Parte 30 TI GUARDAVO

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"Mi devi delle spiegazioni e lo sai. Il tempo dell'attesa è finito."

Si sveglia di soprassalto e si ritrova al centro del letto, il respiro ansante con l'eco delle parole di Mario nelle orecchie farsi sempre più lontano.

Non è paura del confronto, quella che prova, è rassegnazione mista ad aspettativa... perché il momento, che inconsciamente ha sempre atteso, è finalmente arrivato.

Prende il cellulare e richiama l'ultimo numero in cronologia.

"E' tutto pronto? Hai raccolto tutti i documenti che ti ho chiesto?"

"Claudio... io capisco che adesso vorresti fosse già tutto alle tue spalle ma ti ricordo che sono solo le 7:30. Sono ancora a casa, in procinto di farmi una bella doccia per cui dovrai aspettare che vada in ufficio e che arrivi la Gina."

Disorientato dalle parole di Giovanni, Claudio allontana il cellulare per controllare l'orario ed impreca sottovoce nel rendersi conto di essere stato intempestivo.

"Scusami ma..."

"Ma non ti sei reso conto dell'orario." Giovanni non lo lascia neppure terminare.

"Ti va bene che sono tuo amico e che non lo dimentico facilmente ma non tirare la corda come il tuo solito. Ci hai impiegato mesi prima di decidere di affrontare il tema con Mario... peraltro lo stai facendo perché lui ti ha costretto, il che non depone a tuo favore... non una volta hai dato credito ai miei suggerimenti. Ti darò tutto il sostegno che mi chiedi però, per l'amor di Dio non ci provare neppure a chiamarmi tra cinque minuti perché non ti rispondo."

Claudio poggia il cellulare sul comodino alla sua sinistra e chiude il volto tra le mani sospirando esasperato. Decisamente arrivare a fine giornata sarà un'impresa. Elenca, mentalmente, tutti gli impegni fissati e si alza stancamente cercando di dare una priorità ai pensieri che affollano la sua mente.

Non è possibile, si dice, che Mario abbia saputo qualcosa.

"Sono stato attento... troppo forse... e poi chi avrebbe potuto informarlo?"

Apre la cabina doccia e miscela l'acqua prima di rimanere, immobile, sotto lo scroscio di acqua tiepida.

"Si sarà insospettito per il mio comportamento, per qualcosa che ho detto e che ha risvegliato la sua diffidenza...ma poi a che mi può servire conoscere il perché? L'importante è che lui sappia, che possa rendersi conto che il passato non è ... il passato che non ricorda...come lo rettifico un passato che non esiste?"

Si riscuote ed esce dalla doccia, indossa l'accappatoio e si dirige verso la stanza guardaroba.

Senza realmente guardare, prende un jeans e una camicia a caso, iniziando a rivestirsi.

"Meglio non pensare... meglio concentrarsi su quello che devo fare."

Pochi minuti dopo sale in auto incominciando il giro delle commissioni, quando squilla il telefono si accorge che è quasi ora di pranzo e che non si è accorto del tempo passato.

TI AMO PER COME MI FAI SENTIRE QUANDO SONO CON TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora