Cameron's pov
Mi passai nervosamente una mano tra i capelli, le parole di Alexander mi giravano ancora per la testa. Non doveva succedere. Non ancora. Bella non era ancora pronta per scoprire tutto, prima volevo la sua fiducia. Volevo che capisse che con lei non avevo cattive intenzioni, volevo prendermi cura di lei senza secondi fini, volevo che fosse felice senza chiedere nulla in cambio.
Doveva capire che non ero cattivo, che sarebbe potuta venire da me per qualsiasi cosa.
Non doveva saperlo in quella maniera, non per un capriccio di Grayson.
Lo sapevo, ma speravo che...Dopotutto, parlavamo pur sempre dell'Alfa.
Avevo passato tantissimi anni a cercare la mia famiglia, trovarli, parlare con Alexander, parlare con Bella...e lui aveva mandato tutto a puttane.
Dovevo aspettarmelo non aveva chiesto niente in cambio quando decise di aiutarmi a cercarli...
Flashback
2012
Avevo appena sedici anni quando mia mamma iniziò ad entrare in crisi economica, il suo lavoro non bastava più a mantenere entrambi e l'idea di perdermi, perché ero ancora minorenne, la stava uccidendo lentamente. Avevamo pianto tantissime notti, entrambi dandoci colpe che nessuno dei due aveva. Io sentivo di essere inutile perché non avevo la più pallida idea di cosa fare, non sapevo cosa fare per aiutarla.
Se frequentavo ancora la scuola era grazie alla borsa di studio che mi era stata data al secondo anno, mi avevano premiato per i voti alti.
-Cam...devo dirti una cosa-sussurrò con la voce rotta dal pianto. Baciò dolcemente i miei capelli, stringendomi con forza al suo petto.
-Dimmi.
-Piccolo...io...ho avuto un aumento.
-Ma é bellissimo...no?
-Dovrò andare in Orlando.
-Oh...Bè, penso che ci adatteremo in fretta, no?
-Tu resti qui con Paul e Tory, non puoi venire. Hai una borsa di studio, non posso fartela perdere.
-No!Voglio restare con te!Sei l'unica cosa che mi rimane!
-Nene, tengo que hacerlo...Lo sai. Tornerò a trovarti durante le vacanze e Paul e Tory si prenderanno cura di te come se fossi figlio loro.
2016
-Dallas, abbiamo una consegna da fare in cinque minuti. Questa é la roba.-disse Grayson lanciandomi un pacchetto.
Lo afferrai, le lanciai uno sguardo storto e poi uscii dalla casa.
Mi ero indebitato con lui, avevo perso conto di quanta droga avessi comprato da lui e quanti debiti avessi. Grayson lo aveva scoperto, aveva pagato lui tutti i miei debiti dicendomi che mi sarei sdebitato con lui, lavorando per lui.
Durante il corso dei anni ero diventato un drogato, poi avevo capito il mio errore e, con tanta forza fisica e mentale, avevo smesso. Ma con lui avevo più di duemila dollari di debiti, quindi il mio lavoro non era finito. Non potevo tirarmi indietro, avrebbe fatto del male ai miei zii, adesso la mia unica famiglia.
Tornai a casa di Grayson molte ore dopo, c'erano stati piccoli problemi con il nostro cliente, ma fortunatamente, li avevamo risolti senza troppa violenza.
-Eccolo qui...stavo pensando proprio a te-disse Grayson appena entrai in cucina.
Stava facendo una delle sue solite partite d'azzardo, una sigaretta tra le dita. Dai suoi occhi capii che aveva fatto un tiro.
-Come posso aiutarti?-chiesi
-Oh....Sammy mi ha detto come ti sei liberato di quel problema ed ho pensato che hai fatto tanto per me, quindi io ho una cosa per te.-disse sorridendo
-Non voglio nulla.
Feci per andarmene, sapendo quanto aggressivo potesse diventare dopo essersi fatto. Eppure non ci riuscii, le sue parole mi congelarono sul posto.
-Ho chiesto a Jacob di fare delle ricerche per me, abbiamo trovato tuo padre.
Mi guardai intorno, ancora confuso dalle sue parole. William mi indicò il soggiorno, mi precipita fuori con una velocità che non sapevo di avere.
Lui era un uomo che odiavo, aveva abbandonato me e mia madre, ed era a causa sua se adesso ci trovavamo in due città separate.
Secondo il foglio che avevo in mano, lui si chiamava Alexander Ligthwood e viveva a Miami da sedici anni. Sul foglio c'erano scritte alcune cose su di lui, di cosa si occupasse, se aveva dei precedenti(fortunatamente no) e sopratutto che era vedovo e aveva una figlia. Mi si riscaldò il cuore al pensiero di avere una sorellina. Poi...c'era il numero. E me ne sbattei di quanto mi sarebbe costato chiamare.
Improvvisamente tutto si fermò, gli squilli terminarono e sentii una voce.
-Para, flaca. Mi stanno chiamando.-disse una voce maschile ridendo. Sorrisi, pensando al fatto che fosse mia sorella. Ad un tratto, tutto l'odio che avevo accumulato negli anni sembrava essere sparito mentre ascoltavo la sua voce tranquilla e rilassante.-Pronto?-chiese educatamente.
Chiusi gli occhi e le parole mi uscirono dalle labbra prima che potessi fermarle.
-Ciao papà.-sussurrai
-Cameron, giusto?
Sapeva chi ero...
2017
Una macchina parcheggiò nella casa di fronte alla mia. Sembravo un bambino che attendeva la neve. Solo che quello che aspettavo io era molto meglio. Mi ero tenuto in contatto con Alexander e mi aveva raccontato tutto.
Lui e mia madre stavano insieme, ma ormai, l'amore tra di loro sembrava essere passato. Scoprirono che aspettavano un bambino, io. Alexander promise a mia madre che si sarebbe preso cura lo stesso di me, anche se loro non si amavano, io non dovevo risentirne. Poi mi disse di aver conosciuto una donna aveva persino avuto la benedizione di mia mamma.
Alexander e la sua nuova fidanzata, Kimberly , stavano per sposarsi quando lei gli disse di essere incinta. A quel punto io ero nato ed avevo un anno e non ricordavo nulla di quello che accadde.
Kimberly non voleva che il suo futuro bambino potesse sentirsi confuso da tutta quella situazione e diede al suo ormai marito un ultimatum: o andavano via, oppure restava con me e mia madre, ma perdeva lei. Fu proprio mia madre a dirgli di andare via e di essere felici, lui le promise che avrebbe sempre mandato dei soldi per permetterle di crescere me. Non erano i soldi però che che lo rendevano mio padre, questo lo sapevamo entrambi.
Loro si sarebbero trasferiti, lui voleva recuperare il tempo che aveva perso con me e volevo che io conoscessi Bella, la mia sorellina.
Quando i miei occhi si posarono sulla piccola figura, fragile, spaventata ed arrabbiata di Bella, mi promisi che non avrei permesso a Grayson di farle del male.
Fine flashback
Mi ripresi dal mio sogno ad occhi aperti, finalmente stavo sentendo qualcosa. Afferrai il telefono e feci il suo numero.
-Brutto figlio di puttana!Questa me la paghi!
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Just a possession/Grayson Dolan
FanfictionIn una Bradfort senza regole, con poliziotti corrotti e persone che fingono di non vedere mai nulla, Grayson Dolan regna su quella piccola cittadina facendo tremare tutti. Lo chiamano l'Alfa per il suo comportamento da uomo dominante e per il tatuag...