Un'altra centesima rissa, sentii il sangue colare dal mio naso. Guardai il ragazzo a terra che cercava di alzarsi con l'aiuto di una mano, lo guardai disgustato dandogli un calcio nello stomaco, gemette dal dolore e si accasciò nuovamente sull'asfalto. L'osservai con un sorriso stampato in faccia, brutto bimbo minchia di merda!
Mi leccai le labbra bagnate dal mio stesso sangue e dopo presi per il colletto il ragazzo e lo trascinai lungo la strada fino ad arrivare ai bagni di servizio di quel lurido posto. Con tutta la mia forza lo alzai facendogli sbattere la testa contro il cemento e gli sputai in faccia il liquido rosso che continuava a uscire dal mio naso, lo guardai ancora sorridendo. Stava morendo, mi fece piacere, gli alzai la testa in modo tale da guardarlo in faccia e parlai."Brutto stronzo di merda, ti avevo avvisato ma tu non mi hai dato ascolto." Dissi quasi sussurrando.
Sentii gli altri alle mie spalle che mi incitavano a dargli un altro calcio ed io li accontentai. Il ragazzo gemette nuovamente poggiando la testa sulla mia spalla dal dolore, gliela presi sbattendola nel cemento più forte di prima. Iniziai a respirare affannosamente, mi stavo stancando di perder tempo con questo ragazzino.
"Hai parlato male di mia madre ed io non te la farò passare liscia." Gli urlai in faccia stringendo il pugno pronto a tirarglielo in faccia.
Ero pronto a parcheggiargli in faccia il mio pugno ma qualcuno mi tirò indietro, un'altra persona prese il ragazzo e lo portò via. Guardai la scena senza dire una parola, perché cazzo l'avevano fatto, stavo per ammazzarlo a quel bastardo. Mi aggiustai la giacca di pelle girandomi verso il mio amico che poco fa mi aveva tirato.
"Hai maltrattato la mia giacca, stronzo!" Quasi sbraitai prendendo il pacchetto di sigarette dal mio taschino.
"Scusa Zayn, ma dannazione, lo stavi ammazzando.." Mi rimproverò il riccio.
"Ha offeso mia madre." Sputai mettendomi la sigaretta tra le labbra.
Sentii la miscela di tabacchi in bocca, le Lucky Strike erano le mie sigarette preferite tra cui anche le Camel Black, quelle si che erano forti. M'incamminai verso la mia auto, un' Audi TT di color nero metallizzato, il mio gioiello. Finii la sigaretta ed entrai in macchina, poco dopo mi raggiunse il riccio che appena entrò mi fissò.
"Che cazzo vuoi ora?" gli domandai stufo.
"Ti stai rovinando amico.." disse quasi sussurrando.
"Io non mi sto rovinando per niente, è la mia vita questa e non posso cambiarla, ci vorrebbe un miracolo per farlo." Conclusi mettendo in moto l'auto, tirai su col naso e sfrecciai sulla strada andando verso casa.
Flashback Zayn
"Mamma, ti prego non lasciarmi.." dissi con le lacrime agli occhi.
Era lì, su quel piccolo letto d'ospedale, la sua mano era fredda, il suo viso era pallido, troppo pallido. Tossiva in continuazione, aveva dolori al petto. Quel tumore me la stava portando via, mio padre morì in un incidente stradale ed ora mia madre stava per abbandonarmi per colpa di un maledetto tumore al polmone. Le sue labbra si muovevano ma io non riuscivo a capire cosa stesse dicendo, il mio viso era bagnato, il mio cuore batteva fortissimo, non poteva lasciarmi, non potevo continuare la mia vita da solo. Le voci dei dottori fecero eco nella piccola stanza, la macchinetta attaccata al muro faceva dei strani rumori, rumori che mi uccidevano.
"Zayn.. ti amerò per sempre figliolo mio, mi dispiace tanto. Non abbandonarti, sii forte e vivi la tua vita senza tristezza. Ti voglio be.."
"Mammaa, no ti prego. Mamma non lasciarmi, ho bisogno di te." Urlai avvicinandomi a lei.
Delle braccia mi avvolsero e fui trascinato fuori dalla stanza, l'ultimo suono che sentii era quello della macchinetta che emanava un suono forte e lungo. Mia madre non c'era più.
Fine Flashback Zayn
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La mattina seguente
Mi stiracchiai nel letto, feci un lungo sbadiglio e dopo mi alzai definitivamente. Mi avvicinai alla finestra per guardare fuori, il tempo era bello, il sole era forte, eravamo agli ultimi di Agosto e bisognava godersi quest'estate fino all'ultimo secondo, era il 28, il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Liam ed io non sapevo che prendergli. Mi guardai allo specchio attaccato alla parete del mio piccolo bagno, quel giorno il ciuffo si era alzato con il piede giusto, perché era perfetto, passai una mano sulla mia barba, mi piaceva, mi rendeva selvaggio.. ed io lo ero. Presi lo zaino di pelle nero e ci buttai dentro un' asciugamano, l'abbronzante e le mie sigarette, che erano le Camel Black. Indossai i miei occhiali da sole, presi il mio I-Phone ed uscii da casa. Fortunatamente la spiaggia non era molto lontana dalla mia abitazione, quindi potei arrivarci semplicemente a piedi. Appena arrivai mi guardai intorno e respirai tutta quella bellissima aria, prima di mettere i piedi sulla sabbia mi tolsi le mie Vans portandole in mano. Mi sistemai al mio solito posto, al centro, presi l'asciugamano dallo zainetto e la stesi sulla sabbia, dopo, misi nello zaino le mie Vans e mi sedetti sul tessuto che prima avevo sistemato. Mi sfilai la maglietta e i jeans buttandoli sopra lo zaino, dopodiché rimasi con il costume e mi stesi godendomi quel bel sole di quella mattina. Sentii il mio corpo andare a fuoco, i raggi solari si facevano sentire sul mio petto e sulle gambe, ma resistetti. Mentre ero tutto rilassato a godermi quel sole, sentii il caldo diminuire e dopo capii che qualcuno si era piazzato davanti a me. Mi misi seduto sull'asciugamano togliendomi gli occhiali per poi cominciare a parlare.
"Ma che cazzo fai, non vedi che sto prendendo il sole coglione!" dissi quasi urlando.
"Hei calma amico oppure ti tolgo l'amicizia da Facebook." Disse il ragazzo.
Riconobbi subito la sua voce, era Liam.
"Vaffanculo stronzo, stavo per prenderti a pugni." Dissi ritornando alla mia posizione precedente.
"Come se fosse una novità, ieri sera hai menato di brutto il Carter." Disse ridendo.
"Si, è stato come rubare delle caramelle a un bambino." Risposi.
"Però è riuscito a darti un suo destro eh?" Domandò ridendo.
Stavo per incazzarmi.
"Mi ero distratto." Sbottai.
"Ha parlato male di tua madre?." Domandò quasi sussurrando, alla parola madre m'irrigidì.
"Si." Dissi secco.
"Volevo esserci, mi sono perso una grande rissa."
"Infatti." Continuai.
"Pronto per iniziare il primo anno di Università moro?" mi domandò ridendo.
Mi misi seduto girandomi verso di lui, appena mi vide aggrottò le sopracciglia sorpreso per la mia reazione.
"Primo non chiamarmi moro, secondo non farlo mai più oppure ti ficco un palo nel culo, terzo si, sono pronto." Dissi per poi ristendermi.
"Fai paura fratello.." Disse.
"Lo so." Conclusi.
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Heila, questo è il prologo del nuovo libro che sto scrivendo. La storia si chiamerà Adelaide perché.. perché lo scoprirete leggendo i capitoli che seguiranno. Spero che come inizio vi sia piaciuto, cliccate sulla stellina e commentate, ci tengo molto. Grazie
Ci sentiamo al Capitolo 1, ciao!
- Autrice
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Adelaide - [ Zayn Malik ]
Fiksi PenggemarEra la cosa più bella che mi fosse mai capitata, lei era il mio cambiamento, lei è arrivata da me perché mi è stata mandata da qualcuno. Mi ha stravolto la vita, ad un tratto non riconoscevo più quel "Malik" che ero diventato, rivedevo in me quel "Z...