello che avrebbe voluto sentire.

Il bacio era colmo di passione e amore, Jimin muoveva le labbra in sintonia, mentre Yoongi passava la lingua sul suo labbro inferiore. Jimin gli permise di lasciar scivolare dentro la lingua quando lo issò sulla cattedra. Le sue mani strisciavano sul retro della sua testa per fondere ulteriormente le loro labbra. Le mani di Yoongi in seguito scivolarono in basso lungo le cosce di Jimin, premendo leggermente sotto con i polpastrelli.

Quando finalmente si separarono, la bocca di Yoongi si spostò per sussurrare all'orecchio di Jimin.

"Non possiamo più stare insieme."

"Cosa?" chiese Jimin, e la sua voce si spezzò, mentre si allontanava da Yoongi per guardarlo, le braccia ancora abbracciate al suo collo.

"Mi dispiace."

"Non dire così, c-ci siamo appena detti ti amo," balbettò Jimin, mordendosi il labbro.

Yoongi passò affettuosamente la mano tra le sue ciocche, e Jimin abbassò lo sguardo. "È a causa di tuo padre?"

"Non vuole più che io ti stia vicino, ha detto che ragazzi come me non dovrebbero circondarsi di ragazzi come te," sospirò Yoongi e Jimin si aggrappò alla sua maglietta.

"Smettila, non dirlo, può funzionare."

Yoongi stampò un bacio sul naso di Jimin "è meglio che non funzioni, almeno per ora. Una volta che tutto si sarà calmato tra me e mio padre, cazzo, Jimin, ti bacerò davanti a tutta la scuola se dovrò. Io ti voglio e ti avrò, okay?" affermò Yoongi.

Jimin rise leggermente, adagiando la testa sulla spalla di Yoongi "che gran gesto romantico, ma penso che sarà grandioso solo il momento quando tornerai da me. Per favore, hyung, restiamo insieme, non devi lasciarmi."

"Non vuole che tu venga a casa mia e non possiamo possiamo fare niente a casa tua, perché i tuoi genitori sono sempre lì."

Jimin guardò in basso, borbottando qualcosa sottovoce che Yoongi non riuscì a cogliere.

"Cosa?"

"C'è sempre quella di Hoseok, i suoi genitori non sono mai a casa! Possiamo nuotare e cose così!" disse Jimin, speranzoso.

Era diventato fin troppo affezionato al più grande che non voleva proprio saperne di lasciarlo andare, anche se per poco.

Yoongi premette velocemente un soffice bacio sulle labbra di Jimin, prima di staccarsi, accarezzandogli la guancia.

"O-oppure qui, possiamo stare nella nostra aula all'ora di pranzo e-" Yoongi sospirò.

"Staremo ancora insieme, ho solo bisogno di spazio per un po'. Non voglio che mio padre ti scopra, lo direbbe a tuo padre e non voglio che accada."

Lo sguardo di Jimin cadde.

"Che ne pensa tua madre?"

"Adesso si comporta ancora in modo un po' strano, suppongo che non sappia come comportarsi, ma sta dalla mia parte quando mio padre prova a cominciare una discussione. Sta facendo del suo meglio, penso che debba solo farci l'abitudine."

Jimin si accigliò "farci l'abitudine?"

"Le ho detto che sono sempre lo stesso figlio che ha sempre avuto. Che ero gay fin dalla terza media quando ti ho visto, solo che ho tralasciato la parte che ti riguarda," spiegò Yoongi.

Jimin incontrò gli occhi di Yoongi, annuendo silenziosamente e scrutando il suo viso ferito. Aveva un aspetto... tenace.

Come non detto. Lui era tenace perché era in grado di sopportare suo padre in una situazione del genere, perché si presentava a scuola con tutti i lividi e tagli e camminava comunque a testa alta come aveva sempre fatto.

"Sei davvero coraggioso," sussurrò Jimin, strofinando il naso contro quello del suo ragazzo.

Jimin spostò le mani per stringere i fianchi di Yoongi, ma il maggiore sibilò per il dolore, agitandosi scomodamente. "Cosa c'è?" domandò Jimin, preoccupato.

"Il mio fianco," disse Yoongi.

"Fammi vedere," disse Jimin, ma Yoongi scosse la testa. "Non mi toglierò la maglietta."

"Oh, suvvia, bambinone, ho visto il tuo cazzo qualcosa come quattro volte, che c'è di male se ti togli la maglietta?"

Yoongi sbuffò prima di lasciar cadere ai lati le mani, permettendo a Jimin di sbottonare la sua camicia fino a rivelare il petto di Yoongi. Sfilò la camicia dell'uniforme per osservare meglio."

"Oh no, amore," ansimò Jimin, passando delicatamente le dita sul livido enorme.

"Non è niente," disse Yoongi e Jimin si chinò per baciare la ferita, prima di lasciare una traccia di baci lungo il torso e petto di Yoongi, facendo tremare il maggiore.

"Se non possiamo stare insieme per un po', facciamo in modo da ricompensare quel po'," propose Jimin e Yoongi buttò la testa all'indietro con un sospirò.

"Mi mancherai."

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I'm not crying, you are

bad side ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora