cap 19 Maniaco: si o no?

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Era ormai sabato, e durante il tragitto che Noah percorreva tutti i giorni per andare a scuola, si soffermò a pensare a quella settimana.
Era lunedì quando il piccolo Omega era arrivato e erano bastati due giorni per capire quanto lo attraese fisicamente e altrettanti per rendersi conto che ne suoi confronti provava uno strano senso di protezione.
Non era uno svolgersi progressivo del loro legame ma un'ascesa  vertiginosa.
I legami tra creature sovrannaturali, dotate di un'affinità con la magia, erano diversi da quelli dei comuni umani; era come se il contatto con quell'aspetto della natura rendesse le loro emozioni più intense e costituisse un collante in più.
Gli uomani disponevano del tatto, della vista, dell'audito, dell'olfatto e del gusto per percepire gli altri e i mannari non solo possedevano questi cinque sensi maggiormente sviluppati ma ne possedevano un sesto appunto: la magia; essa infatti era concreta e percepibile al pari di ogni altro oggetto.
Quelli come lui inoltre erano guidati dall'istinto e non frenati da cose come la ragione, o per lo meno era così quando lasciavano il proprio lupo libero di agire.
Quando arrivò a scuola con i suoi abituali sei minuti di anticipo si perse a chiacchierare coi compagni e si rese conto, in un tremendo dejavù, che Alessandro non era presente.
Quel ragazzino lo avrebbe fatto impazzire un giorno di questi e per come stavano andando le cose non avrebbe dovuto aspettare molto.
-Ma oggi Lele non doveva essere con noi?-

La voce preoccupata di Sara lo riscosse dai suoi pensieri.

-In teoria si-
Rispose freddamente

-Beh si sarà preso un giorno di vacanza-
-Non sono tutti pigri come te-
-Anche tu sei pigri-
-Però io almeno mi contengono-
-Semplicemente fingi bene-
-Se non state zitti ci faccio la passata con voi teste di pomodoro-
-Il nostro è un affascinante color carota-
-Ma che banalità fratello, è rosso Tiziano-
-Carota o Tiziano non me ne fotte niente, sparate meno cazzate o vi trasformo in ketchup per le patetine-

Noah si schiarì la voce per richiamare l'attenzione e quel suono seppe immobilizzare tutti.

I gemelli lanciarono un'occhiata infastidita a Marck il quale si accese semplicemente una sigaretta senza prestare troppo interesse agli altri, anzi già perdendo per loro qualsiasi interesse visto che non poteva più 'fargli il culo a strisce'.

Il resto del gruppo percepito il malumore del proprio Alfa decise di cambiare argomento e fino al suono della campanella erano riusciti a distrarre Noah quel poco che gli impediva di esplodere.

Entrati in classe si ripeté la scena di pochi giorni fa, il biondo agitato non riusciva a stare fermo sulla propria sedia mentre Leonida cercava di calmarlo.
La prima ora di lezione sembrò scorrere senza problemi, solo qualche sbuffo e qualche occhiataccia più del normale, ma tutta roba piuttosto prevedibile.
Noah si era imposto di aspettare l'intervallo per controllare se fosse arrivato in ritardo, ok era un piano già visto e che la scorsa volta gli aveva permesso di salvare il piccolo Omega per un pelo.
Per un pelo.
Per un pelo.

Non avrebbe assolutamente aspettato un altra ora, o un singolo minuto di più col rischio di non arrivare in tempo.
Si alzò dalla propria sedia, guardò i suoi amici e poi si rivolse al professore.

-Devo andare in bagno-

Avrebbe voluto inventare una scusa migliore ma non ne aveva la minima voglia, e poi indipendentemente da ciò che avrebbe raccontato lo sarebbe comunque uscito senza che nessuno gli creasse problemi; quindi perché affaticarsi inutilmente?

Fece un giro veloce dell'istituto per accertarsi che l'odore di Alessandro non fosse da nessuna parte e quando si accorse che a tutti gli effetti era così uscì da scuola.

Si disse che andarsene senza permesso una secoda volta non avrebbe avuto conseguenze e che un veloce ringhio al bidello avrebbe impedito a quest'ultimo di fargli qualche domanda a cui ovviamente non avrebbe risposto facendogli così perdere tempo.

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