♥Piccolo angolo me♥
Ho cambiato il nome alla madre di Noah e sistemerò tutto il prima possibile, chiedo scusaDavanti a lui c'era l'uomo per definizione, alto possente e intimidatorio; era il capo e si comportava come tale. Lo osservava senza dire niente dal basso verso l'alto e viceversa in un esame silenzioso e si disse: da vero sadico. Si ricordò che non sarebbe mai scappato, non di nuovo e non davanti a uno di loro;era una questione di principio.Per un attimo però pensò di fregarsene dei propri ideali, ci teneva alla sua pellaccia porca zozza.
-Piacere ragazzo sono John-
L'uomo, sfacciatamente biondo come il figlio (Roba che Ken e Barbie levatevi proprio), gli porse la mano e lui ricambiò brevemente la stretta. Questa si dimostrò decisa ma per niente aggressiva.
-Salve signore, sono Alessandro-
-Vieni con me-
Il ragazzo venne condotto in cucina e fatto accomodare al tavolo. John prese due bicchieri e dopo aver chiesto ad Alessandro cosa desiderasse versò ad entrambi dell'acqua.
-Noah non hai da fare?-
-Padre io...-L'uomo non si ripetè anzi, si limitò a guardare il figlio, che senza dire niente girò i tacchi e se ne andò.
Senza volerlo si lasciò sfuggire una risata, quel pallone gonfiato era stato snobbato con niente. Così imparava a fare il galletto spocchioso.-Bene veniamo a noi-
Il ragazzo deglutì a vuoto.
-Come va con l'heat?-
-Per ora tutto bene anche se sembra che qualcuno non sia esattamente indifferente al mio odore-
-Hanno allungato le mani?-
-Sono riuscito a tenerli a bada e una volta sono stato aiutato da suo figlio-
-Bene. Tua sorella?-
-Si sposta in città vicine e quando non può si contiene-
-Fino a ché non ci saranno segnalazioni non ho intezione di immischiarmi nelle vostre questioni. Solo vorrei tu fossi più protetto-
-Non deve preoccuparsi-
-È mio compito prendermi cura di tutti quelli che si trovano nel mio territorio e godono della mia benedizione-
-Dovrebbe occuparsi Noah di me-
-Lui non ti ha ancora accettato ufficialmente, lo farà, ma per ora è un mio dovere nei confronti dei tuoi genitori e del patto che ci lega-
-Come sa che mi accetterà?-
-Lo conosco, è sangue del mio sangue, e poi non voleva lasciarti solo con me; stava per ribattere-Non capì pienamente il valore di quella frase, ma se avesse saputo della devozione che il biondo provava nei confronti del padre forese se ne sarebbe fatto un'idea più precisa.
-Che ne pensi di lui?-
-Di Noah?-
-Esattamente-Doveva essere schietto? Dirgli che suo figlio era uno stronzo o addolcirgli la pillola? Tanto se avesse mentito lo avrebbe capito.
-È uno sbruffone, ma tutto sommato è giusto così, allunga troppo le mani ma la gente sembrano rispettarlo-
-Tu lo seguiresti?-
-Sono un omega, non posso vivere da solo-
-Te lo richiedo anche se so che hai capito già capiti la domanda, sei piuttosto sveglio e sarebbe da stupidi sottovalutarti. Seguiresti Noah come alfa o ne sceglieresti un altro?-Non sapeva cosa rispondere. Rifiutava di legarsi a un alfa volontariamente ma la sua naturalo impediva, lo spingeva a cercare una figura autoritarua a cui affidarsi.
E quindi lui poteva essere il male minore? Se tutto era male allora lui avrebbe smesso di cercare una fuga.-Quando giungerà il momento del rito lascerò che mi morda-
-Quel ragazzo è davvero fortunato-Non sapeva cosa stesse alludendo ma decise che saperlo non era tra le sue priorità; tra quelle c'era andarsene il prima possibile correre a casa mangiare una pizza e del gelato...tanto gelato.
-Adesso sei libero di andare anche se credo che mio figlio voglia "parlarti"-
Il viso dallo sguardo imperturbabile si piegò in un ghigno e quella vaga allusine insieme al cambio di espressione fecero accapponare la pelle al ragazzo; adesso era più agitato di prima cosa che non pensava minimamente possibile.
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omega
RandomAlessandro si è trasferito molte volte e ha avuto modo di farsi una propria idea delle persone, dei branchi e della gerarchia che lo governa. Le cose però sembrano cambiare quando il suo essere omega diventa il trampolino di lancio verso la vita che...