Capitolo 31

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"A un cuore in pezzi
Nessuno s'avvicini
Senza l'alto privilegio
Di avere sofferto altrettanto."

- Emily Dickinson

Lo guardavo mentre controllava che tutto fosse in ordine, dopo qualche secondo decise di chiudere il cofano dell'auto, per poi voltarsi verso me e la mamma. "Mi mancheranno tantissimo le mie donne." Ci abbracciò entrambe, e noi rafforzammo quell'unione. "Ci mancherai tanto anche tu!" Sprofondai con il volto nel suo collo, il suo profumo era casa. "Sii prudente sull'auto, ci sono persone che corrono come dei matti." Lo sguardo di mia madre era fermo e deciso, ciò faceva intuire la sua preoccupazione e serietà. "Tranquilla amore, andrò pianissimo." Le sorrise, liberandola da quel peso, che la teneva sull'attenti fin troppo.
Papà si mise le mani in tasca e cacciò, da una di esse, le chiavi dell'auto, non lo avrei visto per qualche mese, ero abituata a star senza lui e la mamma per qualche settimana, ma non di più.
"È ora, devo avviarmi." Si avvicinò a me e avvolse il mio corpo tra le sue  braccia, non ne avrei avuto mai abbastanza. "Fa' la brava piccola Ade!" mi baciò la fronte, come quand'ero piccola, come sempre. Annuii e lo lasciai alla mamma, si scambiarono un dolce bacio a stampo, così piccolo, ma immenso. Si allontanò e salì in macchina, accese il motore e piano uscì dal vialetto. Io e la mamma eravamo vicine, lo salutammo con le mani in aria finché la macchina non si allontanò del tutto. Ci girammo per entrare in casa, mia madre mi sorpassò e nel momento in cui poggiai  il piede in casa un forte boato fece sobbalzare me, ma soprattutto l'intero vicinato. Rimasi ancorata lì, gli occhi spalancati, mia madre corse da me, volto uguale al mio. Feci un passo indietro uscendo fuori del tutto, gli antifurti di auto e case rimbombavano nella mia testa. Uscii dal vialetto per poi ritrovarmi in strada, sentii altre voci, persone preoccupate. Guardai dritto a me, vedevo fiamme, nere. Avanzai a passo veloce, sempre più gente usciva dalle proprie abitazioni, ancora in vestaglia, erano appena le 8 del mattino. "Adelaide!" sentii mia madre chiamarmi, non le diedi importanza.
Un uomo corse verso di me e iniziò a urlare, "è scoppiata un auto" lo guardai e corsi, mi avvicinai sempre di più al fumo, mancava poco.

"NOO!" urlai il più forte possibile, "allontanati, sta per esplodere!." Mi tirarono indietro, era la macchina di mio padre. "Nono, è mio padre. Mi lasci." Riuscii a liberarmi e corsi verso la portiera del guidatore.
Urlai dallo spavento appena vidi il suo volto..  era bruciato. "PAPÀ." Sentii i miei polmoni esplodere, un'aria calda colpire il mio corpo, che si alzò dell'asfalto. I miei occhi si chiusero d'impatto e il buio mi circondò.

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È mio padre

Quello che vidi mi spaventò,
era bruciato, il suo volto..

I miei occhi ripresero a vivere, si aprirono cautalmente e mi fu impossibile non riconoscere quelle mura. Ero in ospedale. "mamma" La chiamai con un tono abbastanza alto, rifeci la stessa cosa e dopo qualche secondo di attesa la porticina verde acqua si aprì.
Era distrutta, bianca come il latte, occhi sprofondati per la mancanza di sonno e rossi per il pianto. Si scaraventò su di me abbracciandomi, strinse forte le sue braccia e iniziò a piangere, un pianto colmo di dolore. Il mio sguardo rimase impassibile, non volevo conoscere la verità, non accettavo la realtà, era troppo cruda e irrazionale. "Ade.." la sentii a malapena, "mi dispiace."

Urlai, ecco cosa uscì da me. Urla, forti e piene di rabbia, dolore, sfogo.
Non riuscivo a parlare, sentivo tutto nella mia testa, le parole erano rimaste lì e per il momento, non volevano uscire. Mi contorcevo su quel lettino, mia madre si allontanò con gli occhi dilatati, aveva timore.. era solo spaventata, lo sarei stata anch'io nel vedermi. Fecero irruzione nella stanza due infermieri; una donna e un uomo. Lei venne dritta da me bloccandomi, mia madre piangeva. L'infermiere la portò fuori e sentivo i suoi occhi fissi su di me, io guardavo il nulla, mi dimenavo come una pazza psicopatica, quello mi sentivo e quello facevo. La donna chiamò aiuto e subito un'altra infermiera venne in suo soccorso, o forse mio. Mi bloccarono le braccia e poco dopo il ragazzo ritornò con una siringa tenuta ben stretta nella sua mano destra. Mi guardò e con un colpo netto infilò l'ago nella mia carne, sentii il liquido scorrere nelle vene e giusto due minuti le urla cessarono, le mie gambe si arresero, la testa smise di andare a destra e sinistra, gli occhi si chiusero ed io caddi in un sonno profondo.

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Pesante, ecco come mi sentivo. Era una sensazione strana, come se mi tenessi in braccio e mi sentivo pesante. Tutto era opaco, mosso, l'effetto dell'alcool non era nulla in confronto a ciò. Le mani erano due massi di cemento, gli occhi non ruotavano, stanchi anch'essi. "Ade" Sentii una voce, non capii bene chi fosse, anche l'udito era andato. "Ade come ti senti?" mamma, era mamma. Si avvicinò al mio volto, cosicché potessi vederla. Le mie labbra erano salde, non si muovevano di un centimetro, cosa diamine mi era successo?!

Mi accarezzò il viso, "ti senti meglio?". Ricordavo a tratti ciò che era successo poco prima, feci sì con la testa. Mia madre sorrise e pressò le labbra cercando di non piangere. "Amore mio, è successa una cosa terribile.." prese del tempo, strinsi le palpebre, iniziavo a ricordare, l'ho visto con i miei occhi. "Papà non ce l'ha fatta." Iniziò a singhiozzare, girai il volto dalla parte opposta, non riuscivo a guardarla, non volevo. Lei si allontanò e ritornò sul divanetto accanto al letto, non piansi, non sentivo emozioni, o forse sì, ma era una situazione in cui non riuscivo a dare risposta.
Come quando sei in guerra, stai combattendo e ti senti invincibile. Stai dando il meglio di te, sei forte, poi arriva un solo colpo. Quello più dolente, e tutto cede. Sei lì e non puoi far nulla, devi lasciarti andare a ciò che sarà il tuo destino, a ciò che sarà la tua fine.

Mio padre era morto, lui ha perso questa guerra. Io però sono qui, e la continuerò!

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Non so cosa mi sia successo, mi sono capitate tante cose.. non riuscivo a scrivere poiché ero bloccata da qualcosa che mi teneva stretta a sé.
Mi dispiace davvero tanto, ma non è stato un periodo molto positivo.

Adelaide non è finita, ed io la porterò a termine.

Questo è solo l'inizio❤

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- Autrice


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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07, 2019 ⏰

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