Capitolo ventuno.

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Le immagini scorrono frettolose per la mia mente.
Ricordo quando indicarono me, in un colloquio tra Serafini, dicendo che ero la più idonea per una missione agli Inferi; mio padre proprio non ne voleva sapere, ma io decisi di dare ascolto alla mia natura, e sinceramente mi stavo rompendo in Paradiso.
Due mesi ci misi per allenarmi ed ero pronta, si, ma non per l'inevitabile.
Quando caddi me lo trovai già lì, chissà cosa stava facendo, forse aveva sentito un minimo di trambusto e dedotto che qualcuno da lì a poco sarebbe caduto, fatto sta che mi guardò allibito: avevo i suoi stessi occhi.
Successivamente scoprimmo che avevo le ali, le corna, e ogni fattore di cui Lucifero disponesse.
E così iniziò la mia avventura, mi nominarono Duchessa ed io ero veramente intenzionata a portare il mio compito a termine.
Dannati sentimenti, avevano fatto capolino penso troppo in fretta, Lucifero aveva stregato il mio piccolo cuore da neo-demone e lo aveva fatto suo, in tutto e per tutto.
Completai la missione, ritrovai il mio vero padre e Lucifero voleva uccidermi perché non accettava amarmi, me ne andai, lasciando il diario con le mie memorie, non l'avessi mai fatto ! Lucifero non la prese bene, e non aveva tutti i torti.
Passai un mese circa in Paradiso ma troppo dolore, decisi di cadere e Michael pur di farmi rimanere confessò l'attrazione nei miei confronti, ma purtroppo lo vedevo solo come un'amico e questo rimane tuttora oggi.
Tre anni, tre insignificanti anni per un immortale ma lunghissimi nel mio caso, passati a nascondermi da un Lucifero al culmine della sua rabbia, tante guerre e disperazione portò sulla terra e il suo cuore era macerato da l'orgoglio e dalla pazzia, e... Perché no, dalla rabbia.
Per colpa di Roman mi feci scoprire e lui mi trovò, facendomi successivamente impazzire, aveva il sospetto che io avessi le parti complete sia di lui che di Michael dentro di me, dovevano solo manifestarsi.
Da lì un'altra battaglia, tornai agli inferi ma con la condizione che me ne sarei dovuta andare, inoltre Lucifero aveva una tresca con quella lurida di Debora.
Una volta mora e l'altra bionda, cattiva e buona, insomma, tra una cosa e un'altra uccisi Debora e l'Altissimo mi mise davanti alla possibilità di scegliere tra Lui e Lucifero. Scelsi l'amore incondizionato per il mio Diavolo e nemmeno il tempo di guarire grazie al blocco di Dio che sono partita a trovare le mogli dei consiglieri.
Tra tutti che diedero del cane a Lucifero e Dephana con le crisi isteriche le portai tutte, ma non era finita lì, il mio Re aveva ritrovato anche mia madre.
Poi successe tutto così in fretta, Emachiele che ci mise in guardia da l'innominabile, la proposta di matrimonio e il matrimonio stesso, da lì però tutto andò in discesa, Demangelus era tornato e Lucifero in coma, Paradiso e Inferno condannati e tanti squilibri nel equilibrio stesso, poi una speranza e Lucifero può essere svegliato, questo accade e...

-È fatta.- Entra mio padre in stanza.

Tre giorni ci sono voluti ai Consiglieri per inventare un sigillo e delle formule in grado di bloccare la maggior parte dei ricordi di Lucifero ma non di far sviluppare ricordi necessari per farlo tornare esattamente come prima.
È stata dura, hanno lavorato giorno e notte senza mai e dico mai fermarsi, nel mentre Lucifero era stato sedato per evitare problemi.

Guardo mio padre che piano piano sta guarendo da quella terribile malattia, gli rimarranno le cicatrici almeno per un'anno ma non ci interessa, anzi, a mia madre piacciono.

-Come ti senti ?- Vado verso di lui, aiutandolo a sedersi sulla poltrona d'innanzi al camino nella mia stanza.

-Distrutto, Sierra cara, penso che dormirò almeno per una settimana.- Sbuffa, passandosi una mano fra i capelli.

-Tranquillo. Lui invece ? Come sta ?- Gli accarezzo il braccio, standogli vicina.

-Non lo so, dobbiamo aspettare che si svegli.- Mi guarda scocciato.

-Di nuovo.- Commento.

Pare che questa cosa che deve svenire e rinvenire ogni volta stia andando di moda.

Infiltrata nei ricordi. (INM3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora