Capitolo 21

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Da qualche giorno non andavo a lavorare in libreria per un semplice raffreddore. Ci sarei andata volentieri, ma Zayn me l'aveva categoricamente vietato. In quel momento ci trovavamo sul suo letto, io sotto le coperte con un piatto di brodo di pollo in mano e lui seduto sul bordo, pensieroso.

«È successo qualcosa?» chiesi, lasciando trasparire un po' di preoccupazione nel mio tono di voce.

Il moro mi rivolse la sua attenzione, per poi sospirare.

«Si avvicina Natale e io non so ancora come dire alla mia famiglia che presto diventerò padre, soprattutto se non ho te accanto.» ammise e affondò una mano nei capelli.

Annuii «Vai a Bradford per le vacanze?» chiesi, pensando che quell'anno avrei passato per la terza volta un Natale di merda. Non perché Zayn sarebbe partito, ma perché era così e basta. Odiavo profondamente quel periodo e spesso mi ritrovavo a sperare che non arrivasse mai.

«Non so ancora se verranno loro qui o se andrò io.» assunsi una finta espressione offesa.

«Mi stai cacciando in anticipo?» domandai.

Lui spalancò gli occhi «Cosa? No! - rispose velocemente e io scoppiai a ridere, rassicurandolo - Pensavo solo che volessi passare le feste con la tua famiglia, non con la mia.» spiegò, invitandomi indirettamente a festeggiare con lui.

Strinsi le labbra in una riga sottile. Non vedevo mia mamma da due anni e di certo non sarei tornata a Mullingar per un motivo del genere, ma non avrei nemmeno voluto conoscere i suoi parenti così.

«Non amo particolarmente quel giorno. Probabilmente io e Harry ci vedremo un film a casa sua come tutti gli anni e poi tutti a nanna.» mi strinsi leggermente nelle spalle e Zayn alzò un sopracciglio.

«E Niall? Tua mamma?»

Roteai gli occhi «Non mi farò viva dopo due anni per questa festa di merda. - appoggiai il piatto sul comodino, provocando non poco rumore - Li ho lasciati nel momento peggiore e torno così dal nulla, per di più incinta? È già tanto che mio fratello non mi abbia riempito di insulti.» conclusi in tono freddo.

Mi dispiaceva rivolgermi in quel modo a Zayn, ma ero arrabbiata. Non con lui, ovviamente.

«Stronzate. Tuo fratello è venuto a cercarti e di sicuro lei non vede l'ora di avere tue notizie.» rispose il moro, con una sicurezza che non riuscivo a giustificare. Cosa poteva saperne lui?

Strinsi i pugni «Mia madre si sta rifacendo una vita con un certo Robert. Si sposeranno presto e lui li ha accolti in casa sua, non farò la parte della povera figlia rimasta incinta che arriva quando la situazione ormai si è risolta per fare pena alla nuova famigliola, come un insulso parassita.» mi alzai di scatto dal letto e iniziai a camminare avanti e indietro, sotto lo sguardo stupito del ragazzo.

«Si risposa? Quando?»

«Non ne ho idea. Sono felice per lei ma non voglio saperne nulla.» gesticolai con le mani, per poi fermarmi in mezzo alla stanza, con il respiro affannato. Da quando ero rimasta incinta non riuscivo a stancarmi troppo.

«Non vuoi andare al suo matrimonio? - chiese, ma io scossi con veemenza la testa - Be', in ogni caso tu non andresti lì a chiedere aiuto, perché ci sono io e lo sai.» arrossii lievemente a quelle parole e accennai un sorriso.

«Ho paura, Zayn.» ammisi, sedendomi sul letto accanto a lui.

«Di cosa?» mi rivolse un'occhiata, ma io fissai lo sguardo davanti a me.

Sospirai «Non so, tutto. - sussurrai e lui mi strinse a sé - Cosa penserà mia madre quando verrà a sapere che un estraneo mi ha messo incinta a una festa? Perché so che lo verrà a sapere.» mi coprii il viso con le mani a quel pensiero e Zayn si irrigidì al mio fianco.

«Sono solo un estraneo? - la sofferenza nella sua voce mi confuse - Certo, alla festa lo ero ma io mi sento...» si interruppe e io mi sentii terribilmente in colpa per ciò che avevo detto, anzi, per come lo avevo detto. Mi ero espressa male e non avrei mai potuto pensare in quel momento che lui fosse uno sconosciuto per me. Tutti quei sentimenti confusi e quelle emozioni non sarebbe riuscito a farmele provare un ragazzo qualsiasi.

Incontrai i suoi occhi come per incitarlo a continuare, ma scosse la testa «Niente.»

Sospirai, rendendomi conto di quanto fossi stata stupida a non riflettere bene sulle parole da dire prima di parlare.

In quel momento il mio cellulare squillò.

'Ciao Cece, domani torno a Mullingar e vorrei vederti di nuovo prima di partire. Mi piacerebbe anche conoscere il mio futuro cognato. Buona notte, piccola.'

Storsi il naso per come aveva definito il padre di mio figlio. Non avrei mai sposato Zayn: non potevo negare di provare qualcosa per lui ma il matrimonio non era assolutamente nei piani, soprattutto da parte sua. Figurarsi, non sapevo nemmeno che cosa passasse per la mente del moro e perché mi avesse baciata due volte.

«Domani ti andrebbe di conoscere Niall?» chiesi timidamente e lui annuì, sorridendo.

Dopo aver risposto a mio fratello che Zayn mi avrebbe accompagnata, spensi il cellulare e mi sdraiai sul letto del moro, sapendo che non mi avrebbe permesso di andare nell'altra stanza a dormire. Chiusi gli occhi e li riaprii poco dopo, sentendo Zayn sedersi a cavalcioni su di me, per poi alzare leggermente la parte superiore del mio pigiama e appoggiare il viso sul mio ventre. Premette le labbra sul mio ombelico e io ridacchiai per il suo gesto.

Poco dopo, avvicinò il viso al mio e osservò per interminabili istanti ogni centimetro della mia faccia.

«Io mi sento così... attratto da te.» sussurrò, provocandomi innumerevoli brividi lungo la schiena e facendomi arrossire.

Probabilmente era la continuazione della frase di prima. Lo pensava davvero?

Non risposi, temendo di dire qualcosa che mi avrebbe messo in ridicolo davanti a Zayn. Non ero brava ad esprimere i miei sentimenti e avrei rischiato di iniziare a borbottare cose senza senso come ero solita fare.

Sorrise alla mia reazione e si sdraiò accanto a me, spegnendo la luce e avvicinandomi a sé.

Mi svegliai nel cuore della notte a causa di un sogno in cui ero circondata da tanto, troppo cioccolato delizioso e invitante.

«Zayn.» il ragazzo si girò sull'altro fianco al suono della mia voce, borbottando parole incomprensibili.

Stavo per impazzire, davvero.

«Zayn!» lo richiamai, alzando il tono di voce, e lui sussultò, svegliandosi.

«Che succede?» la luce della luna illuminava il suo volto stanco.

«Mi è venuta voglia di cioccolato.» sussurrai e lui alzò un sopracciglio.

«A quest'ora? Non ce n'è in casa.» chiuse nuovamente gli occhi e io sbuffai.

«Mi sta facendo impazzire, Zayn. Ti prego.» strinsi con una mano la sua maglietta.

Accarezzò la mia mano, come per tranquillizzarmi «Dormi e non pensarci, dai.»

«Mi aspetta una fontana di cioccolato caldo dove fare il bagno se chiudo gli occhi e, fidati, è ancora peggio. - mi lamentai, tirando leggermente il tessuto - A mio figlio verrà una voglia a forma di barretta di cioccolato in piena fronte, me lo sento.» borbottai, dando le spalle al moro.

Mi stavo comportando da bambina e mi dispiaceva, ma non riuscivo a placare quel desiderio.

Zayn si alzò dal letto, probabilmente per andare a dormire in una stanza dove io non potessi disturbarlo con le mie paturnie, e mi sentii in colpa.

Chiusi gli occhi e, qualche minuto dopo, sentii il fiato caldo di Zayn sul viso. Aprii gli occhi.

«Fondente, bianco o con le nocciole?» chiese poi, lasciandomi perplessa.

«Cosa?»

«Come lo vuoi il cioccolato? Be', esiste anche con la menta, ma deve fare davvero schifo, come facciano a venderlo non mi è chiaro. Cioè, non mi fraintendere, se lo vuoi te lo prendo subito.» le parole uscirono una dietro l'altra senza interruzioni dalla sua bocca e, se fino a qualche mese prima sarebbe stato assurdo per i miei gusti riguardo al cioccolato, in quel momento vedendo la sua pelle non ci pensai due volte a rispondere.

«Cioccolato al latte.»

Cioccolato al latteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora