Dalla sua piccola deviazione Noah ritornò col sorriso. Quel poco che era riuscito a carpire dell'odore della ragazza era bastato a calmarlo abbastanza da poter stare seduto l'ora mancante.
Suonata la campanella la prima cosa che fece fu dirigersi verso la classe occupata dalla quarta F ma era già vuota, beh ad essere sinceri qualcuno c'era ma non era chi stava cercando.
Decise di tentare un altro approccio e di dirigersi verso il cortile, avrebbe chiesto a Mark di condurlo dalla ragazza. Ma qualcosa lo colse alla sprovvista, la percepiva, era vicina, vicinissima.
Fece qualche passo guardandosi attorno con attenzione, non la vedeva da nessuna parte. Allora continuò a camminare, avrebbe voluto ringhiare e cacciare via tutti quelli che gli impedivano di rintracciare la traccia olfattiva grazie alla loro puzza, ma così facendo rischiava di allontanare anche la preda. L'odore si stava facendo più debole, stava sbagliando strada. Tornò indietro, lei era ancora lì, ma lì dove? Ad un certo punto esasperato si appoggio a una porta ed ecco che gli sembrò di riceve un invito a nozze. Sì fiondò all'interno dell'aula e la trovò vuota, era un laboratorio e nessuno avrebbe dovuto usarlo quel giorno, dunque perche lei era lì?
Ancora non la vedeva ma la sentiva chiaramente ed era sicuro di non aver sbagliato. A conferma di ciò sentì un cuore accelerare il proprio ritmo e la puzza di ansia permeare l'aria.
Voleva afferrarla e tirarla fuori dal suo nascondiglio, che curiosamente era sotto la cattedra.
Si diresse velocemente in quella direzione ma più lo faceva e più l'ansia cresceva, che diavolo stava succedendo? Quella non era una reazione normale.
Nessuno dovrebbe rannicchiarsi sotto un banco in un aula inutilizzata e soprattutto non doveva provare quel terrore, ebbene si ora si sentiva molto più il terrore che l'ansia.
Arrestò dunque il passo ma non indietreggiò.-Esci da lì-
Ci fu un attimo di stasi, anche il cuore della fanciulla si arrestò per poi riprendere a battere.-Non so cosa ti stia terrorizzando ma devi uscire-
Vide una chioma spuntare dal bordo della cattedra in legno.
poi la figura si alzo in piedi e Noah ne rimase sconvolto.Credette che la vista lo stesse ingannando, in fondo era plausibile, li avvolgeva infatti una semi oscurità dovuta alle tapparelle abbassate, poi si ricordo di essere un licantropo e si disse che non c'erano errori, quello che vedeva era reale.
Si avvicino ulteriormente e la figura non fece che irrigidirsi, quando poggio una mano sulla sua guancia per poi salire ai capelli ebbe un sussulto e tentò di allontanarsi.
Noah però non aveva mollato la presa e il risultato fu che finì per tirarglieli inavvertitamente.
Nonostante tutto non mollò la presa ma la intensificò, avvicinò il naso al collo della minuta figura e ispirò rumorosamente provocando un brivido all'altro.
Tutto sembrava svolgersi a rallentatore, anche il suo rialzara la testa era stato lento.
Si prese qualche secondo per fissare la persona che aveva davanti.La pelle era pallida.
I capelli erano corti e scompigliati, di uno splendente moro che colpito da uno dei flebili raggi di luce che passavano tra uno spiraglio e l'altro assumeva una sfumatura rossiccia.
Lo sguardo era un po spaurito e i grandi occhi marroni erano incredibilmente espressivi.
Il naso era piccolo e all'insù spruzzato di lentiggini.
Le labbra erano rosse e carnose.Lo sguardo continuó la sua discesa.
La grande felpa grigia lasciava in mostra le clavicole; delle forme che si nascondevano al di sotto di essa si poteva intuire ben poco.
Poi vide i jeans aderenti e le scarpe da ginnastica.Tornò su con gli occhi.
Era un maschio, era un ragazzo.Lo sconosciuto continuava a non parlare e a fissarlo dritto negli occhi nonostante il lieve tremore del corpo.
-Sono Noah nonché alfa del branco di cui chiedi di far parte. In questa città ci sono due branchi, quello di mio padre e il mio. La gente mi segue per scelta, nessuno è stato obbligato. Dunque se sei sicuro che il tuo posto sia tra i miei aspettami in classe, andremmo a mangiare insieme-
Quasi tutti i lupi giovani lo seguivano. Lo reputavano un leader carismatico e capace, più vicino alle loro idee e alle loro esigenze rispetto al padre e quindi lo svilupparsi di questi due nuclei era stato spontaneo e per niente forzato.
Se si dovesse ricercare l'origine di questo fenomeno bisognerebbe andare molto indietro. Già ai tempi dell'asilo i bambini sembravano riconoscerne l'autorità e lo seguivano fedelmente.I due erano ancora incredibilmente vicini e Noah percepiva qualcosa di strano in quel ragazzino.
Come si sarebbe dovuto comportare?Portò una mano al collo del ragazzo tastandolo con fermezza nell'imitazione impacciata di una carezza e l'altra mano gli percorse lo stomaco.
Non aveva mai toccato un ragazzo in quel modo e non sapeva cosa fare o cosa stesse cercando. L'unica cosa che voleva fare era capire come facesse quel ragazzo a scombussolarlo tanto.
Il ragazzino cercava di allontanarsi con cautela per non suscitare reazioni rabbiose da parte dell'alfa che aveva subito intuito la sua natura.-Fermo-
Non c'era più scampo, quando l'alfa usa il tono del comando non c'era niente che uno come lui potesse fare per fuggire.
Noah mosse la mano che stava vagando sul ventre per portarla al mento dell'altro e alzandoglielo.
Portò la lingua all'attaccatura tra collo e spalla e assaggiò il sapore della sua pelle e si lasciò trasportare dai sensi.
In quel momento capì tutto.
Intensificò la presa sul collo in maniera inconsapevole.-Sei un omega-
La reazione del piccolo ragazzo fu inaspettata.
Strinse forte i pungni e gli occhi, quando li riaprì ringhiò e tentò di morderlo. Noah era sconvolto e lo lasciò andare preso dalla sorpresa.
Lo guardò correre via.
Teneva lo sguardo puntato verso la porta aperta e la gente che lo guardava cercando di capire cosa fosse successo.
Neanche lui sapeva cosa fosse capitato, non capiva le azioni del ragazzo (in realtà non era un vero mistero ma trovava il suo tentativo di morderlo un pelino esagerato visto il precedente fare remissivo) e non capiva perché il suo lupo avesse cercato quel contatto.
Rendendosi conto che le persone continuavano a fissarlo ringhiò loro l'ordine di andarsene e pochi secondi dopo iniziarono le lezioni e lui stordito si diresse nella propria aula.Come si chiamava lo scricciolo?
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omega
RandomAlessandro si è trasferito molte volte e ha avuto modo di farsi una propria idea delle persone, dei branchi e della gerarchia che lo governa. Le cose però sembrano cambiare quando il suo essere omega diventa il trampolino di lancio verso la vita che...