Per le due ore successive al suo rientro in classe i compagni lo avevano fissato in modo sorpreso, confuso e perfino scioccato. Nessuno di loro riusciva a credere a ciò che quella entrata trionfale comportava: il gracile omega aveva avuto la meglio su Katia. Alessandro, in qualcuno, notò addirittura un pizzico di ammirazione. Dall'esterno doveva sembrare Davide che finalmente riesce a sconfiggere Golia: a metà tra un eroe e un miracolo.
Tra queste vi era ovviamente Anastasia, chissà se la ragazza era abbastanza determinata da fare davvero amicizia con quello scorbutico di Marck.Quando poi suonò la campanella di fine lezione, si rese conto che, completamente preso dalla noia, aveva fatto a pezzettini davvero molto piccoli un foglio del proprio quaderno ad anelli sul quale erano scritte poche frasi.
Gli stralci di carta coprivano tutto il banco e la finestra aperta, che lasciava passare un lieve venticello, li faceva svolazzare appena.
Prima di uscire si trattenne quindi a raccoglierli e buttarli, ma venne distratto dalla piccola folla di persone che si era formata davanti alla porta dell'aula.
Decise di avvicinarsi e ciò che vide lo innervosì e lusingó in egual modo.
C'era Noah circondato da odiose ochette che gli starnazzavano intorno.
Sapeva che l'Alfa era lì per lui, chiamatelo sesto senso ma certe cose sapeva capirle, però, proprio come quella stessa mattina, Noah non sembrava intenzionato a cacciare nessuna delle sue pretendenti.
Aveva sempre nutrito verso di sé una stima molto alta e sapeva che se voleva davvero conquistare Noah quelle sciocche non avrebbero potuto fare niente, era più bello, più sveglio e aveva imparato a sedurre dalla migliore; eppure una piccola e sciocca parte di sé gli diceva di non esserne troppo convinto, di non lusingarsi troppo. Senza rendersene conto un live ringhio gli graffio la gola.Avrebbe dovuto mettere in chiaro parecchie cose quel giorno, a quanto pare quella mettere al tappeto quella lupa non era bastato.
Con passo spedito si diresse verso il biondo che appena lo vide gli sorrise felice ignorando, così, la ragazza che gli stava a dir poco toccando in modo malizioso il petto muscoloso. Sorrise anche lui, non era sua intenzione farlo, di solito uno sguardo enigmatico era molto meglio quando si voleva ammaliare qualcuno, ma proprio non riuscì ad impedirselo.
Ben gli sta a quella cagna.
-Ciao Alessandro-
Il moro si avvicinò ulteriormente, spingendo via parecchie ragazze in fila come a un banco alimentare. Quando l'ultimo ostacolo tra lui e l'alfa era proprio quella sciocca ragazzina, poggió una mano sulla sua, e lì affondò le unghie, non voleva che Noah lo notasse questo lato di lui non poteva evitarlo.
-Cara ti dispiacerebbe lasciarci soli? il MIO amico ed IO dobbiamo proprio andare-
Guardó il biondo e gli sorrise, questa volta fece attenzione affinché non sembrasse un babbeo e fece attenzione a risultare accattivante e lievemente ammiccante, un sorriso studiato.
-Vero Noah? -
Lo sguardo dell'altro si fece un po' perplesso ma annuì.
-Certo-
Guardate e sbavate stronzette
pensò Alessandro.Con studiata delicatezza Alessandro presa la mano di Noah e la strinse intrecciando le dita per poi alzarsi sulle punte e baciargli la guancia avendo premura di far aderire i loro corpi.
-Forza ora possiamo andare-
Mentre i due si avviavano l'omega voltò il capo verso la classe e mimò con le labbra "Lui è mio, lontane puttane".
Quando finalmente furono più lontani dalla folla e si trovarono soli nei corridoi, siccome ormai la maggior parte della massa studentesca era o nei giardini a consumare un veloce pranzo a casa o in mensa ad accaparrarsi le ultime porzioni, Noah prese parola.
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omega
OverigAlessandro si è trasferito molte volte e ha avuto modo di farsi una propria idea delle persone, dei branchi e della gerarchia che lo governa. Le cose però sembrano cambiare quando il suo essere omega diventa il trampolino di lancio verso la vita che...