Capitolo trentaquattro.

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Accorriamo alla stanza di Lucifero, trovandolo seduto sul letto, con le mani sul volto, coprendolo.

-Lucia, sul serio, hai un tempismo ottimo.- Belzebú calca l'ultima parola con estrema stizza. -La tua capacità di risolvere le cose è pari alle possibilità che ha mia moglie nel dirmi che sono un tenero orsacchiotto da stritolare.- Continua a sputare veleno.

-Come prego?!- Sbotto, scattando avanti di un passo, come per fronteggiarlo e lui fa' la stessa cosa, ritrovandoci con i volti a pochi centimetri di distanza, mentre pare che dai nostri occhi escano fulmini.

-Calmatevi.- Wladimir si mette in mezzo, allontanandoci, ma io e il Consigliere stiamo ancora provvedendo a guardarci con sguardi assassini. -Belzebú, Lucia era fuori dagli Inferi, svenuta anche lei, nella zona della prateria.-

-Ah sì? E cosa ci faceva la Regina a sonnecchiare nella zona della prateria, sopratutto quando una forza superiore minaccia di distruggere ogni cosa.- Mi infiamma con quei suoi occhi di un nero intenso, assottigliandoli.

-Ouh.- Wladimir schiocca le dita davanti al muso di Belzebú, il quale sembra infastidito e posa il suo sguardo minaccioso su di lui. -Ti ho detto che anche lei era svenuta.- Fa' seccato.

-Lascia perdere Wlad, evidentemente il nostro Consigliere sta avendo una bella crisi di mezza età.- Gli lancio uno sguardo di superiorità, facendo assottigliare i suoi occhi più di quanto già non siano.

-Per colpa tua gli Inferi stanno perdendo tutto il potere che avevano prima che tu arrivassi, ci mancava solo una Regina che ci distruggesse.- Ringhia, più spietato che mai, almeno nei miei confronti.

E si, ha colpito proprio quel punto che mi fa più male, il non essere all'altezza di questo Regno, l'essermici ritrovata senza preavviso alcuno, per giunta da sola.

-Ma certo, tienimi ancora il broncio perché non ho salvato Valila, ma ti dirò una notizia dell'ultima ora, se avessi fatto il contrario a quest'ora sarebbe morta direttamente, quindi finiscila di rompere il cazzo.- Sbotto, alzando un po' la voce.

-Ma come osi, lurida ibrida!- Sbotta anche lui, alzando il braccio, pronto a darmi uno schiaffo.

-SILENZIO.- La sua mano però non raggiunge mai il mio volto. Entrambi ci giriamo verso Lucifero che si massaggia con insistenza le tempie. -Due galline vi porgerebbero i loro omaggi per l'immenso fastidio che date. Ho mal di testa.- Sussurra infine, sdraiandosi sul letto.

-Perdonatemi, mio Signore.- Belzebú fa' un leggero inchino.

-Vedi di porgere le tue scuse anche alla Regina.- Ordina, continuando a non guardandoci e lottando col suo mal di testa.

Il Consigliere si volta verso di me, a mascella contratta e trasparendo dallo sguardo tutto fuorché le scuse.
Forse, fosse stata un'altra discussione le avrei rifiutate, ma la piega che sta prendendo la mente di Belzebú nei miei confronti deve avere una svegliata dalla fedeltà che prova nei confronti di Lucifero. -Perdonatemi, mia Regina.- Annuncia, ed io inclino la testa di poco, annuendo leggermente.

-Ora tutti fuori.- La nota minacciosa che ha preso la voce di Lucifero si può sentire anche da chilometri e chilometri di distanza, facendoci girare a tutti e tre i tacchi, ma appena io mi avvicino alla porta ecco che vengo fermata. -Lucia, tu no.-

Belzebú pare veramente infastidito da tutto ciò ma non osa contraddirlo, limitandosi ad uscire, sento però in modo molto chiaro la sua presenza fuori da l'uscio della porta.

-Lu... No, ti avevo detto che...- Ma non ho il tempo di terminare la frase.

-Silenzio.- Bisbiglia, portando il braccio all'altezza dei suoi occhi. -Vieni qui.- Picchietta la mano sull'altra metà del letto libera.

Infiltrata nei ricordi. (INM3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora