Spalancai gli occhi quando quelle parole abbandonarono le sue labbra. Il cuore prese a battermi con forza nel petto, il respiro mi morì in gola e sentii la bocca secca. Potevo sentire l sorriso di Grayson alle mie spalle, mentre Morgan mi guardava in maniera implorante.
-Forza Luna, va a suonare.-disse Grayson, la sua mano libera accarezzò il mio braccio. Deglutii nervosamente, poi scossa la testa.-No?-chiese dopo aver visto il mio movimento
-Non poso farlo.-sussurrai a bassa voce
-Per quale motivo?
-Lo condannerei in questa maniera.-risposi chiudendo gli occhi
-Piccola, gli darai una minima opportunità di vivere. Se ti rifiuti di farlo, lo ucciderò adesso.
Alzai lo sguardo sul povero Morgan, i suoi occhi erano lucidi come i miei e mi stava implorando di fare qualcosa.
Camminai vero il piano, sentendo gli occhi di Grayson fissi su di me. Mi sedetti guardando lo spartito e pensando velocemente a cosa suonare. La musica era sempre stata la mia vita, era l'unica cosa in cui sentivo di essere brava. Inoltre quando suonavo, con me c'era sempre Nash. La sua presenza mi calmava, e anche se non mi era mai piaciuto suonare con dei spettatori, la sua presenza mi dava sicurezza. Quasi ebbi voglia di chiudere gli occhi, immaginando il calore della sua gamba premuta contro la mia, mentre i suoi caldi occhi azzurri mi fissavano attentamente. Sorrideva mentre vedeva con quanta facilità le mie dita si muovevano sulla tastiera, producendo la sua melodia favorita. Avrei voluto tanto suonare quella, per potermi sentire di nuovo al sicuro, che ero a casa mia, invece che in una stanza con un ragazzo che ne voleva ucciderne un altro solo per averi toccato.
Toccai le note iniziali de "L'inno alla gioia", sperando che capisse cosa stessi suonando. Il tempo sembrò congelarsi, smisi di suonare. Uno sparo si era senti per tutta la stanza. Con la coda dell'occhio guardai Jacob, lui scosse la testa, come a dirmi di non girarmi.
Singhiozzai silenziosamente, pensando al fatto che avevo contribuito io a tutto ciò, io lo avevo ucciso.
Chiudendo gli occhi, continuai a piangere, sperando di poter svegliarmi e scoprire di trovarmi in un incubo. Sentivo la voce ovattata di Grayson alle mie spalle, notai a malapena la porta chiudersi dietro di me. Mi asciugai velocemente le lacrime, provando a tranquillizzare il mio respiro. Non piangevo così da quando Nash era morto a causa mia, il dolore per la sua perdita mi aveva fatta piangere per settimane.
Grayson si sedette al mio fianco, notai come posava la pistola sul piano, quasi a sfidarmi. La sua mano afferrò il mio mento, obbligandomi a guardarlo negli occhi.
-Sono tua.-sussurrai, con voce rotta dal pianto
-Come?-chiese, la sua voce ancora fredda e priva di emozioni. Tuttavia sembrava sorpreso di sentirmi dire quelle parole.
-Sono tua e lo capisco, non c'è bisogno di fare di nuovo cose simili.
-Cucciola, farò tutto il necessario per fare in modo che tutti capiscano che non possono averti.-le sue mani accarezzarono la mia guancia con forza non necessaria.
-Non uccidere, non devi farlo.
-Faccio tutto quello che voglio con te.-disse quasi ringhiando
-Con me, non con gli altri.-dissi alzandomi in piedi. Grayson scattò prima che potessi fare altro, una sua mano si strinse intorno al mio fianco, mentre l'alta si posò intorno alla mia gola, costringendomi a posare la schiena sul piano alle nostre spalle.
Spalancai gli occhi quando afferrò la pistola, ma mi tranquillizzai quando lo spostò verso la fine del piano, lontano da entrambi. La sua mano era ancora intorno al mio collo, ma non abbastanza da impedirmi di respirare.
-Adesso mettiamo in chiaro un pò di cose.-disse seriamente.-Resterai con me, qui. Non mi interessa quello che pensa tuo padre, appartieni a me adesso, non vai da nessuna parte. Non esci di casa a meno che non ci sia anche io con te, o uno dei ragazzi. Vedrai solo le persone che approvo, e non provare a parlare con qualcuno senza il mio permesso. Il tuo telefono sarà anche il mio, posso controllarlo quando mi pare e le chiamate le farai in vivavoce, in modo che io possa sentire. Non rispondi se io non sono nei paraggi. Io scelgo i tuoi vestiti, quindi dimenticati tutte quelle gonne e top.
-Non puoi farlo.-sussurrai
-Certo che posso.-rispose la sua mano si strinse intorno alla mia gola. Portai le mie intorno al suo polso, implorandolo con lo sguardo di lasciarmi andare.
-Gray...Grayson...-dissi disperata.
Mi fece sedere sul piano, liberandomi finalmente dalla sua presa. Si mise tra le mie gambe, posando le mani ai lati dei miei fianchi, intrappolandomi. Grayson scoppiò a ridere quando il mio sguardo finì sul muro macchiato di sangue.
-Non fare quella faccia, Bella. Preoccupati quando a macchiare quel muro sarà il tuo sangue.
STAI LEGGENDO
Just a possession/Grayson Dolan
FanfictionIn una Bradfort senza regole, con poliziotti corrotti e persone che fingono di non vedere mai nulla, Grayson Dolan regna su quella piccola cittadina facendo tremare tutti. Lo chiamano l'Alfa per il suo comportamento da uomo dominante e per il tatuag...