CHAPTER TWO

4.4K 447 554
                                        

Non appena suo padre suonò il campanello, il respiro di Yoongi si bloccò. Sua madre posò una mano sulla sua spalla "stai bene, Yoongi?" Annuì silenziosamente, quando la porta si aprì, rivelando la signora Park che sorrideva "benvenuti."

Yoongi sorrise, mentre sua madre le porgeva un piatto che aveva preparato per la cena e i tre la seguirono in cucina. Yoongi camminò dietro a loro controvoglia. Non voleva vedere Jimin.

Sentì una mano afferrargli il polso e tirarlo indietro. Si guardò alle spalle e vide Jimin. "Hey, sconosciuto," rise Jimin. Yoongi osservò il ragazzo dalla testa ai piedi, lasciandosi scappare un piccolo sussulto che fortunatamente Jimin non poté sentire. "Jimin," disse Yoongi.

Jimin indossava un paio di jeans di un blu pallido e una felpa rosa pastello ed era magnifico. "Vieni con me," lo invitò Jimin, prendendo la mano di Yoongi e trascinandolo su per le scale. Yoongi lo seguì in silenzio, quando Jimin si fermò davanti ad una porta. La aprì e gli occhi di Yoongi si spalancarono, vedendo la camera di Jimin. I muri erano di un bel grigio, le coperte bianche e blu. C'era una piccola scrivania bianca all'angolo e manhwa sparpagliati sul pavimento.

"Scusa per il disordine," sorrise Jimin, sedendosi sul suo letto. Yoongi annuì, restando impacciatamente in piedi all'entrata. "Non essere timido, hyung, vieni a sederti con me," sorrise Jimin, picchiettando il posto vicino a sé. Yoongi fece un cenno con la testa e si avvicinò lentamente. Non appena fu a portata di mano, Jimin lo tirò giù accanto a sé.

"Dovremmo davvero parlare di più, dico, andiamo a scuola assieme e anche in chiesa. Siediti con me domenica prossima," farfugliò Jimin, posando la mano sul ginocchio di Yoongi. Quest'ultimo gettò un'occhiata sulla minuscola mano di Jimin poggiata sul suo ginocchio, prima di guardare di nuovo il ragazzo.

"Sembra un'ottima idea," sorrise Yoongi, e Jimin annuì. "Quello che voglio dire è, ti vedo sempre nel corridoio, ci diciamo 'ciao' e cose così, ma io voglio avvicinarmi a te," disse Jimin e Yoongi poté sentire la mano del ragazzo risalire lungo la sua coscia.

"Avvicinarti?" domandò Yoongi e Jimin fece di sì con la testa. "Tanto," rispose Jimin, avvicinandosi a Yoongi. Quest'ultimo spalancò gli occhi, quando Jimin si chinò verso di lui. Si alzò velocemente dal letto, facendo cadere il minore di faccia sul letto.

"E quello per cosa era?" gemette Jimin, rottolando sulla schiena. "Io- ehm, volevo scendere al piano di sotto... dove sono i nostri genitori," disse Yoongi, passandosi la mano sul retro del collo.

"Giusto," annuì Jimin, scivolando dal letto. Si alzò e rise, mentre si dirigeva dietro Yoongi verso la cucina. Scesero le scale, vedendo i loro genitori intenti a preparare la tavola.

Una volta che tutto fu apparecchiato e gli adulti si sedettero, Yoongi trovò il suo posto. Sperava che Jimin non si sedesse vicino a lui, ma quella era l'unica sedia libera a tavola. "Grazie per averci invitato, signor Park," disse Yoongi. Jimin sorrise a se stesso, mentre mangiava con la mano destra, la sua altra mano era posata sulla coscia di Yoongi.

Yoongi osservò il suo cibo, sospirando. Jungkook si sarebbe subito una strillata da parte sua. Beh, probabilmente avrebbe adorato la storia, certamente si trattava più che di un semplice flirt. Era più di quanto pensasse.

Forse Jimin non era esattamente l'innocente ragazzo di chiesa che pensava che lui fosse.

Mangiarono in silenzio, mentre i loro genitori parlavano. Era imbarazzante per Yoongi, soprattutto con la mano di Jimin che non abbandonava mai la sua coscia. Ogni volta che doveva rispondere ad una domanda rivoltagli da uno degli adulti, finiva per balbettare, troppo preoccupato per la mano del ragazzo.

"Yoongi, dovresti passare qua più spesso, a Jimin probabilmente piacerebbe passare più tempo insieme," propose la signora Park.

"Mi piacerebbe davvero, potremmo giocare insieme," parlò Jimin, Yoongi annuì, realizzando che probabilmente Jimin intendeva un doppio senso.

Yoongi si morse il labbro, continuando a mangiare tranquillamente. Jimin non era chi pensava che lui fosse.

Francamente, Yoongi lo trovava dannatamente attraente.

Dopo che ebbero cenato, Yoongi decise di aiutare a sparecchiare. Si incamminò con i piatti in cucina con Jimin che ne portava altri.

"È stato divertente, eh?" chiese Jimin, mettendo i piatti sul bancone. "Definisci divertente," sbuffò Yoongi.

"Quello che faremo presto," ridacchiò Jimin e Yoongi annaspò. Voleva affrontare Jimin sul perché si comportasse in quel modo. Non che gli dispiacesse. Segretamente eccitava parecchio Yoongi, era solo curioso perché Jimin facesse la parte del santarellino davanti agli altri.

"Posso chiederti una cosa?" chiese Yoongi, mentre apriva il rubinetto per lavare i piatti.

"Tu sei-"

"Gay? Sì," sussurrò Jimin, interrompendo Yoongi. "Davvero?"

Jimin sorrise "pensavo che fosse abbastanza ovvio, altrimenti perché ti avrei toccato e provato a baciarti?" ridacchiò Jimin silenziosamente, non voleva che i loro genitori li sentissero.

"H-ho solo pensato che fossi una persona che ama il contatto fisico," Yoongi alzò le spalle. Jimin sbuffò, arricciando il naso. "Che ama il contatto fisico? Sì. Gay? Sicuramente. Represso? Cazzo, sì," fece Jimin, afferrando l'asciugamano per i piatti. "Tu lavi, io asciugo."

"Non sei come ti immaginavo," disse Yoongi, scuotendo la testa.

"Come mi immaginavi?" chiese Jimin.

"Beh, cioè, mi aspettavo che il figlio del pastore fosse... non lo so, un po' più santo," alzò le spalle con una leggera risatina.

"È la mia copertura, il mio alter ego," scherzò.

"Beh, funziona, ero definitivamente convinto che fossi un santo, uno carino."

"Pensi che sia carino?" ridacchiò Jimin, il calore che cresceva sulle sue guance. Yoongi annuì, mentre porgeva a Jimin un piatto pulito da asciugare.

"Perché non dovrei?"

"Più o meno pensavo che lo pensassi, sempre squadrandomi in chiesa, tu, peccatore," scherzò Jimin.

"No, io non uh... ti squadro?" chiese Yoongi impacciatamente.

"Quindi non mi guardi in chiesa?" chiese Jimin, facendo un passo verso Yoongi.

"Perché dovrei?"

"Rispondi tu stesso," mormorò Jimin, quando sua madre entrò in cucina.

"Tutto bene, ragazzi?" si interessò, poggiando delle tazze sul tavolo. "Tutto bene, grazie per averlo chiesto, mamma," rispose dolcemente Jimin, e Yoongi lo guardò con stupore.

Era come se fossero due persone differenti.

"Beh, meglio così, volete il dessert?"

Jimin e Yoongi annuirono. Una volta che sua madre si voltò per andarsene, Jimin sorrise a Yoongi, prendendogli il polso.

"Vuoi il dessert, hyung?"

bad side ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora