Capitolo 13

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Quella mattina, mentre mi preparavo per andare a scuola, il mio sguardo si era posato più volte sul mio riflesso allo specchio e ogni volta non riuscivo a non notare i miei occhi terrorizzati. Riuscivo a stento a trattenere le lacrime quando vedevo i segni delle sue dita sui miei fianchi, il livido causato sempre dalla sua mano, sul mio polso, il mio collo aveva trovato di nuovo quel succhiotto che aveva appena perso e il piccolo taglio sul mio labbro causato dai suoi denti, bruciava appena muovevo la bocca.

Ieri aveva perso il controllo, oppure mi aveva mostrato il lato di lui che tutti temevano. I suoi occhi avevano cambiato colore, il suo corpo intero si era irrigidito, la sua mascella si era contratta e quando strinse il pugno, tremai all'idea che volesse colpirmi. Juliet disse che nessuno mi avrebbe fatto del male perché stavo con lui, ma chi mi avrebbe protetta da Grayson?

Mentre camminavo verso scuola mi preparai mentalmente alla solita storia che si ripeteva da tre giorni:persone che abbassano la testa terrorizzate appena mi vedevano, silenzio, lezioni noiose e nessuno con cui parlare.

Sperai almeno che con Jacob, non ci fosse lui.

***

Ovviamente la fortuna non era dalla mia parte, dalla classe in cui mi trovavo, riuscii a vedere la Mercedes nera e Grayson era poggiato contro la portiera a fumare. Quando la campanella suonò, entrai completamente nel panico.

Uscii dalla classe, mi guardai intorno, alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi. Magari un incendio che impediva di passare per il corridoio, o magari sarei potuta scappare dalla finestra.

-C'è un'uscita di emergenza in fondo al corridoio.-disse una voce calda e dolce.

Mi voltai di scatto, vidi due occhi castani che non sapevo potessero mancarmi. Il calore che emanava mi riscaldarono il cuore, mi sentivo quasi al sicuro semplicemente guardandolo.

-Perché?-fu l'unica cosa che riuscii a dire.

-Le voci girano in fretta, inoltre il tuo sguardo terrorizzato si nota fin qui.

Abbassai lo sguardo,sentii gli occhi pizzicare e presi un respiro profondo. La sua mano si posò sul mio braccio, alzai lo sguardo stupita, non mi aspettavo che mi toccasse oppure che continuasse a parlarmi dopo avermi detto quello che voleva dirmi.

-Non meriti di stare tra le sue grinfie, cosa ti ha fatto?- la sua mano indicò la parte posteriore del corridoio, quella da cui gli studenti sembravano correre via.

Camminammo insieme lungo il corridoio, sembravamo due pesci che andavano controcorrente. Eppure, non avrei pensato che un azione semplice come camminare con qualcuno, potesse farmi sentire più tranquilla.

-Scusa...forse non avrei dovuto chiederlo.-disse quando nota il mio silenzio.

-No...lui ha minacciato di fare del male a mio padre. A quanto sembra, il negozio che ha preso aveva dei debiti a causa del vecchio proprietario. Quindi é venuto da me e mi ha dato un'ultimatum: o io o mio padre.

Arrivati alla porta di servizio, ci fermammo e i nostri occhi si scontrano di nuovo. Gli sorrisi dolcemente, poi spostai una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.

-Stai attenta.

-Grazie mille, Liam.

Aprii la porta ed andai via. Camminai lungo la strada, notai così di aver tagliato gran parte della strada, siccome l'uscita di emergenza si trovava da un'altra parte rispetto alla porta principale.

Mentre camminavo, qualcuno afferrò il mio polso. Il cuore iniziò a battermi forte, quasi dimenticai il livido che si trovava sul mio polso. Presto mi ritrovai contro un muro, un corpo si premette con forza contro di me. Quando riconobbi i suoi occhi non seppi se essere felice o terrorizzata.

-Grayson...

-Ascoltami bene, perché questa sarà la tua unica occasione per tirartene fuori. Bella, io non sono un cazzo di principe azzurro, non ti porterò a cena, non ti farò regali, non festeggeremo un anniversario perché io non ho mai avuto una relazione e non voglio averne una ora.-la sua mano era stretta ancora intorno al mio polso, ma lui sapeva che c'era un livido proprio in quel punto che stringeva con prepotenza-Non illuderti dolcezza, non cambierò per una ragazza dolce e innocente come accade nei film. Mettitelo bene in testa, le persone non cambiano, imparano solo a fingere, quindi non cambierò né ora né mai. Sono un fottuto casino, fumo, mi drogo, bevo, spaccio anche ai ragazzini e se devo uccidere non me ne faccio scrupoli. Odio le menzogne, ma questo non vuol dire che non possa nascondere la verità per mio capriccio.-notai come la sua voce diventava sempre più dura con ogni parola che diceva. Adesso stava mettendo le carte in tavola.

-Sono uno stronzo possessivo nei tuoi confronti, odio tutti quelli che ti stanno intorno, mi sono dovuto trattenere quando Stassie ti ha abbracciato, ho odiato mio fratello per averti sorriso. Non sopporto l'idea che tutti qui siano capaci di farti sorridere, ma i tuoi occhi diventano terrorizzati ogni volta che incontrano i miei. Come se non bastasse, adesso ho minacciato una ragazza di ucciderla insieme al suo fratellino se non mi avesse detto dove cazzo eri andata.-i suoi occhi mi fissarono intensamente, deglutì nervosamente, sapevo perfettamente cosa sarebbe successo adesso.

-Adesso che ho messo le carte in tavola, dimmi, vuoi restare oppure andare via?

Just a possession/Grayson DolanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora