Capitolo quarantuno.

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Scusate per eventuali errori, mi son ricordata ora che dovevo aggiornare😁

Il cielo, come al solito, risplende nel suo azzurro acceso, vorrei sorridere, ma la notte in bianco che ho passato ieri mi fa sembrare uno zombie con i complessi di inferiorità.

Lucifero, stanotte, dopo essere uscito dal bagno si è subito dileguato. Non ho idea di dove sia, so' solo che non ha lasciato gli Inferi, non potrebbe mai farmi questo.

-Mia Regina, posso chiedervi se si sente in grado di affrontare un assemblea dopo tutti questi avvenimenti?- Astaroth, una dei miei tre Consiglieri, mi guarda premurosa, ma sempre attenta all'etichetta.

-Sto bene, ho solo dormito poco.- Cerco di rassicurarla, ma il mio tono appare talmente freddo che la donna abbassa la testa.

Mi si stringe il cuore, non era mia intenzione spaventarla o farle credere chissà cosa, solo che sono così frastornata che non riesco ad apparire perfettamente normale.

Astaroth, Thoth e Andras sono i miei tre Consiglieri, li scelsi al tempo della mia incoronazione e matrimonio. Con loro sono molto evasiva, non li faccio intromettere troppo, ora che siamo in pre-guerra, dando piena fiducia ai Consiglieri di Lucifero, ma dopo tutti questi avvenimenti sono tutti molto provati e non conosco ancora le condizioni di Belzebú, tantomeno quelle di mio padre.

Camminiamo verso il luogo neutrale dove hanno luogo questo genere di riunioni, ove Angeli e Demoni possono confrontarsi e prendere decisioni.

-Mia Signora, stiamo ritardando, come mai non proseguiamo in volo?- Domanda Thoth, il custode degli Archivi segreti dell'Inferno.

-Perché tanto non andranno da nessuna parte senza di me, tanto vale andare con calma e goderci questo bosco pieno di verde e piccoli animali. Guarda lì, ad esempio.- Indico un albero. -Quello è uno scoiattolo. Un roditore dotato di una grande coda pelosa molto carina.-

-Lo sapevo già, mia Regina.- Lo sento quasi ridacchiare.

-Thoth fammi sembrare intelligente per una buona volta!- Faccio la finta offesa, guadagnandomi il suo silenzio.

Dannazione, la prendono troppo seriamente questi qui, ed io che vorrei distrarmi.

Arriviamo al plesso in un ritardo madornale, dopo essermi scusata mi apposto al trono che mi spetta, nulla a che vedere con il mio, ma il suo unico significato è quello simbolico.

-Iniziamo la Sacra Assemble.- Metatron, l'uomo che mi ha crescita, prende la parola, alzandosi in piedi. -Ieri, durante la notte, un fulmine ha solcato i cieli, passando vicino al Paradiso. Tutti noi sappiamo questo cosa significa: Demangelus sta preparando il suo ritorno, sta ufficialmente abbattendo la sua condanna fatta da Lucifero con la Corona di Venere.
Al momento Lucifero rimane la nostra unica speranza, l'ibrido Supremo a poco farà la sua comparsa. Come procede la sua memoria?-

Mi schiarisco la gola, alzandomi dal mio posto. Tutti gli Arcangeli mi guardano con i loro sguardi seri, ma tremendamente teneri se si considerano le rosee guance e gli occhi chiari di cui sono dotati. -Abbiamo scoperto che Lucifero non ha perso la memoria. Demangelus lo ha represso, ingabbiandolo nella sua stessa mente, nella sua forma completa il Re appare scontroso e assetati di potere, così abbiamo fatto ricorso all'uso di Sigilli che gli hanno fatto perdere la memoria. Grazie a Michael ha riacquistato un briciolo di essa, ma il Re è instabile e non è dotato di alcuna emozione.-

-Quindi come faremo?! Lui è l'unico che può indossare la Corona.- Prende la parola Gabriel.

-Mio marito vive in una parte remota di se' stesso, incamerando energia ha fatto modo di rivelarsi a me, creando un contatto. Mi ha confessato che è possibile indossare la Corona usando una chiave, e che solo io, avendo il suo sangue, posso essere idonea. Purtroppo qualcosa è stato corrotto, quindi non ho capito con esattezza cosa ci vuole.- Annuncio freddamente, vedendo i volti degli esseri Divini distendersi, oltraggiati.

Infiltrata nei ricordi. (INM3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora