Uscì dal bar ridendo come una cretina e mi diressi verso casa barcollando. Arrivai nel cortile dei miei vicini e per un motivo a me sconosciuto scavalcai per arrivare nel mio giardino, invece di girare dalla strada. Mi sentivo una spia forse? Dopo essere caduta sull'erba per aver scavalcato, iniziai a raccogliere dei sassolini e provai a lanciarli alla finestra della mia camera. La prima volta sbagliai la mira, e la seconda pure, a terzo tentativo si aprì la finestra rivelando la faccia del mio ragazzo mezzo addormentato.
-Hey Giulietta! Gridai dal giardino.
-Sai che ore sono?! Disse Cameron abbastanza arrabbiato.
Alzai la testa al cielo, era buio, lo guardai seria e gridai:
-È notte non lo vedi?
Lui si passò una mano sul viso, e io mi strinsi nel giubbino non so di chi, non sapevo neanche perché lo indossavo.
-Sei ubriaca!
-Se ti dico di no mi apri? Fa freddo qui! Urlai ridendo.
Cameron chiuse la finestra e io pensando si fosse caricato nuovamente, ricominciai a lanciare sassolini alla finestra, fino a quando non lo vidi aprire la porta sul retro. Mi avvicinai e entri sotto il suo sguardo abbastanza incazzato.
-Entra muoviti.
-Ehi e tu chi sei? Dissi ridendo ad alta voce.
-Zitta non vorrai svegliare tutti! Disse tappandomi la bocca e prendendomi in braccio per portarmi al piano di sopra. Arrivammo in camera e chiuse la porta a chiave, mi fece sedere sul letto e lui si appoggiò alla scrivania.
-Dove sei stata? Sai che ore sono?!
-Al parco e in un bar, che ore sono?
-Sono le 2:30 della mattina.Di chi è quel giubbino?!
-Ah non ne ho idea, non so nemmeno perché lo indosso. Ho incontrato mio padre. Dissi tutto d'un fiato.
-Cosa?
-Ho incontrato mio padre.
-Allison tu lo sai che non è possibile vero? Disse cercando di essere il più delicato possibile.
-Ti giuro che l'ho visto Cameron...
-Alli...
-Lo so, lo so che lui non c'è più ormai. Ma io l'ho visto quando ero al parco. Stava parlando con la me di 10 anni fa... Era qui, io gli ho preso la mano e lui mi parlava. Dissi singhiozzando.
Cameron venne vicino a me mi abbracciò forte.
-Perché è tutto così difficile? Perché mi ha lasciata qui da sola...
-Non ti ha lasciata lui è sempre qui, nel tuo cuore. Che ne dici se ora ti metti il pjama e ci carichiamo?
-Ok.
Mi midi il pjama e mi infilai sotto la coperta insieme a Cam. Ero stretta nelle sue braccia calde e sicure.
-Scusami se sono scappata e ti ho risposto male...
-Non fa niente, hai fatti bene a rispondere ad Anthony, lo stavo per fare io. Ammise ridendo.
-Grazie. Dissi stringendolo forte.
-Grazie a te amore, ah e Buon Natale. Disse dandomi un bacio.
-Buon Natale.
Svegliai nel migliore dei modi, mente Cam mi accarezzava il viso mezzo addormentato.
-Buon giorno bellissima, dormito bene?
-Benissimo. Dissi dandogli un bacio sul naso.
-Allora scendiamo giù ad aprire i regali?
-Sii! Dissi saltando fuori dalle coperte e prendendo il mio ragazzo per mano.
Scendendo e trovammo tutti intorno al tavolo a fare colazione.
-Buon Natale a tutti. Dissi sedendomi.
-Buon Natale. Mi risposero gli altri.
Facemmo colazione in 0.2 secondi e corremmo ad aprire i regali. Gina, mia madre e gli altri furono felicissimi dei loro regali, contrariamente a quello che pensate avevo fatto un regalo anche al mio finto padre. Gli avevo regalato una bottiglia di vino rosso, di quelle buone. Mentre tutti aprivano i regali salì su a prendere quello di Cam e di Dan e glieli portai.
-Tieni questo è per te, è questo è per Dan, spero vi piacciano...
-Allison, grazie grazie grazie. Disse Dan abbracciandomi forte.
-Papà non importunare la mia ragazza. Disse Cameron mettendomi un braccio sulle spalle.
-Sono contenta che ti sia piaciuta Dan. Apri il tuo amore...
-Allison questo è il profumo che volevo! Ma come hai fatto a saperlo??
-Sei il mio ragazzo, so quali sono i tuoi gusti. Dissi abbracciandolo.
-Ora tocca a me. Allora io non sono mai stato bravo a fare i regali, mia madre può dirtelo, ma ecco spero di aver scelto la cosa giusta per te, l'ho scelto perché ti vorrei dire una cosa importante anche se in ritardo. Disse porgendomi una scatolina rosa di Pandora.-Volevo dirti che ho aspettato questo momento perché volevo che ci fossero tutti quanti quando ti avrei chiesto di diventare ufficialmente la mia ragazza. Quindi Allison Gries che ne dici?
Non gli risposi mi lanciai addosso a lui facendolo cadere sul tappeto e lo baciai. Lì davanti a tutti. Dopo un pò ci rialzammo sorridendo più che mai.
-Nessuno ha chiesto il parere del padre o mi sbaglio.
-Tutore. Lo corressi freddamente.
-Chi dice che io ti voglia far fidanzare con lui?In quanto tutore decido io.-Non lo farai non puoi decidere la mia vita. Dissi fulminandolo.
-Mi dispiace Anthony, in quanto mia sorella abita sotto il mio tetto, sono diventato io stesso suo tutore. Sotto vostra autorizzazione. Quindi fino a quando abita con me, decido io cosa può fare o non può fare. Ed io autorizzo questo fidanzamento. Disse mio fratello affiancandomi.
-Grazie Nash è molto importante per me. Dissi abbracciandolo.
-Infatti mio caro Nash, hai detto bene, fino a quando vivrà qui con te. Ma se dovesse EVENTUALMENTE tornare a casa?
-NO. Mi limitai a urlarghi contro mentre mi accasciavo al suolo, sostenuta da Cameron.
-Non può farlo in verità. Disse freddamente Cam.
-Ripetilo. Disse Anthony girandosi minaccioso verso di lui.
-Ho detto che non può farlo poiché non essendo il VERO padre di Allison, non ha alcun diritto di dirle cosa deve o non deve fare. E la pregherei gentilmente di rivolgersi meglio a lei come a tutti qui dentro. Per lei siamo ancora degli sconosciuti e non accetto che usi questo tono con la mia famiglia, e tanto meno con la mia ragazza. Disse Cameron in tono glaciale, sostenendomi ancora tra le sue braccia.
Anthony uscì sbattendo la porta del soggiorno. Guardai il mio ragazzo ancora rosso di rabbia, si era trattenuto parecchio si vedeva.
-Mi scuso per il suo comportamento. Disse mia madre passando si una mano sul viso.
-Mamma, ti prego lascialo. Dissi guardandola negli occhi.
-Credi che non ci abbia provato? Dio solo sa cosa succede quando glielo dico. Disse piangendo.
-Ti picchia? Disse Nash colmo di rabbia.
Io spalancai la porta e corsi in cucina dov'era Anthony.
Ora se la vedrà con me.
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HURRICANE|C.D|
أدب الهواة-perché cavolo mi vieni dietro, mi stai pedinando?! -perché sei forse l'unica ragazza della scuola che non è caduta ancora ai miei piedi, e non riesco a spiegarmi il perché piccola. -non chiamarmi piccola! -ti chiamerò così fino a quando non trover...