cap 13 capuccetto rosso e il lupo zuccheroso

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La prima cosa che sentì fu calore, poi la sensazione di pesantezza e in seguito capì di non essere solo.
Si alzò di scatto guardandosi attorno ancora confuso, non ricordava molto e cercava di ricollegare i pochi frammenti di memoria che riaffioravano.
La prima cosa su cui si concentrò fu il grosso lupo che steso al suo fianco lo osservava scodinzolando.
-Che ci fai tu qui?-
Per qualche secondo aveva aspettato una risposta poi si era dato del cretino, parlare con un lupo era una delle cose più stupide che aveva fatto in quel periodo, e di certo non si era dimostrato un genio ultimamente.
Guardando meglio l'animale gli vennero in mente i fatti accaduti, quando? Qualche ora prima o era passato più tempo?

-Sai una cosa? Non mi interessa che ci fai qua devi sparire-

Il lupo abbassò le orecchie e iniziò a fare un verso dispiaciuto, un lamento sottile

-Non mi fai pena, ho detto che te ne devi andare!-

In quello stato i lupi mannari riuscivano a capire il senso delle frasi anche se discorsi lunghi o complicati rimanevano quasi incomprensibili; quindi perché quel sacco di pulci era fermo lì guardandolo come se lo stesse bastonando o peggio?
Cercò di spingerlo via ma per le sue deboli braccia spostare quella mole era un'impresa titanica.
-Sono davvero arrabbiato quindi ti conviene andartene prima che diventi violento-

Il lupo sembrò capire e dopo essersi alzato sulle zampe per poi scendere dal letto si allontanò di qualche passo.
Finalmente, sarebbe stato solo per potersi autocommiserare ancorcora un po e poi affogare i dispiaceri nel cibo e nelle squallide commedie romatiche.
Poi però l'animale era tornato indietro con un foglietto tra i denti e si era seduto vicino al suo letto in attesa.
Sapeva di dover essere più furioso di così con Noah ma era stanco e ormai rassegnato alla natura degli Alfa.
Afferrò il biglietto e lo lesse.
'Dopo la nostra conversazione';
Aveva il fegato di definiltra "nostra conversazione" era stato un suo inveire contro di lui senza la benché minima logica. Riprese a leggere.
'Sono tornato indietro per cercarti e ti ho trovato praticamente drogato, ho cercato di aiutarti ma non fare più cose del genere'
E di chi era la colpa secondo lui?
Il biglietto finiva così, senza un "mi dispiace" o "scusa sono un idiota perdonami per la mia stoltezza" ok la seconda opzione era improbabile ma sarebbe stata accetta volentieri.
Guardò l'animale ancora in attesa.
-Bene, questo spiega perché sei qui ma non perché sei un lupo e non te ne sia già andato-

Ormai anche quel poco di ostilità era sparito lasciando il posto a un tono solo vagamente piccato; l'altro lo capì e risalì sul materasso più felice di prima.
Scodinzolava e dopo aver fatto un giro sul posto si era di nuovo accoccolato al suo fianco poggiandogli il muso sul grembo.
Che cosa si aspettava da lui ora? La bestia gle lo fece capire cercando col muso la sua mano.
-Lo sai che l'affetto dovrebbe essere spontaneo e non imposto come fai tu?-
Nonostante tutto iniziò davvvero a coccolarlo: massaggiava vicino alle orecchie, faceva i grattini al collo e accarezzava il muso.
In risposta ricevette degli ugiolii entusiasti e la coda prese a muoversi con più insistenza.
Alessandro prese il telefono per controllare l'orario e si rese conto che ormai era pomeriggio inoltrato.

-Bene, ho dormito solo poche ore-

Il lupo picchiettò col muso il suo fianco per poi guardare il telefono.
-Che c'è ora?-

L'animale non contento portò la zampa sul telefono senza controllare la forza e rischiando di farlo cadere a terra.

-Ma sei impazzito? Sei lupo non deficente quindi smettila di cercare di rompermi il telefono-

Nel controllare le condizioni dello schermo, sperò vivamente per quel cretino che non fosse graffiato o lo avrebbe spellato vivo e con la pelliccia ci avrebbe fatto un tappeto, l'occhio gli cadde sulla data.
Non aveva dormito poche ore ma quasi un giorno e mezzo.
-Tu da quanto sei qui?-

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