Quando Lu salì in macchina tra di loro c'era il gelo, Alvaro non sapeva se parlare e aspettare una scarica di cattiverie o stare zitto. Lu in mente sua aveva capito di aver sbagliato ma faceva finta di nulla. Ad un certo punto il ragazzo accese la radio e da lì partì la canzone All of me. "Che siamo romantici" disse lei cercando di smorzare la rabbia, ma Alvaro non rispose. Continuava a guidare in silenzio, alzando o abbassando il volume in base ad i suoi gusti musicali. "Pensi di tenermi il muso per tutto il tempo?" chiese lei. "Pensi di potermi fare una merda quando vuoi?" rispose lui duro. "Non ti ho fatto una merda" "Già, scusa è vero sei sempre tu quella che ha ragione" ripose gelido. "Se vuoi farmi arrabbiare ci stai riuscendo" ammise Lu stizzita, sul viso di Alvaro apparve un sorriso di sdegno. "Smettila" ordinò lei. "Non la smetto Lu, sappilo" continuò il ragazzo. "Quindi passiamo le vacanze con il muso?" chiese l'organizzatrice. "Non sempre le cose vanno come vuoi tu" rispose lui alzando la radio. "Che vuol dire?" ammise spegnendo quell'aggeggio che sputava musica allegra. "Quello che ho detto" "Allora tanto vale che torniamo a casa, io non voglio stare qui e rovinare le vacanze a tutti" spiegò. "Come? Pensavo volessi vedermi mentre ci provavo con tutte le gelataie di Forte dei Marmi" "Se non la smetti ti pianto uno schiaffo" "Manca solo quello oggi" ammise lui riaccendendo la radio. "Qual è il tuo problema?" urlò. "Non urlarmi contro" rispose lui. "Qual è il tuo problema?" continuò. "Adesso tu! Anzi sei sempre tu quando sei acida e velenosa e crei problemi inutili" disse. "Io sono questa. Di chi ti sei innamorato se non ti vado bene?" domandò. "Mi sono innamorato di una ragazza forte, che si fida di me, che non ha paura che io scappi con qualcuna perché oltre a conoscermi mi ama" rispose duro, Lu non rispose e allora Alvaro continuò "io non sono Sergio". Lu sgranò gli occhi, lo guardò con le mani tremanti e rimase in silenzio per tutto il viaggio.
Dopo circa un'ora di viaggio i ragazzi arrivano a destinazione, l'albergo era lussuoso e tranquillo, ma d'altro canto quando il principino prenotava non deludeva mai, la stanza di Alvaro e Lu era fenomenale. "Cosa ne pensi?" chiese lui. "Che prendo il treno per tornare a casa sta sera" ammise lei. "Smettila" disse lui prendendole la mano. "Non mi toccare" "Ludovica non esagerare" "Tu pensi che io lo ami ancora vero?" chiese lei alzando la voce. "Cosa?" chiese lui accigliandosi. "Tu lo pensi?" chiese indietreggiando verso la porta. "Che ami Sergio?" domandò Alvaro, lei rispose di si con un semplice movimento di capo. "Non penso che tu lo ami. Penso che lui sia la tua paura più grande. Ogni volta che litighiamo, ogni volta che non siamo d'accordo su qualcosa ho paura di spingermi troppo in la e che tu prenda il volo come hai fatto con lui. So che ti ha fatto male quando ti ha lasciata, ma anche se so che mi ami, anche se so che sei andata avanti il fantasma delle tue paure, quelle paure che si chiamano Sergio Ramos, aleggi dietro di te" spiegò. "E tu?" "Ed io convivo con le tue paure" rispose. "Forse è meglio che vada a farmi una passeggiata, torno non ti preoccupare" disse uscendo dalla porta della camera. Quando la porta si chiuse dietro le spalle di Lu, Alvaro diede un calcio al muro poi si buttò sul letto esasperato. Sergio li perseguitava, in tutte le cose che diceva o faceva da parte sua c'era sempre un'attenzione a non dire cose alla Sergio, amava alla follia quella ragazza e la paura di perdere una delle poche cose belle e autentiche gli faceva paura.
Quando Lu tornò in camera Alvaro era seduto sul divano con la televisione accesa ma la testa chissà dove, Lu si sedette sul tavolino di fronte a lui e quando Alvaro focalizzò la sua figura davanti a sé sbatté forte le palpebre e poi sorrise. "Sei tornata" ammise più tranquillo. "Lo pensi davvero?" chiese Lu con un filo di voce. "Cosa?" domandò lui di rimando. "Che Sergio sia la mia più grande paura" "Si" ammise lui. "Perché non me lo hai mai detto?" "Perché pensavo che standoti vicino, facendoti capire che non sarei andato da nessuna parte prima o poi ti sarebbe passata" ammise. "Non ho mai pensato che tu fossi come lui" spiegò. "Però le tue paure ti bloccano" "Io questa storia l'ho sempre vissuta con tranquillità. Né da parte tua, né tanto meno da parte mia c'erano state pressioni sul futuro. Non ne avevamo parlato, il futuro erano le vacanze per noi. Erano quei giorni lontani da tutti, solo noi. Il futuro era progettare Natale dai miei e Capodanno dai tuoi. Era progettare il viaggio in Polinesia. Non avevamo mai progettato figli, matrimonio o quant'altro. Ci amiamo ma non c'era, non dico la voglia ma almeno la disponibilità a farlo. E ora che è arrivato lui o lei siamo costretti a pensarci. E ho paura tu abbia paura, paura di non riuscire a sopportarmi, paura che tu non lo voglia realmente, paura che forse è troppo presto, che siamo troppo giovani." disse mentre le lacrime cominciarono a scenderle sulle guance. "Guardami! Hai visto il mio viso quando ho capito? Hai visto la mia gioia? I miei occhi quando abbiamo ascoltato il suo cuoricino. È vero. Non abbiamo mai pensato al matrimonio e non avevamo mai pensato ad un bambino. Eppure è successo, è arrivato e io non ho mai avuto nessun dubbio sul volerlo, sul voler star con te. Non c'è nessuno che ti, o che ci, mette pressioni. Non c'è nessuno che ci giudica, io lo voglio. E tutto accadrà senza pensarci troppo. È il segreto di tutto il nostro mondo. Del mio e del tuo. Senza pensarci troppo sei volata a Madrid e sei venuta da me, senza pensarci troppo mi sono intrufolato nel bunker di Del Bosque. Senza pensarci troppo sono arrivato a Torino, siamo andati a convivere, senza pensarci troppo stiamo allargando i nostri orizzonti e se tu hai paura afferra la mia mano e ti porterò lontano da tutte le paure. Perché per me basta che tu ci sia e io lotto." disse porgendo la mano alla ragazza. Lu intrecciò le dite a quelle di Alvaro "Scusa, per prima e per questi ormoni, non voglio che Sergio sia un fantasma che perseguita anche te" "Io vorrei che non lo fosse per te per prima, io posso vivere in competizione con un altro, mi sfida a migliorarmi ma mi devi promettere una cosa" disse lui serio. "Che promessa??" "Parlami, delle paure, dei dubbi e anche delle stupide gelosie. Che poi il geloso devo essere io" "Tu? Ma mi hai visto? Se continuo di questo passo ci vuole la macchina nuova" "Sei bellissima!" "Devo fare la pipì" ammise mentre Alvaro rise. "Ecco perché mi sono innamorato di te. Perché mai una volta che un momento dolce rimanga tale. C'è sempre un: "cazzo la pasta", un "scusa amore ma devo andare in bagno", un "taci e baciami". Sei tu la donna della vita. Non dire altro ti prego." "Ti amo anche io" disse baciandogli il braccio. "Voglio che superiamo questa cosa" ammise lei. "Lu tu e Sergio programmavate ma non mettevate in atto, noi non programmiamo. Ma ti prego! Basta pensare che io me ne possa andare come lui. Hai un figlio come garanzia adesso". "Ho una garanzia.." replicò lei prima di addormentarsi sul divano con lui.
"Dormigliona! Svegliati!" disse Alvaro baciandole il collo. "Sono sveglia" disse sorridendo. "Bugiarda" ammise continuando a darle caldi baci risalendo dalla spalla al collo. "Perché mi torturi. Sai che non resisto" disse lei. "E tu non farlo" rispose lui attraendola sotto di se e baciandola. "Che ora è?" "4 e mezza, hai impegni?" "Si" disse lei con aria di sfida. "Quali?" "È l'ora delle coccole" disse seria. Alvaro rise e riprese a baciarla, a stringerla. "Voglio fare l'amore con te" ammise lei concedendosi a lui. Alvaro allora prese a baciarla con più passione, le sfilò maglia e dopo poco tutti e due erano nudi. Entrò piano dentro di lei e poco dopo entrambi caddero stremati sul letto.
