Capitolo 4

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Quella notte non riuscii a dormire bene da quando Harry mi svegliò per dirmi che sarebbe andato a casa sua per sbrigare delle faccende.

Mi rigirai nel letto cercando una posizione comoda e, appena la trovai, qualcuno mi svegliò.

«Cecilia.» a quel sussurro mi girai a pancia in giù e coprii la mia testa col cuscino morbido.

«Chiunque tu sia, vattene.» borbottai, nonostante fossi sicura di star sognando.

«Dai, svegliati.» il mormorio continuò ad infastidirmi, così sbuffai.

«Non mi sveglio senza una buona ragione.» gettai il cuscino da qualche parte nel magazzino e la mia voce impastata dal sonno risultò comica persino alle mie orecchie.

«Nemmeno per me?»

Scossi la testa e mi chiesi come mai una voce prodotta dalla mia mente risultasse così reale. Doveva essere un sogno davvero realistico.

«Mmh... dipende.» sorrisi lievemente e strinsi le coperte fra le mie dita.

«Be', sono un ragazzo davvero figo, con una bella voce e, soprattutto, estremamente affascinante.»

«James McVey e la sua voce d'angelo sono qui? - alzai di scatto il busto dal letto, ma rimasi delusa - Ah, sei solo tu.»

«Grazie, anche io sono felice di vederti, Cecilia.» disse Zayn, offeso.

Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia al petto.

«Chi ti ha fatto entrare e che cosa vuoi?» chiesi, senza cercare di nascondere quanto fossi scocciata dalla sua presenza.

«Harry. Chi è questo James?» ignorò la mia seconda domanda e io sbuffai, alzandomi dal letto.

«Di certo non sei tu.» risposi, ancora un po' delusa.

Lui accennò una risata, mentre io mi avvicinai al vecchio armadio del magazzino per poi ricordarmi di aver portato ogni cosa a casa di Zayn. Sarei rimasta con gli stessi vestiti del giorno prima.

Sospirai e mi sedetti su uno dei tanti scatoloni contenenti la merce della libreria, aspettando che il ragazzo si degnasse di dire qualcosa.

Si guardò intorno parecchie volte senza riuscire a nascondere il suo disagio, così decisi che quel giorno sarei andata prima a lavorare. Di certo non volevo che quel silenzio imbarazzante continuasse a regnare fra di noi.

Mi avvicinai al portone per uscire ma lui mi bloccò.

«Dammi un'altra possibilità, Cecilia.» supplicò, ma io scossi la testa.

Aprii la porta e uscii ma, prima di richiuderla, mi ricordai di una cosa.

«Ehm... Zayn?»

Un luccichio attraversò i suoi occhi «Ci hai ripensato?» chiese speranzoso.

«No, devo chiudere il magazzino e non posso lasciarti dentro.»

Quel pomeriggio, dopo aver finito il mio turno in libreria, salutai Harry e mi preparai per tornare al magazzino, ma qualcosa mi bloccò. Zayn era davanti al negozio con un sorriso smagliante ad incorniciare il suo viso.

«Dimmi che non è qui per me. - sussurrai al mio migliore amico, prima di ricordarmi di quella mattina - Perché l'hai fatto entrare nel magazzino?»

Harry alzò lievemente le spalle e rise notando la mia espressione arrabbiata.

Sbuffai e uscii dalla libreria senza degnare Zayn di uno sguardo.

«Ehi, non mi saluti?» mi fermò afferrandomi il polso.

«Ti chiedo per la seconda volta che cosa vuoi.» dissi freddamente.

«E io ti rispondo per la seconda volta che voglio un'altra opportunità.» rispose, per poi strizzarmi l'occhio.

Lasciai uscire dalle mie labbra una risata ironica «Dato che questa è la giornata delle seconde volte, sai già la mia risposta.» conclusi prima di girarmi per andare al magazzino, ma Malik mi fermò nuovamente.

«Posso almeno offrirti un gelato?»

«No.» risposi fermamente, quando lui si avvicinò al mio corpo per poi appoggiare le mani sul mio ventre e le labbra accanto al mio orecchio sinistro.

«Ma io non voglio offrirlo a te. - sussurrò, provocandomi innumerevoli brividi - È per lui

«Va bene.» balbettai, disorientata.

Con i suoi modi, era riuscito a creare confusione nella mia testa. Il giorno prima si era comportato in modo imperdonabile, ma in quel momento sembrava così dolce e premuroso che non sarei mai riuscita a rifiutare.

Ero ancora arrabbiata con lui ma in fondo un gelato, nonostante il freddo, avrei anche potuto accettarlo.

«Allora, che gusti vuoi?» mi chiese, una volta arrivati davanti al chiosco dei gelati, mentre io mi sedetti ad un tavolino a due posti.

«Mmh... stracciatella, cioccolato bianco e fondente.» dissi, già pregustando quella delizia sulla lingua.

Lui esitò qualche secondo, prima di girarsi.

«Zayn. - attirai la sua attenzione e lui mi guardò negli occhi - Devi dirmi qualcosa?»

«Mi chiedevo solo se il gelato devo prenderlo dietetico o cagate del genere.» la mano a grattarsi il retro del collo, tradendo il suo imbarazzo.

«Ovvio che no, perché?» non trattenni una risata divertita.

Sorrise «Ogni volta ricevo il gelato in testa perché 'è troppo calorico'.» commentò assumendo un tono di voce acuto e fastidioso e io risi nuovamente. Si allontanò per comprare i nostri gelati e io sospirai, afferrando il mio cellulare dalla tasca dei jeans.

Non mi accorsi nemmeno che qualcuno si era seduto davanti a me, finché non parlò.

«Ciao.» alzai lo sguardo sui suoi capelli biondi spettinati e i suoi occhi azzurri come il cielo.

Il mio battito cardiaco aumentò non appena lo riconobbi.

Cioccolato al latteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora