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Quando durante l'intervallo o il cambio dell'ora incontro Enrico per le scale mi sale una botta di felicità dritta in testa. Lui è bellissimo, ha sempre la felpa col cappuccio, a volte su, altre giù e i jeans con due piccoli strappi al ginocchio e che gli fanno un culo da paura. Qualche volta mi faccio coraggio e passando lo guardo negli occhi e allora lì sento come una scossa e sorrido come un demente anche agli stipiti delle porte. Altre volte invece ho paura di esagerare e guardo a terra, oppure verso il muro. Poi quando arrivo in classe mi sento come se mi avessero scartavetrato dentro. Faccio finta di niente. Carlo e Michela, i miei migliori amici, mi chiedono: che hai? Io resto zitto. A volte gli dico che ho mal di testa.

Curiosità LGBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora