cap 11 primo giorno dell'heat

1.9K 130 109
                                    

La mattina dopo Alessandro si sentiva meglio, stava comunque da schifo ovviamente, ma almeno riusciva a camminare sulle proprie gambe.
I muscoli erano indolenziti come dopo ore di allenamento (cosa non del tutto falsa visto e considerato che il giorno prima era davvero stato in palestra) ma in compenso avevano smesso di contrarsi involontariamente.
Si sentiva un po stordito ma quello era principalmente dovuto alla mancanza di sonno.
Infatti la sveglia non era riuscito a buttarlo giù dal letto e per questo si stava dirigendo a scuola con tre ore di ritardo.
Sarevbe potuto rimanere a casa ma preferiva conservare le assenze per momenti migliori e poi non gli andava di rimanere solo.
Lungo la strada, che non era affatto lunga, quindi andò a piedi anche se con scarsa voglia, si imbatte in un gruppo di uomini.
-Eih ragazzino che fai in giro a quest'ora?-

Il ragazzo era piuttosto di pessimo umore, la mattina era spesso irascibile, quindi camminò dritto e ignorò i beta.

L'uomo che prima gli aveva rivolto la parola lo chiamò di nuovo dopo essersi avvicinatto e alzando un po la vace, pensava ovviamente di non essere stato sentito e non semplicemente snobbato.
Mannaccia il loro buonismo.

-Eih tutto bene, ti sei perso? -

Se avesse detto nuovamente hei gli avrebbe dato un calcio negli zebedei.
Alessandro si voltò e gardò il proprio interlocutore.
Era un uomo robusto con una larga camicia a quadri e gli ricordò lo stereotipo del boscaiolo; barba incolta capelli selvaggi, si era proprio l'immagine del rude taglia legna.

Però sembrava davvero preoccupato, così abituato a quella comunità unita e mosso da un sincero interesse, per questo decise di essere gentile e di congedarsi con garbo.

-Salve, mi sono svegliato in ritardo, non ho sentito la sveglia-
-In ritardo?-
-Per le lezioni-
-Non hai lo zaino-

Alessandro sgranò gli occhi e si guardò le mani, poi si tastò le spalle.
Era chiaro che non aveva con se i libri ma il non essersene accorto prima lo mandò in confusione.

-Ero parecchio di fretta 'sta mattina, devo averlo dimenticato-

-Se vuoi posso darti un passaggio a casa per prenderlo-

Nel fare quella proposta l'uomo si era avvicinato parecchio.

-No, è molto gentile da parte sua ma mi saprò arrangiare-

Un detraglio attirò l'attenzione di Alessandro, le pupille delluomo si erano dilatate in maniera spaventosa e il suo naso stava odorando l'aria in maniera insistente.
Doveva allontanarsi da lì il prima possibile.

-La ringrazio ma ora devo andare-

L'uomo gli si mise di fronte bloccandogli il passaggio e lo fissò intensamente poi scosse la testa come a scacciare un pensiero molesto e gli allungò una mano.

-Piacere sono Elia, sai sei davvero carino-

Ma cosa avevano di sbagliato le persone di questa città? Tutte tremendamente invadenti e diretti.
Alessandro non ricambiò la stretta.

-Bene Elia è stato un piacere o almeno credo; ora devo proprio andare-
-Aspetta. Non vorrei sembrarti strano ma credo che essere schietti sia il meglio che si possa fare. Mi ecciti-

Ok era ufficiale, avevano tutti bisognio di un buon psicologo in questo postto; poi si ricordò dell'heat e si calmò un po.

-Signore-
-Elia, chiamami Elia-
-Elia, non pensa davvero quello che ha detto, è solo confuso quindi adesso io me ne andrò facendo finta di niente  e lei appena me ne sarò andato capirà quanto quello appena successo sia stato ridicolo-
-Non posso confondere un'erezione-

omegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora