La mattina dopo la sfilata dello scudetto, Torino si svegliò sotto una fitta coltre di nebbia, cosa rara per i mesi primaverili ma ancor più importante era il presagio che quella nebbia portava con sé. Quando Lu aprì gli occhi Alvaro non era accanto a lei ma era intento a fare i bagagli. I bagagli già, sarebbe partito il pomeriggio stesso per andare in ritiro con la nazionale. "Buongiorno" disse alzandosi e abbracciandolo. "Finalmente. Ti sei stancata ieri?" chiese il ragazzo girandosi e abbracciandola. "Amore siamo tornati alle 5, poi la cena, la festa, i balli. Si ero stanca". I due rimasero stesi per un po' poi Alvaro ammise "vorrei rimanere abbracciato a te tutta la giornata ma abbiamo una cosa da fare." "Cosa??" chiese lei. "Vieni" disse portandola in cucina e facendola sedere sulla sedia davanti al frigorifero. "Dobbiamo guardare il frigo amore?" "No" disse tornando in cucina con post-it e pennarelli. "Sarò via per un mese, e vorrei provare a scegliere il nome" spiegò. "Ok. Quanti nomi posso scegliere" "2 amore. 1 per il maschio e uno per la femminuccia!" "Perfetto" disse. Lu entusiasta prendendo i post it. Ci volle davvero poco per farle decidere i nomi, d'altro canto lei i nomi li aveva scelti all'età di 17 anni insieme ad Ines. Scrisse i suoi due nomi e lo stesso fece Alvaro. "Pronto?" "Si" "Vai" lo esortò lei. "Ok" disse avvicinandosi al frigo. "Io propongo Raúl se è maschio" disse attaccando il post it "e Camilla se è femminuccia." "Mmm.. io propongo Mattia e Camille" "Diciamo che ci siamo per la femminuccia" ammise il ragazzo. "Camille Morata" disse lei sorridendo e accarezzandosi la pancia. "Se è maschio?" chiese poi lei. "Mattia o Raúl?" "Mattia Morata non suona male però" ammise Alvaro. "Meglio di Alvaro Morata" scherzò lei. "Zitta Ludovica Cambiol" "È deciso quindi?" "Si, sarà Mattia o Camille?" domandò lei. "Mattia" disse lui sicuro! "Anche io lo penso" disse lei baciando il ragazzo in modo passionale. "Quanto mi mancherai" ammise il ragazzo abbracciandola e sorridendo. "Mi faccio una doccia e arrivo" ammise lei. Lu, quel giorno, rimase un po' di più sotto la doccia, non le andava di far vedere ad Alvaro quanto avesse pianto. Odiava i suoi stupidi ormoni, odiava il fatto che tutto le sembrava più bello o più brutto, più felice o più doloroso. Aveva pianto la partenza di Alvaro, come avrebbe pianto la partenza per la guerra, però si era sfogata e ora si sentiva più libera.
Quando uscì dal bagno, andò in cucina a bere e sul tavolo trovò un mazzo di tulipani con un post it. Lo lesse "Ciao mamma! Sono Mattia o forse sono Camille. Comunque io e papà ti amiamo da morire. Sappiamo che sei una tempesta e che sarai una mamma magnifica, sappiamo che presto arriverò e che tutto il tempo passerà in fretta. Aspettaci (a me ma anche a papà) con il sorriso, perché è bellissimo. Ti amiamo M/C.A" "La devi smettere di farmi piangere ogni 3x2 papà" ammise ad Alvaro appoggiato allo stipite della porta dietro di lei, lei sorrise e solo allora il ragazzo chiese "Sono lacrime di gioia?" "Si" ammise.
Mentre Alvaro faceva la doccia lei finì di preparargli la valigia e poi insieme varcarono la soglia dello studio medico. "Siete pronti a vederlo?" "Si! Prontissimi" "Io ho i risultati anche delle analisi specifiche Lu. Conosciamo il sesso ma te lo voglio mostrare" "Ok" disse prendendo la mano di Alvaro. "Cosa vedete?" "Niente" rispose Alvaro nervoso. "Allora concentrati Alvaro" disse la dottoressa. "Guarda questo è il bambino" disse mostrando sullo schermo. "Si c'ero arrivato" disse lui. "È nella posizione perfetta per vederlo. Lu lo vedi?" "Vedo piedi, gambe, testa, mani" "Guarda qui" disse la dottoressa. "È un pisellino? Quello che vedo?" chiese Alvaro. "Sembra proprio che sarà un campione. Anzi è un campione" ammise la ginecologa. I due si guardarono e insieme dissero "Ciao Mattia". "Sarà Mattia?" domandò la dottoressa. "Si. Mattia Morata" ammise Alvaro aiutando Lu. "OK Lu ci vediamo tra 21 giorni, entri nel sesto mese e così vediamo se tutto è pronto e lui cresce. Per ora sta benone. È cresciuto ed ha un battito regolare. Per ora però niente campi da calcio." "Posso andare al mare?" "Si, ma niente viaggi faticosi in macchina o aereo" "Ok" ammise lei triste.
Quando i due uscirono dall'ambulatorio erano al settimo cielo. "Finalmente potrai iniziare a fare acquisti mirati" disse Alvaro scherzando. "Non vedevo l'ora, sono contenta che oggi non abbia fatto il timido" "Sapeva che oggi era un giorno importante" disse Alvaro accarezzando il pancione. "Ora hai un ultimo desiderio prima della mia partenza?" chiarì il ragazzo. "Non partire?" disse lei scherzando mentre Alvaro alzò un sopraciglio e la squadrò con aria seria. "Pranziamo fuori?" propose lei. "Ogni tuo desiderio è un ordine." "Lecchino" rispose lei salendo in macchina.
Tornati a casa mentre Alvaro sistemava le ultime cose prima della partenza, Lu si stese sul divano a rilassarsi un po'. "A che ora parti?" domandò lei. "Alle 5, prima però diciamo al mondo che è Mattia" "Come lo diciamo" "Foto" "Twitter?" "Si mamma dai. Come vuoi dirlo?" chiese Alvaro esaltato. "Non lo so" rispose stringendosi nelle spalle, mentre Alvaro andava avanti e dietro pensando a mille modi per annunciare al mondo il sesso del loro primo figlio, Lu rimase lì a fissarlo. "Non stai pensando.." l'ammonì il ragazzo. "Scusa" rispose lei. "È la giornata dei post it" ricordò Alvaro. "Ci sono" disse lei alzandosi e prendendo i post it. "Prepara l'autoscatto" urlò lei. "Pronto" scrisse su tre post it <<mamma-papà- Mattia>> arrivò da Alvaro seduto sul divano e gli appiccicò il post it 'papà', alzò la maglia e appiccicò Mattia poi azionò l'auto scatto e si sedette sulla gamba di Alvaro! La foto era uscita bene! Erano tutti e due sorridenti e allora la modificò e la pubblicò su Twitter e Instagram con la didascalia – Oggi grande sorpresa prima della partenza di papà. Anche Mattia vi voleva salutare. It's a boy! #love #piccoliamoricrescono #tornaprestopapi –
Non appena la foto venne pubblicata da tutti e due, i loro telefoni cominciarono a suonare a più non posso. Amici, parenti, zii, cugini. Tutti volevano fare gli auguri alla coppia felice. Le foto divennero subito tendenza e raggiunsero moltissimi mi piace. Tra le tante chiamate che Lu ricevette quel pomeriggio quella di Emma era una delle più belle ed importanti. Emma era una delle sue amiche di una vita, quella che insieme a Ines era cresciuta con lei, mentre Lu stava parlando al telefono con Emma, Alvaro le prese il telefono di mano e parlò con la ragazza "Ciao Emma, sono Alvaro. Ti dispiace se ti richiama più tardi? Sto partendo per la Spagna e vorrei salutarla" L'amica acconsentì subito e lui prontamente spense il telefono. "Sei uno zulù" ammise Lu guardandolo sconvolta. "Oh non ti lamentare vuoi o non vuoi salutarmi?" "Vieni qui va" disse allargando le braccia. "Mi accompagni in aeroporto?" chiese il ragazzo. "Certo!".Un'oretta dopo i due erano in macchina diretti verso Caselle. Nell'abitacolo regnava un silenzio assurdo, i due sapevano che non si sarebbero visti per un mese e mezzo. Alvaro era orgoglioso ma anche preoccupato e Lu era triste, solo triste di non partecipare direttamente a quella spedizione e triste di non avere Alvaro in casa, di non viverlo e di non poter star con lui. "Mi aspetti per far tutto?" chiese lui spegnendo la macchina di fronte all'aeroporto. "Non penso possa fare altro se non aspettare di esplodere" "Mi raccomando" "Alvaro no! Non partire con il pippone del stai attenta... so cavarmela" "Questo lo so! Sei la donna più indipendente che io conosca ma stai attenta lo stesso" disse lui sorridendo. "Tu concentrati! Scendi sul campo e pensa solo a giocare. Noi non andiamo lontano" "Sai che ti amo?" "Si. Lo so! Come so di amarti". "Ti accompagno?" "Te la senti? Ci sono i giornalisti" "Andiamo" rispose lei scendendo dalla macchina. "Fate i bravi" disse il ragazzo. "Noi si, ma anche tu" disse lei baciandolo. Alvaro si abbassò all'altezza della pancia di Lu la baciò e "Wei Mattia. Papà torna presto. Tu non crescere troppo nel frattempo. Non fare arrabbiare mamma, è un po' volubile nell'ultimo periodo, ora sei l'ometto di casa. Aspettami mi raccomando. Ti amo campione". Lu accarezzò il viso del fidanzato e con gli occhi lucidi ammise "ti aspettiamo qui" "Magari non qui, ma non vedo l'ora di tornare" "Simpatico vai" ordinò lei. "Bacio?" rispose lui. I due si baciarono e poi Alvaro andò verso l'imbarco, passò i controlli, si girò la guardò, le sorrise e poi andò verso il gate mentre lei riprese la macchina e ripartì alla volta di Torino.
Mentre guidava per tornare a casa il cellulare le squillò, rispose velocemente senza far caso di chi fosse. "Pronto sono Lu" "Ohi" rispose Sergio con una voce abbastanza preoccupata. "Sergio?" chiese lei corrugando la fronte. "Ciao" rispose però Iker questa volta. "Che ci fate insieme?" domandò. "Alvaro è partito?" chiese il capitano preoccupato. "Si perché?" "Perché domani siamo sui giornali" ammise Sergio. "Chi?" "Io e te" ammise. "Perché?" domandò tranquilla. "Il titolo dell'articolo dice -Non è mai finita e fanno il doppio gioco-", sentendo quelle parole Lu scoppiò a ridere. "Non c'è un cazzo da ridere" tuonò Iker. "Ma ti pare?" rispose lei. "Ci sono le foto di quando ve la facevate 2 anni fa, sei tu. Ci siete voi che vi baciate, voi che vi sorridete di sottecchi e una dichiarazione di Sergio che ti dice "Lo chiami come avremmo dovuto chiamare nostro figlio" Lu sbiancò. "Come è possibile che sappiano di questa cosa Sergio?" domandò. "Non lo so" rispose l'andaluso. "Cosa facciamo ora?" domandò più verso Iker che verso il difensore. "Ho provato a bloccare tutto, ma i giornali hanno già speso migliaia di soldi per queste notizie" spiegò l'andaluso. "C'è dell'altro" continuò Sergio. "Cosa?" chiese lei. "Foto di quando ti sono venuto a trovare mentre stavi con Alvaro a Torino" ammise. "Foto di un bacio" chiarì Iker. Chiuse la telefonata, provò a contattare Alvaro ma il cellulare risultava già staccato, non riusciva più a muoversi, girava tutto, le mani le tremavano e l'unica cosa che riuscì a fare fu chiamare Roberta!
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La volta buona - EC19 || S. Ramos e A. Morata
FanfictionLudovica, per gli amici Lu, è una ragazza di appena 23 anni che è arrivata a Torino per vincere e per far carriera, e in pochi mesi c'è riuscita! Lavora per la Juventus, dove tutti la fanno sentire a casa, fino a quando un giorno il passato torna a...