Capitolo XIX

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"Giuro che mi vesto e ti accompagno" bisbigliò Alvaro. "Grazie" bisbigliò lei. "Quando ci vediamo? Stasera?" propose lui. Lu sorrise e si voltò per guardarlo negli occhi. "Ci sentiamo sta sera, ma mi sa domani" "Non ti dimenticare di me però" brontolò lui. "Mi hai dato un buon motivo per non farlo" disse lei dandogli l'ennesimo bacio passionale. "Io vorrei accompagnarti giuro.. ma se continui così ti tengo con me fino al mese prossimo" disse il ragazzo. Lu si alzò e disse "ti aspetto di la" "Ok tempesta" "Ecco" disse lei tornando in salotto. "Spiega". "Tempesta non per gli X-man. Perché sembri una tempesta, sempre di corsa e perché mi provochi sempre una tempesta di emozioni" "E io che pensavo fosse una cosa più figa" disse lei sorridendo. "Non tutti siamo glaciali come te" disse lui prendendola per mano e partendo in direzione Las Rozas. Appena arrivarono lui disse "Indolore e inodore. Mi chiami più tardi?" "Certo" disse sorridendo. "Ecco, il fatto che sarai tra tutti i ragazzi della selección non mi rilassa affatto" ammise lui stringendo il volante. "AHAHAHAH sono tutti vecchi. E poi sono come fratelli o cugini per me il solo che non guardavo sotto quest'occhio è Sergio" "Che è la dentro" continuò lui. "In versione papà, smettila. Ti chiamo e no, non mi dimentico. Guardami" ordinò lei. Lui si voltò guardandola negli occhi. "Sono stati i giorni più belli che potessimo passare. Sei stato fantastico. Ho bisogno di uno dei tuoi baci e poi vado via" ammise lei. Lui si avvicinò, la bacio e poi disse "Ciao tempesta" "Ciao Uragano".

Entrata a Las Rozas Lu capì che le cose li dentro non erano cambiate affatto. C'era la stessa aria gioiosa che aveva lasciato 2 anni prima, c'era sempre quella confusione di gente e c'erano sempre schiamazzi e risate che si alzavano da qualunque ala del palazzo. "Immagino che la selección sia qui" disse alla ragazza seduta dietro al bancone dell'entrata. "Oh.. purtroppo si.. sono come bambini dell'asilo in gita" ammise la ragazza. "Benvenuta nel club. Io sono Ludovica Cambiol, ma chiamami Lu. Se non mi sbaglio la mia camera è la 23." "Oh Lu! Scusa. È che ho un mal di testa terribile" disse la ragazza scattando in piedi. "Tranquilla, il mister? Il fannullone di Fernando? Iker? Cescky?" "Oh Dio. Non lo so!!" disse la ragazza nervosa. Lu scoppiò a ridere, era possibile che dopo anni le ragazze non si erano abituate a quella confusione? "Quello è l'altoparlante vero?" chiese lei indicando il microfono vicino alla ragazza. "Si! Vuoi usarlo?" "Ovvio" disse passando dall'altro lato del bancone. Attese che la ragazza accendesse il microfono e poi disse "Buona sera fannulloni. Vedo che gli anni passano ma voi non crescete mai. Qui è Lu che vi parla. Sono arrivata. So che siete contenti, muovete il culo e venite a salutarmi. Mi riferisco in modo particolare al mio assistente Fernando, a Iker e Cescky, so che metteranno in pausa la partita a Fifa, e al mio primo grande amore David. Avete 5 minuti poi scatenerò l'inferno. Prima regola made in Lu. Non alzate il volume troppo, potreste far uscire di testa chi lavora qui e so che voi non lo fareste mai". La ragazza non fece nemmeno in tempo a ringraziare Lu che una mandria di ragazzi la inghiottì in mezzo al gruppo urlando e ridendo! "Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa" urlò Lu. "Avete 30 anni adesso, non più 20, i bei tempi sono finiti, avete figli e famiglie. La smettete di gridare come alle elementari?" sbottò Lu. "Ciao amore", gridò David dietro di lei prendendola sulle spalle a culo in aria. "Villa giuro che se non mi metti giù entro 30 secondi sei fuori dalla selección", intimò la ragazza. David la posò ridendo e poi l'abbracciò. Tutti le andarono incontro. Anche Sergio, versione 'sono troppo stanco per far casino', ed il mister. "Cambiol era ora. Mi stanno facendo uscire pazzo. Domani 100 giri di campo per tutti anche per te se non muovi il culo verso la sala riunioni" "Mister è sempre un onore lavorare con lei" disse lei seguendolo. Prima che il mister chiudesse la porta urlò "Giuro che se gridate ancora vi faccio fare il giro del palazzo a calci in culo".

Alla fine della riunione serale Lu andò verso la sala pranzo dove tutti erano già seduti che aspettavano la cena. "Ti siedi al tuo posto di sempre vero?" chiese David. "Tra Ramos e Fabregas? Con il bel viso di Casillas di fronte? Si". Anche li si sentiva a casa e stranamente la presenza di Sergio non le faceva nessuno strano effetto. "Allora come è andata la mattinata?" chiesero Cesc e Iker. "Bene e a voi?" "Al solito, allenamento e relax" "Beh domani mattina avete relax ma dopo pranzo il mister ha davvero intenzioni cattive" "Nooo.. sono stremato" disse Sergio poggiando la testa sulla spalla di Lu, lei si irrigidì un po'. "Sai cosa è questa Sergio?" chiese lei. "Cosa?" "La vecchiaia" "Smettetela. Allora non ci vuoi raccontare niente?" chiese Iker immischiandosi nella conversazione. Lu aveva capito dove Iker e Cesc volessero andare a parare. "No. Non ti voglio raccontare nulla. Perché non sono affari tuoi. Anzi grazie a tutte e due" "Faccio finta che mi basti" le sorrise Cesc alzandosi. "Ci vediamo più tardi? Partita a PES come i vecchi tempi?" chiese la ragazza. "Sicura? Sergio invecchia" scherzò Iker. "Ramos come ti senti?" domandò lei. "Come sempre" "Nonostante tutto in questo mi fido ancora di lui. Faccio una telefonata e arrivo" "Chi chiami? Alvarino amorino?" la prese in giro David. "Sto chiamando tua moglie, le sto consigliando un ottimo psichiatra per dopo i mondiali" disse componendo il numero di Alvaro.

La volta buona - EC19 || S. Ramos e A. MorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora