Cap 24 Bere? Ottima idea

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Appena Alessandro vide uscire Noah sentì andarsene l'adrenalina, poi la tensione si disciolse e infine cadde a terra non riuscendo a più a raccimolare quel poco di forze che gli servivano per stare in piedi.
Era rimasto seduto sul pavimento freddo per quelle che dovevano essere ore visto che ormai il sole stava calando e la luce che filtra a dalle tende era meno intensa e dirompente.
In quello stato confuso e debole sentì la sonnolenza coglierlo lentamente e senza pensare a niente si distesi lì dov'era, non voleva alzarsi e la stanchezza rendeva comode le mattonelle che premevano sul fianco.
Era ancora calato in quello stato di quiete quando la porta venne nuovamente aperta e la figura di Zoe incombeva su di lui.
La ragazza si precipitò preoccupata verso il fratello che sembrava più pallido del solido e quando notò il sangue sulle guance vide la rabbia deformarne i tratti delicati.
-È stato lui vero? Io lo uccido, dimmi che è così e giuro non dovrai mai più rivederlo-
-Sono così stanco-
La ragazza senza esitazioni lo prese in braccio e lo condusse verso la propria camera, con delicatezza lo appoggiò sul materasso per poi accarezzare i capelli valorosi e arricciati.
-Torno subito-
La vide uscire e nell'attesa chiuse gli occhi concentrandosi solo sulla morbidezza delle coperte e sull'odore di bucato che emanavano.
Quando la sorella tornò percepì qualcosa di freddo e bagnato scorrere lungo la guancia, aprì lentamente gli occhi e la vide chinata verso di lui ad occupare interamente la visuale, una leggera ruga tra le sopracciglia e una deliziosa smorfia a piegarle le labbra.
-Va tutto bene-
-No che non va tutto bene laoch, tu sei ferito e debole e ti ho trovato semicoscente davanti alla porta. Dimmi cosa esattamente va bene?! -
-Le ferite sono già rimarginate-
-Non è questo il punto-
L'espressione si fece maggiormente afflitta.
-Nessuno dovrebbe avere anche solo la possibilità di farti questo-
Alessandro portò la mano a stringere quella della sorella, la stessa che impugnava la pezza imbevuta d'acqua e ora macchiata di rosso.
-Me la sono cavata-
-Non azzardarti a minimizzare la cosa-
Il minore sghignazzò sotto lo sguardo contrito della rossa.
-Eri praticamente incosciente, abbi la decenza di fingerti preoccupato-
-È una normale conseguenza, serei più preoccupato se non succedesse-
Zoe lasciò che un rumoroso sbuffo le uscisse dalle labbra, ormai rassegnata posò la pezza sul comodino e continuo a coccolare il fratellino.
-Come ti senti?-
-Ora sto bene-
-Perfetto - La sorella si alzò di scatto e lo fissò attentamente prima di parlare.
-Ti dò un'ora per riprenderti completamente poi torno e ci prepariamo, non voglio storie-
-Ma cosa? -
-Si va in discoteca, me lo hai promesso ricordi?-
Non gli diede neanche il tempo di contestare che era fuggita come una scheggia, probabilmente avrebbe passato l'ora che gli aveva concesso davanti all'armadio nel tentativo di scegliere un vestito.

Decise di approfittare di quei pochi minuti per riordinare le idee. Sapeva che contraddire un alfa, soprattutto per uno nella sua posizione poteva essere pericoloso, gli omega per natura sentono il bisogno di sottomettersi e di seguire un capo, qualora gli ci si opponesse ne risentirebbe il corpo e la mente. Qualsiasi animale che vive in branco sa che ribellarsi a un ordine diretto dell'alfa è  una pazzia, non era la prima  volta che si trovava costretto a letto per essersi comportato da incosciente ma si sentiva così patetico ogni volta. 

Mentre rimaneva steso su un fianco, una mano sotto il cuscino e l'altra posata sulle lenzuola l'unica cosa a cui riusciva a pensare era il senso di oppressione, il suo lupo che abbassava le orecchie e cacciava la coda tra le zampe e lo implorava di sottomettersi, la propria natura che lo portava a chinare il capo; era così frustante.

Le dita che prima erano distese si chiusero a pugno e sentì le unghie segnare il palmo e vide le nocche sbiancarsi.

Non c'era niente che potesse fare, niente.

Fu con quel pensiero ad accompagnarlo che si lasciò andare ad uno stato di apatia, se non poteva cambiare le cose allora non si sarebbe affannato per una lotta persa in partenza

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