Erano le 5 e mezza quando scesero nella hall dell'Hotel. "Noi con figli ad aspettare voi" disse Claudio. "Ecco perché ci hai aspettato perché non abbiamo figli" "Oddio" disse Agnese portando la mano sulla fronte "fate tacere lo spagnolo prima che ci dica la posizione." Il gruppo rise e si diresse verso il mare. "Io amo tutto questo, sole, mare e amore" ammise Lu sedendosi sulla sdraio sotto l'ombrellone tra Agnese e Roberta. "Non ti ci abituare mia cara" disse Carolina. "Già mia cara. Tra poco ci saranno gli Europei, prima il ritiro, poi il ritiro estivo con la squadra" sentenziò Martina. "Si lo so. Mi godevo il momento" disse Lu guardando Alvaro e gli altri mentre giocavano con i piccoli. "Benvenuta nel nostro mondo" intervenne Roberta. "Non ci possiamo lamentare ragazze" "Non mi lamento. Sarebbe gradito passarci un po' di tempo in più." spiegò Agnese. "Claudio si è perso il primo passo di Dado, la prima pappina di Leo, la loro quotidianità." "Rassegnati a traslochi da sola" intervenne Agnese. "Matrimoni organizzati da sola" proseguì Carolina. "E preparati a tirar giù il porco quando prima di un ecografia dovrai spostare la data 4 volte" ammise Martina. "Per non parlare dell'ansia da: speriamo ci sia al parto" proseguì. "Ok ragazze. Chiamatemi quando staranno tutto il giorno in mezzo ai piedi e non li sopporterete più" annunciò facendo ridere le ragazze. "Guardateli come sono belli" disse Agnese. "Alvaro è dolcissimo con il piccolo Christian in braccio, guardalo Lu" "Lo sto guardando da un'ora. Ma è normale che in gravidanza sono sempre arrapata?" disse guardando il fidanzato. "Ahahahahahaahahah ognuno ha il suo modo di sfogare i suoi ormoni" spiegò Martina. "Anche io lo ero tranquilla" ammise Roberta diventando rossa. "Va bene, faccio un bagno. Ho bisogno di calmare i bollenti spiriti" "Oh Dio Lu" rise Carolina. "Questo è un problema ragazze" disse con fare sconvolto. Si alzò e andò verso il mare. "Che fai?" chiese Alvaro vedendo la sua fidanzata camminargli vicino. "Il bagno" "Davvero?" "Guarda e impara femminuccia" disse la ragazza immergendosi e iniziando a nuotare.
Era in acqua da un po', si era dimenticata quanto la rilassasse il mare. Era concentra a guardare una barchetta all'orizzonte quando si sentì avvolgere da delle possenti braccia che la tirarono delicatamente fino a farla poggiare sul petto. "Ciao" disse inspirando. "Che hai?" "Ho un piccolo problema" ammise. "Sarebbe?" chiese Alvaro baciandole la spalla. "Tu" disse seria. "Io?" "Si. Tu e il tuo stupido corpo perfetto" "Mi sa che mi sono perso" rise il ragazzo stringendola ancora di più a sé. "Per colpa tua i miei ormoni sono andati in tilt" commentò con voce sconvolta. "Davvero?" rise soddisfatto il ragazzo. "Smettila di ridere. Io sto cercando di calmarmi" "Vuoi che torniamo in hotel?" "Si e diciamo a tutti ragazzi noi andiamo a trombare perché Lu ha una voglia matta di saltarmi addosso?" "Ti fidi di me?" "Si" "E allora vieni". Alvaro la trascinò fuori e insieme tornarono sotto gli ombrelloni dagli altri. Porse un telo a Lu e la fece sedere con lui sulla sdraio iniziando a scherzare con Claudio e Giorgio.
Dopo un po' disse "La super donna ha freddo" facendo capire a Lu che era arrivato il momento di andare. "Si, forse bagnarsi i capelli a Maggio non è stata una grande idea" "Noi andiamo ragazzi. Ci vediamo a cena?" "Si passo dopo" disse Martina. Arrivati in albergo Lu iniziava a tremare dal freddo. "Mi sa che abbiamo bisogno di una doccia calda" affermò Alvaro abbracciandola in ascensore. "Si. Io ne ho bisogno." I due fecero l'amore di nuovo, sotto la doccia. I restanti due giorni trascorsero velocemente, in pieno relax per tutti, mare e passeggiate. Quei due giorni fecero bene a tutti, sopratutto ad Alvaro e Lu. Tornati a Torino fece le visite di controllo che andarono benone.
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La volta buona - EC19 || S. Ramos e A. Morata
FanfictionLudovica, per gli amici Lu, è una ragazza di appena 23 anni che è arrivata a Torino per vincere e per far carriera, e in pochi mesi c'è riuscita! Lavora per la Juventus, dove tutti la fanno sentire a casa, fino a quando un giorno il passato torna a...