(4/8) Omosessuali nazisti e la notte dei lunghi coltelli

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Storicamente, da un punto di vista simbolico, il 30 giugno 1934, la "Notte dei lunghi coltelli" (in Germania definito Putsch-Rohm), costituì per la minoranza omosessuale tedesca quello che il pogrom della Notte dei cristalli avrebbe costituito nel 1938 per quella ebraica, sancendo in modo per così dire "ufficiale" l'inizio della campagna repressiva (che però aveva avuto inizio in modo "ufficioso" fin dal 1933).

Oltre a ciò, l'episodio sancì la definitiva scomparsa delle illusioni nutrite dall'estrema destra del movimento di liberazione omosessuale di lingua tedesca, che contava esponenti come lo scrittore Hans Blüher, l'eccentrico artista Elisar von Kupffer o il medico Karl-Günther Heimsoth (l'inventore del termine omofilia), che simpatizzavano apertamente per il NSDAP. In queste cerchie l'alta posizione raggiunta da un omosessuale notorio come Ernst Röhm era citata quale esempio del fatto che il nazismo non era "in realtà" ostile agli omosessuali. La brutale liquidazione fisica di Röhm e di altre personalità omosessuali dei vertici delle Sturmabteilung (fra le quali lo stesso Heimsoth e Hans Erwin von Spreti-Weilbach), e ancora più la giustificazione dell'intervento armato (che erano ben altri) come purga della cricca omosessuale annidata nel nazismo, costituì un brusco risveglio per queste persone.

L'episodio sancì la sconfitta definitiva della loro aspirazione a strumentalizzare il "cameratismo" virile, caro ai nazisti, per nobilitare l'"amore virile fra maschi" e legittimare in chiave di "iper-virilità" il comportamento omosessuale. Questa visione era sempre stata in polemica con l'ala filosocialista del movimento omosessuale, accusata d'essere portatrice di una visione effeminata dell'omosessualità, propugnata da ebrei notori come Magnus Hirschfeld.

In un discorso segreto alle SS relativo alla liquidazione degli omosessuali, nel 1937, Himmler avrebbe addirittura citato espressamente le idee di Hans Blüher (che peraltro fu lasciato vivere indisturbato per tutto il periodo nazista), fra quelle che rischiavano di minare il nazismo:

[Ai giovani diciamo che] "Esistono soltanto le amicizie tra ragazzi. Sono gli uomini che decidono, sulla Terra", gli diciamo. La tappa seguente è l'omosessualità. Sono le idee del signor Blüher"

Questo collegamento fra nazismo ed omosessualità fece presa in particolare fra gli oppositori antinazisti, che spesso condividevano, nei confronti degli omosessuali, gli stessi pregiudizi nutriti dai nazisti. Da qui si diffuse l'accostamento fra decadenza, omosessualità e nazismo, contro cui invano combatté un omosessuale lucidamente antinazista come Klaus Mann.

Il radicamento di tale luogo comune è dimostrato dalla testimonianza relativamente tarda del film La caduta degli dei di Luchino Visconti (che pure fu notoriamente omosessuale), nel quale degenerazione morale nazista e pratica dell'omosessualità vanno di pari passo.

Eppure, la vera motivazione della "Notte dei lunghi coltelli" non ebbe nulla a che vedere con l'omosessualità. L'eliminazione di Röhm fu resa necessaria dal fatto che egli era un uomo troppo potente, che aveva ai suoi comandi una temibile forza paramilitare, e che si attardava a concepire il nazismo come un movimento rivoluzionario, e perfino nazional-socialista, in un momento in cui esso era ormai nei fatti un regime ultraconservatore.

L'omosessualità di Röhm, che non aveva costituito un ostacolo alla sua carriera fino a quando egli era stato in sintonia con le gerarchie naziste, divenne così all'improvviso un utile pretesto per giustificarne l'eliminazione fisica e la necessità della "purga" del suo "corrotto" entourage.

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