cap 9 Da soli salgono gli ormoni

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Entrati in camera l'atmosfera sembrò congelarsi, si erano resi conto di essere soli e ripensando ai precedenti incontri non potavano che sentire quantomeno un pizzico di disagio.

-Beh accomodati pure dove vuoi-

Alessandro sì guardò intorno e rimase colpito dall'ordine che trovò, si immaginava vestiti sparsi ovunque addirittura boxer dato il mancato senso di pudore e l'enorme sfacciataggine che aveva colto nel biondo quelle poche volte che lo vedeva interaggire con creature dotate di apertura posteriore e ben disposte.
Era tutto ammiccamenti e allusione, lo detestava profondamente, ma non capì se von quel commento si riferisse a Noah o al suo modo di fare da gigolò con ogni ochetta.

Cercò di non pensarci troppo e si sedette su una poltrona vicina al muro.

-Io devo farmi una doccia torno subito-
-Perché non l'hai fatta prima?-

Di tempo ne aveva avuto invece che stare fermo come uno stoccafisso.

-Ero occupato a capire cosa volesse mio padre da te e mentre parlavi con mia mamma, non saprei, eri seduto lì e non ho potuto fare a meno di osservarti-

Quel ragazzo non aveva proprio peli sulla lingua e sebrava dire tutto ciò che pensasse. Lo stava studiando? Cercava ancora di capire se era una minaccia?
Non lo sapeva ma in realtà Noah era stato estremamente prroccupato quando aveva dovuto lasciarlo solo in cucina e aveva dovuto chiudersi a chiave in camera per ricordarsi di non interferire. Quei momenti li aveva passati camminando avanti e tendendo le orecchie ma non aveva capito una sola parola.

-il bagno e collegato alla camera quindi se dopo vuoi sciacquarti anche tu non verrai disturbato-
-No preferisco lavarmi a casa mia-

Detto questo il biondo aprì la porta nella parete opposta alla quale era seduto, dopo poco il rumore dell'acqua riempi la stanza e Alessandro si rilassò poggiando la testa sullo schienale e lasciando ricadere molllamente le braccia.
Si sentiva esausto e spaesato Noah era pericoloso, non solo per la sua considerevole forza fisica e la sua attitudine al comando ma anche per il mondo in cui lo attraeva. Soltanto pensare certe cose lo fece sentire come le protagoniste di quei romanzetti rosa che sua sorella leggeva e che lui di nascosto le rubava per leggerli a sua volta, tutto questo lo rendeva uno squallido cliché.
Comunque aveva sempre avuto degli interessi piuttosto femmnili oltre che ai modi di fare, se la sua fosse stata un'attitudine naturale o una conseguenza delle influenze della sorella non sopeva dirlo, forse entrambi.
Gli piacevano i coccioli i fiocchi e tutte quelle cose carine, amava i romanzi rosa e aveva uno spiccato senso romantico che lo spingeva a uno stucchevole ottimismo. Aveva passato molti pomeriggi a guardare Kiss me Licia o Lady Oscar e non era riuscito a teattenersi dal piangere per il commuovente finale che vedeva la bionda Oscar prima privata del suo grande amore e poi della vita.
Amava raccogliere riviste d'arredamento e immaginare come sarebbe stata casa sua, da piccolo ritagliava i mobili che più lo colpivano e ne faceva un decoupage; aveva un futuro assicurato come arredatore di interni.
Senza contare che quando camminava tendeva a sculettare, ma quella era opera esclusivamente della sorella che da piccolo passava ore per insegnargli quello che per lei era il giusto portamento. Adesso riusciva a evitarlo ma in alcune occasioni continuava ad ondeggiare i fianchi.
C'era questo e molto altro, tutte cose che cercava di non dare a vedere agli altri, ma venne riportato alla realtà dal rumore della porta che veniva aperta.
Appena vide l'imponente e seminuda figura di Noah si irrigidì, anche in punti in cui non avrebbe voluto.
Beh ma come si permetteva quel maniaco di presentarsi a lui così? Con quel misero asciugamano legato in vita e uno appoggiato sulle spalle con cui si era sfregato i capelli.

-Mi stai fissando-

E adesso che scusa poteva usare?

-Sei bagnato rischi di prenderti un raffreddore-

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