Dopo un'ora di mie grida di dolore e urla di rabbia di Zayn verso l'interminabile traffico, riuscimmo a raggiungere in macchina la nostra destinazione.
«Fai respiri profondi, amore.» il ragazzo cercò di calmarmi e attirò, poco dopo, l'attenzione di un medico. Gli chiese di portarmi subito in sala parto perché, nonostante fossi all'ottavo mese, la bambina stava per nascere.
Non ero assolutamente pronta a quello, ma ero di certo meno agitata di Zayn, proprio come il giorno in cui mi aveva accompagnata dal ginecologo e non era riuscito a nascondere la sua ansia. La bambina stava per nascere, ma io pensavo solo che finalmente l'avrei avuta fra le braccia dopo otto mesi in cui era successo di tutto e la mia vita era cambiata, in meglio. Pensavo al fatto che avrei sposato Zayn, permettendogli di rendermi sua in tutti i modi possibili (come lui stesso aveva detto), e finalmente avrei avuto una famiglia unita.
Gridai nuovamente e il moro trasalì, stringendomi la mano e ordinando al medico di affrettare il passo.
Sarebbe nata con gli occhi ambrati del padre o con quelli verdi della sua mamma? Avrebbe avuto i capelli neri, color rame o biondi, nonostante la genetica? Ricci, mossi o lisci? Una volta diventata grande avrebbe deciso di fare danza o pallavolo? Nuoto o tennis? Avrebbe suonato qualche strumento musicale? Ma, soprattutto, come avrebbe reagito il mio cuore una volta che avrei potuto prenderla in braccio e accarezzarle la guancia? Mi sarebbe tanto piaciuto vedere le stesse deliziose fossette di Harry sul suo viso, ma sapevo che sarebbe stata bellissima in qualsiasi modo, che l'avrei amata incondizionatamente ancora più che in quegli otto mesi, sempre se fosse stato possibile.
Persa fra quei pensieri, non mi accorsi che avevamo ormai raggiunto la sala parto e che un'infermiera mi stava facendo sdraiare su un lettino.
«Respira regolarmente, cara.» mi sussurrò con dolcezza e io provai a seguire il suo consiglio, per quanto mi risultasse difficile.
Gridai nuovamente, mentre Zayn entrò con cuffietta e camice verdi. Si affrettò a stringermi la mano e mormorò nel mio orecchio parole dolci per tranquillizzarmi. Volevo dirgli quanto lo amassi, che l'avrei sposato anche un milione di volte, se fosse stato possibile, ma dovevo concentrarmi.
«Dobbiamo procedere con il cesareo.» riuscii a sentire e capii che aveva smesso di piovere con uno sguardo verso la finestra della stanza, prima di perdere i sensi.
*
Mi svegliai il giorno dopo, considerando la luce mattutina che illuminava la stanza.
Allungai la mano verso il mio ventre, pronta ad accarezzare la mia bambina come ogni giorno da otto mesi a quella parte, ma sgranai gli occhi non sentendo più il mio pancione. Una sensazione d'ansia e di vuoto nell'anima mi colpì, prima che mi ricordassi che ormai la bimba era nata e non faceva più parte integrante del mio corpo. Non condividevamo più il cibo nel modo più dolce che la natura potesse creare e lei non poteva più ascoltare il mio battito cardiaco da dentro di me.
«È bellissima.» mormorò Zayn, alla mia destra, e io sobbalzai. Non sapevo che fosse seduto al mio fianco, aspettando che mi svegliassi.
Sapevo che sarebbe stata una femminuccia e sentii una piacevolissima sensazione allo stomaco al pensiero che senza bisogno della conferma di Louis lo avessi capito. Il mio istinto materno aveva avuto ragione.
Mi voltai verso di lui, intorpidita, e sorrisi, «Voglio vederla.» mormorai, senza riuscire a nascondere il bisogno che sentivo di vedere la nostra creatura.
Mi accarezzò dolcemente la guancia, mentre la stessa infermiera, che aveva cercato di calmarmi il giorno prima, entrò con nostra figlia in braccio e un sorriso sul volto.
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Cioccolato al latte
Fanfiction«Come lo vuoi il cioccolato? Be', esiste anche con la menta, ma deve fare davvero schifo, come facciano a venderlo non mi è chiaro. Cioè, non mi fraintendere, se lo vuoi te lo prendo subito.» le parole uscirono una dietro l'altra senza interruzioni...