Capitolo 30

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Uscì dalla sala piangendo come una fontana e corsi nella mia cella per poi chiudermi in bagno. Uscì dopo non so quanto con gli occhi rossi e gonfi e mi trovai le mie coinquiline davanti alla porta.

-Tutto bene il fidanzatino ti ha mollata? disse Marlee ridendo insieme alla sua "complice".

Con una forza innaturale la presi dal collo e la sbattei al muro, sotto lo sguardo impaurito di Cristhy.

-Lo trovi divertente?! Dissi stringendo la presa.

-N-no scusami, non capiterà più, te lo giuro.

-Meglio per te. Dissi lasciandola respirare.

Cristhy era ancora dietro di me, scioccata.

-Che hai da guardare tu?

-No nulla. Disse coricandosi cautamente sul suo letto.

-Bene. Dissi appoggiandomi alle sbarre.

Dopo quel confronto nessuna delle due parlò più della mia vita o fece battutine. Odiavo il fatto che quel posto riusciva a farmi diventare così violenta e insicura. Non ero mai stata una persona violenta. Almeno non fino al punto di strangolare a morte due persone, il fatto che qui dovessi impormi con la forza non mi piaceva assolutamente. Era mille volte parlare dei propri problemi, confrontarsi e chiarire. Ma era come cercare di insegnare ad un cane a parlare. IMPOSSIBILE. Mi mancavano sempre di più la mia famiglia, i miei amici e il mio fidanzato. Sicuramente se ci fosse stato lui, nessuno si sarebbe azzardato a ridere o ad avvicinarsi a me. Cosa farei per sentire la sua voce solo un secondo. Dovevo resistere, mancava solo una settimana, e sarei potuta tornare a casa. Quella sera decisi di non cenare, mi era passata la fame, così decisi infine di andare fuori in cortile, c'ero solo io e un ragazzo dall'aria familiare che leggeva seduto su una panchina. Era quello strano ragazzo dell'altro giorno come si chiamava? Smith?

-Ciao. Dissi sedendomi sulla panchina.

-Ehi, cenerentola, hai finito di pulire la cella?

-Si, anche senza il tuo "prezioso" aiuto.

-Uuu qualcuno qui è nervosetto?

-Cosa leggi? chiesi cambiando argomento.

-Ho appena finito "il signore delle mosche".

-Un libro impegnativo. 

-Non tanto sai non sono solo una bella faccia, ho anche un cervello.

-Non l'avrei mai detto. Dissi ridendo.

-Come mai una ragazza come te è in un posto come questo?

-Tentato omicidio...

-Accidenti. Disse grattandosi il collo.

-Tu?

-Rapina in banca. Un classico.

-Come mai? chiesi curiosa.

-Tu come mai stavi per uccidere un uomo? Io ho rapinato la banca perché mi servivano dei soldi da portare a casa, avevamo le bollette da pagare, mia madre sperpera i suoi soldi in sigarette e io devo occuparmi del mio fratellino.

-Come si chiama?

-Si chiama Harry.

-E quanti anni ha?

-Sette e mezzo. Mentre ne faceva sette io ero qui, spero non sia arrabbiato con me. Gli ho promesso che appena sarei uscito di qui, saremmo andati a vivere in una casa tutta nostra, e io avrei iniziato a lavorare, in modo pulito.

-E molto bello quello che fai per tu fratello davvero.

-Ti ringrazio, sono in pochi a pensarla come te.

-Scusami per la curiosità, ma avevi mai detto a qualcuno queste cose?

-No, sei l'unica persona che lo sa qui dentro.

-Beh puoi stare sereno, non lo dirò a nessuno, parola d'amica.

-Siamo amici? Chiese timidamente.

-Certo. Ma mi sono appena ricordata che non ci siamo presentati. Dissi ridendo.

-Mi scusi signorina, mi presento sono Andrew Smith, ho 17 anni e mezzo e vivo a New York.

-Io sono Allison Grier, ho 16 anni quasi 17, e vivo a Los Angeles.

-Ottimo adesso siamo amici al cento per cento. Disse ridendo.

-Assolutamente. dissi ridendo anche io.

Dopo aver parlato delle nostre vite, e dei nostri interessi, rientrammo ognuno nella proprio ala del riformatorio. Mi stesi sul letto felice, che bello, avevo appena trovato un nuovo amico.

Pov's Cameron

Erano passate ancora due settimane dall'arresto di Allison. Ogni volta che provavo ad entrare mi fermavano sulla porta, credevano la volessi aiutare ad evadere. Ogni giorno tornavo a casa, e mi chiudevo in camera. Mangiavo pochissimo. Solo il pensiero di Allison così lontana da me mi faceva ribrezzo. Potrò sembrare patetico ed esagerato, ma quando si ama davvero una persona, non si smette un solo secondo di pensare a lei. Dovevo essere forte, tra una settimana sarebbe finito tutto.

UNA SETTIMANA DOPO...

Finalmente posso andare a prendere Allison al riformatorio. Non vedo l'ora di vederla. Io, Nash e Meg siamo venuti a prenderla, e la stiamo aspettando nella sala ricevimento. C'è anche un ragazzo nella sala, seduto ad una sedia vicino alla porta che aspetta. Dopo non molto aprirono la porta è uscì Allison con il suo borsone. Ero così felice di vederla. Lei non ci aveva ancora visiti, così la seguì con lo sguardo per vedere dovesse si stesse dirigendo. Si stava avvicinando a quello strano ragazzo vicino alla porta, e ora si stavano abbracciando.

Pov's Allison

Salutai Andrew calorosamente.

-Mi raccomando, comportati bene, e fammi un fischio quando esci.

-Si tranquilla, mi mancherai molto. Disse abbracciandomi.

-Anche tu. Dissi ricambiando.

Mi girai verso il lato sinistro della stanza e vidi, il mio ragazzo e mio fratello, subito accanto li c'era anche Megan. Corsi e saltai in braccio al mio ragazzo che per poco non cadde a terra. Dopo essere scesa salutai piena di gioia Nash e Meg.

-Allison, ci sei mancata tantissimo!

-Anche voi troppo. Vi prego andiamo fuori di qui, voglio andare a vedere mamma.

-Dammi lo porto io. Disse Cam prendendo il borsone con una mano.

-Mi sei mancato. Dissi prendendogli la mano.

-Anche tu tantissimo. Disse dandomi un bacio.

-Ragazzi, le smancerie dopo, andiamo su. Disse Nash aprendoci la porta.

Dopo un'ora e mezza di macchina arrivammo casa e salutai mia madre che intanto piangeva dalla gioia. Era ormai 26 Gennaio, fra pochi giorni sarei tornata a scuola, avevo di nuovo una casa, una famiglia, degli amici ed un fidanzato vicino a me. Andava tutto per il meglio.

SONO TORNATA RAGAZZE. FATEMI SAPERE CON UN COMMENTO COSA NE PENSATE DI QUESTO CAPITOLO, IO SONO ANCORA UN PO' RAFFREDDATA, VOI COME STATE? VI MANDO UN BACIO GGGRANDISSIMO. 



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