Capitolo 29

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Mi avvicinai alla cucina senza emettere alcun suono e mi buttai su Anthony. Nel vero senso della parola,lo feci cadere per terra e lo presi dal collo, facendogli sbattere ripetutamente la testa al pavimento.

-Come hai osato toccare mia madre con quelle luride mani! Urlo mentre Anthony cerca di divincolarsi.

-Allison! Sento urlare dalla porta della cucina. Era mio fratello con il mio ragazzo. Mentre sferravo un altro pugno su quella stupida faccia due braccia forti e muscolose mi alzarono da terra.
Cameron stava evitando che mi portassero in galera per omicidio. Ma in quel momento volevo seriamente fare fuori quell'uomo, con le mir stesse mani.

-Allison calmati! Sentì gridare da mio fratello che controllava il battito cardiaco della sottospecie di uomo steso sul pavimento.

-Nash respira? Disse Cameron che mi sollevava ancora per aria.

-Si, l'ha quasi ucciso, dovremmo chiamare la polizia per denunciarlo Disse guardandomi.

-Chiamali su.

Arrivarono due polizziotti e dopo averci interrogato decisero di portarmi in centrale. Alla fine uscì con l'accusa di tentato omicidio. Avrei dovuto passare un mese nel riformatorio a partire da domani mattina. Preannunciavo già un brutto mese in arrivo. Anthony venne condotta in galera, grazie a dio. Almeno lui l'aveva pagata.

La mattina mi portarono in una cella di isolamento, nell'ala femminile del riformatorio. Anche se non ed sicura che tutte quelle ragazze fossero effettivamente donne. Appena arrivata nella cella, feci conoscienza con le mie due "coinquiline".

-Ehi perché sei qui dentro principessa, hai rubato una scarpetta? Mi scherzò una.

-Tentato omicidio. Peccato c'eri vicina. Voi?Dissi sorridendole.

-Rapina in banca, lei era la mia complice. Come ti chiami cenerentola?Disse la più alta fra le due.

-Allison. Voi? Dissi freddamente.

-Io sono Marlee e lei Cristhy.

-Piacere. Dissi dubbiosa.

-Non sopravvivrà un giorno qui! Disse Marlee ridendo.

-Fino a prova contraria sono qui, quindi se devi dire qualcosa su di me guardami in faccia, almeno che tu non abbia paura. Dissi sfidandola.

-Io non ho paura di niente. Disse Marlee avvicinandosi a me.

-Stammi lontana. Non mi hanno accusato di "tentato omicidio"per niente.

-Ok tranquilla. Disse coricandosi.

Un poliziotto si avvicinò alle sbarre.

-Signorina Grier, c'è una visita per lei. Disse aprendo la porta.

Quando uscimmo dal cella, parlai con l'uomo.

-Chi è venuto a trovarmi?

-Suo fratello.

-È da solo? Chiesi con un po di delusione. Nulla togliere a mio fratello ovviamente.

-Si. Stava aspettando qualcun'altro?

-No, nessuno. Dissi abassando gli occhi.

Entrai in una specie di camera con un tavolo al centro. Nash corse ad abbracciarmi travolgendomi.

-Allison stai bene?

-Si Nash tranquillo, sto bene mamma come sta??

-Meglio di ieri, era molto preoccupata per te.

-Immagino, voi a casa com'è andata oggi?

-Diciamo non tanti bene, sai sei stata arrestata il giorno dopo Natale...

-Non è stata colpa mia. Lui dov'è?

-Chi?Anthony? In prigione non ricordi?

-Fosse stato per me l'avrei ucciso.

-Non mi sembrano dichiarazioni da fare davanti ad un poliziotyto. Disse a bassa voce.

-Cameron?

-Sta male. Non l'hanno fatto venire...

-Perchè?!

-Pensano possa aiutarti a scappare, in qualche maniera, per il modo in cui ti ha difesa durante gli interrogatori.

-Poverino...

-Allison rimane poco tempo a disposizione. Noi potremmo venire a trovarmi solo una volta alla settimana. Ti prego stai attenta, questo posto è pericoloso. Disse alzandosi.

-Tranquillo riuscirò a cavarmela. Salutami tutti, in particolare Cameron, e tranquillizzalo, non mi faranno niente qui dentro. Ti voglio bene. Dissi salutandolo sotto la vista del poliziotto.

-Anche io.

L'uomo mi riportò in cella, e mi stesi sul letto per riposarmi. Mi mancavano tutti tantissimo. Mamma,Meg,Cameron...lui mi mancava più di tutti.Mi mancava come l'aria. Inevitabilmente ogni cosa mi riportava a pensare a lui.

Nei giorni seguenti mangiai poco, "la sbobba" faceva schifo, sembrava che da un momento all'altro potesse scappare via dal piatto. Era semplicemente DISGUSTOSA e io non sono una che fa la schizzinosa. 

Era passata la prima settimana, meno impegnativa di quanto pensassi, stavo iniziando a comprendere la logica di questo posto. Era la legge della giungla, il più forte vinceva su tutti. Per quanto riguarda le mie coinquiline erano ok, non eravamo amiche sia chiaro, ma avevo capito come ragionavano. Marlee era una tipa abbastanza solitaria, Christy invece era molto più aperta con me. la prigione è un luogo strano. c'erano momenti dove erano tutti amici, altri dove tutti si picchiavano senza un vero motivo. In più ero costretta ad usare quella stupida tuta arancione, si esatto, non era tanto la tuta a darmi fastidio, ma io ODIO con tutta me stessa l'arancione. in questo momento le mie coinquiline erano fuori per "l'ora d'aria" così mentre pulivo mi misi a cantare "Heart Attack" di Demi Lovato, non ero una cantate, ma me la cavavo più tosto bene. Quando alzai la testa mi ritrovai un ragazzo appoggiato alle sbarre della cella che mi fissava, persi cinque anni di vita. All'inizio feci finta di non guardarlo, ma lui continuava insistentemente a fissarmi. Era alto, abbastanza muscoloso, aveva tanti tatuaggi sulle braccia, aveva anche un piercing sul sopracciglio, i capelli castano scuro e gli occhi azzurri, abbastanza carino. MAI quanto il mio ragazzo ovviamente.

-Ti dispiace? Dissi guardandolo seccata.

-Hai una bella voce sai?

-Ti ringrazio. Dissi asciugandomi la fronte sudata.

-Ti darei una mano ma la cella è chiusa. Disse falsamente.

-Che peccato! Dissi nel suo stesso tono di voce.

-Smith! cosa ci fa nell'ala femminile del carcere!? Sicurezza! Gridò il poliziotto di turno.

-Sono venuto a trovare un'amica. Disse facendomi l'occhiolino.

MA CHE VUOLE QUESTO!?

-Vieni con me Smith. signorina c'è qualcuno con lei. Doris porti la signorina nell'aula visite. Disse poi alla poliziotta che era accorsa del corridoio. La donna mi portò nella sala dove mi attendeva mia madre insieme a Meg.

-Tesoro, come stai?

-Bene mamma, voi come state invece?

-Noi bene, siamo venute a salutarti e a portarti i saluti di tuo fratello e di Cameron.

-Come sta? Dissi riferendomi al mio ragazzo.

Meg e Mamma si guardarono pensierose.

-Sta bene...

-Come sta? Dissi spazientita.

-Non sta mangiando tanto, Gina dice che è sempre giù di morale, non lo fanno neanche venire a trovarti...

Una lacrima mi iniziò scendere sulle guancia, seguita da mille altre.

-Ditegli che mi manca, mi manca tantissimo. Dissi asciugandomi le lacrime e uscendo dalla porta.





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