Gli aveva urlato contro perché era furioso, tutto quello che era successo lo aveva sconvolto e non ne capiva il motivo, e non questo lo innervosiva parecchio.
Alessandro era stato una valvola di sfogo, la persona giusta nel momento sbagliato.
Quando suo padre gli aveva detto di prendersi cura di lui aveva passato ore chiedendosi cosa avrebbe potuto fare per quello scricciolo e oltre a un allenamento personalizzato e a un giro della città gli era venuto in mente di comprargli i sopressori; non era sicuro fosse una buona idea ma di certo era qualcosa di utile, e cosa c'era di meglio di un regalo utile?
Non pensava di darglielo in quel modo ma le cose erano andate così è questo non faceva che innervosirlo ulteriormente.Era arrabbiato con quell'uomo, perché diavolo doveva trovarsi proprio lì? Era arrabbiato con Alessandro, lui è il suo maledettussimo essere Omega, era furioso con la natura; e poi odiava se stesso per come si era comportato.
C'era anche altro, molto altro, ma questi erano i punti fondamenali e su cui la sua mente tornava con più insistenza.
Dopo aver abbandonato il vicolo, senza sapere che fine avesse potuto fare Alessandro, aveva deciso di non tornare a scuola e di fare un giro nella riserva.
Subito dopo aver parlato col ragazzo era tornato lupo, non doveva dimenticarsi di essere nudo e dopo una corsa nel bosco si era sentito molto più calmo; sentire il terreno umido sotto gli artigli, percepire dettagli insignificanti come il battito del cuore di un coniglio stando semplicemente seduto, i muscoli che guizzavano sotto la pelliccia, tutto ciò lo rasserenava e gli donava una calma immensa .
Era poi tornato a casa per fare una doccia e nuovamente vestito si sedette sulla poltrona, la stessa su cui poche ore fa era seduto l'omega.
Doveva occuparsi di lui quindi perché diavolo gli aveva urlato contro in quel modo?
Beh se l'era cercata, se avesse preso dei sopressori quell'uomo non lo avrebbe aggradito.
Scosse la testa per scacciare certi pensieri; lui aveva giurato e pertanto non c'erano scusanti. Quindi decise di andare di nuovo a casa sua, controllare che stesse bene, fargli capire che nonostante la "lite" lui era disposto ad aiutarlo e poi tornarsene indietro lasciandosi tutto alle spalle.Prese il telefono che aveva lasciato sul comodino e si accorse di diverse chiamate perse: Sarà, Kate, i gemelli e addirittura Mark; c'erano anche diversi messaggi nella segreteria telefonica, ma quelli vennero prontamente ignorati.
Quando arrivò a destinazione si rese conto che qualcosa non andava, era ovvio in una maniera devastante.
Avrebbe dato solo un'occhiata, questione di secondi si disse
Decise di fare un giro intorno all'abitazione, così per curiosità; ma sotto la finestra al secondo piano della facciata posteriore della casa, quella che si affacciava sul giardino, si sentiva puzza di tristezza da star male.
A questo punto sarebbe dovuto entrare e controllare dato che sentiva anche l'odore di Alessandro ma semplicemente bussare lo metteva a disagio, se ripensava a come si era comportato prima entrare dalla porta principale come nulla fosse successo gli sembrava da ipocriti.
Si guardò attorno in cerca di un'alternativa e gli venne da ridere davanti al cliché che gli si presentava... un albero, sarebbe entrato arrampicandosi sull'albero.
La caso non fu difficile e appena si trovò alla giusta altezza fece un balzo per poi ritrovarsi sul balcone.E adesso? La finestra non era aperta quindi o la rompeva o la scardinava.
Beh un piccolo prezzo da pagare per una buona causa; con un colpo deciso riuscì a entrare e senza più lo schermo del vetro l'odore che prima aveva percepito ora era anche più intenso.
Si guardò attorno dopo aver scostato le tende che impedivano alla luce di filtrare.
La stanza era completamente a soqquadro e face addirittura fatica a capire dove mettere i piedi,sembrava una discarica che schifo.
Sulla scivania trovò un vassoio con dell'acqua e un piatto di tramezzini con un bigliettino
'Per favore mangia qualcosa appena ti senti meglio' probabilmente lo aveva scritto la madre.
Continuò a guardarsi attorno per capire cosa fosse successo ma non vide niente che potesse aiutarlo; quindi dato che agiva per un fine nobile, si sentì autorizzato a ficcanasare in maniera più decisa e violare, più di quanto non avesse già fatto, la privacy di Alessandro.
Fu così che trovò due confezioni di sopressori, una vuota e quella che probabilmente era la sua a cui mancavano tre pillole.
Fu come un fulmine a ciel sereno, quante diavolo di pasticche aveva preso il ragazzo? Perché le prime non avevano avuto effetto.
Sapeva che era consigliato prenderne due e assumerne un numero maggiore era altamente sconsigliato, maledetto deficiente sconsiderato.
Andò dal ragazzo e quando lo raggiunse si rese conto che era quasi inodore, prima non lo aveva notato dato che l'intera camera portava la sua essenza; questo era uno degli effetti dei sopressori, diminuire la produzione di ormoni, ma quello era decisamente troppo.
Afferrò il moro e lo porto in bagno facendolo chinare vicino al WC per poi infilargli due dita in gola; il suo corpo avrebbe impiegato troppo a smaltire tutta quella merda.
In questo modo probabilmente sarebbe riuscito a eliminare quelle appena prese, ma per quelle del mattino non poteva fare molto.
Dopo che il ragazzino aveva smesso di rimettere gli pulì la bocca e provò a fargli bere qualcosa ma questi era ancora piuttosto intontito, in uno stato catatonico.
Lo riacconpagnò nuovamente a letto e con delicatezza lo riavvolse nelle coperte, lo avrebbe lasciato riposare un po e poi lo avrebbe svegliato per farlo mangiare.
Il sonno di Alessandro si era dimostrato piuttosto inrequieto, si dimenava, biascicava parole senza senso e non capiva cosa gli stesse succedendo.
Cercava di calmarlo parlandogli all'inizio.
- Sai mi sono reso conto che non conosco il tuo cognome, tu il mio lo sai?-
-Ci sono molte foto in questa stanza e anche diversi dipinti, sono opera tua? Sai sono molto belli-
- C'è un vero disastro, sperò vivamente non sia sempre così, credo mi toccherà venire a controllare in futuro-All'inizio parlare sembrò funzionare, in quei momenti si calmava e ritornava sereno; poi però non era stato più sufficante.
Aveva provato a sistemargli il cuscino a coprirlo di più e sentendolo tremare di freddo gli aveva preparato una borsa d'acqua calda.
Ogni volta però che lo lasciava per tornare qualche istante dopo lo trovava più irrequieto di prima.
Cercò di ricordare cosa faceva sua mamma quando da piccolo si ammalava: gli preparava del brodo, peccato che Alessandro di toccare cibo non ne voleva sapere, gli metteva un film, ma anche questa era un'idea sciocca, e lo coccolava.
Un po impacciato gli so avvicinò e cominciò ad accarezzargli la testa, passava le dita tra i capelli districando qualche nodo e poi scendeva lungo la guancia, le attenzioni avevano sortito l'effetto sperato; quindi per stare più comodo gli si stendette di fianco.
Se lo appogiò al petto e gli circondò la vita col braccio mentre continuava ad accarezzarlo.
Non sapeva fino a che punto avesse digerito i sopressori e questo lo preoccupava molto visto come gli effetti persistevano; a quell pensiero se lo strinse maggiormente contro sentendo come anche l'altro lo cercasse e contraccabbiase, si scoprì piacevolmente compiaciuto di come le loro gambe fossero intrecciate.
Data la vicinanza riusciva a sentire meglio le parole biascicate e a intuirne il senso anche se per lo più erano lamenti.
Diceva lupo; forse gli mancava passare il tempo con altri simili mentre era trasformato, in fondo il lupo per natura era un animale socievole.
Scrisse un biglietto e poi lasciò spazio al suo lato più ferino e gli si accoccolò contro. A quel gesto Alessandro lo strinse forte sfregando il volto nel suo pelo e dopo quel momento si calmò per poter finalmente dormire serenamente.Piccolo angolo me
Riguardo gli aggiornamenti mi sono resa conto che il massimo che posso fare è pubblicare almeno una volta a settimana dato che non riesco a mantenere un giorno fisso.
Poi miei cari lettori ho una piccola sorpresa (rullo di tamburi prego) STO CREANDO LA COPERTINA DELLA STORIA.
Non so quando sarà finita ma a me personalmente per ora piace spero che sarà così anche per voi.
Arrivederci e alla prossima
STAI LEGGENDO
omega
RandomAlessandro si è trasferito molte volte e ha avuto modo di farsi una propria idea delle persone, dei branchi e della gerarchia che lo governa. Le cose però sembrano cambiare quando il suo essere omega diventa il trampolino di lancio verso la vita che...