Capitolo 6

13.2K 677 230
                                    

La mano di Zayn stringeva la mia da quando eravamo entrati in quel consultorio. Non capivo per quale motivo, ma sembrava spaventato.

«Quanto ci mettono?» chiese ansioso, stringendo maggiormente la mia mano, mentre una signora sui quarant'anni ci guardò intenerita. Mi sarebbe piaciuto che quello sguardo fosse stato di mia madre o di Niall. Ma lei era in Irlanda in quel momento e mio fratello da qualche parte in giro per Londra, se non era già tornato a casa.

«Sai, Zayn, dovrei essere io quella agitata per la visita dal ginecologo, non tu.» commentai con un tono leggermente acido.

Lui sospirò «Hai ragione, ma le sale d'attesa mi hanno sempre agitato.» confessò, slacciandosi la giacca.

«Ti ricordo che hai voluto tu che venissi qui, se no io...» fui interrotta dalla voce di una dottoressa che teneva in mano una cartellina.

«Horan Cecilia.»  chiamò il mio nome e subito dopo io e Zayn ci alzammo. La donna ci condusse davanti alla porta dello studio del ginecologo e, dopo aver bussato, ci lasciò soli.

«Avanti.»

Aprendo la porta, io e Zayn ci trovammo davanti un ragazzo sui venticinque anni, che ci sorrise, assottigliando gli occhi azzurri. Sentii il moro irrigidirsi alla sua vista.

«Accomodatevi. - indicò con un cenno del capo le due poltrone davanti alla sua scrivania - Qual è il tuo nome?» chiese poi, senza far svanire quel sorriso.

«Cecilia Horan.» risposi, sedendomi e portando la mano sul mio ventre. Ormai era diventato un gesto involontario, come se sentissi il bisogno di proteggerlo.

«Horan Cecilia. - sussurrò lentamente, scrivendo il nome sopra un foglio - Giorno e luogo di nascita?»

«Ventidue Settembre del '94 a Mullingar, in Irlanda.» risposi, mentre lui scrisse le informazioni sullo stesso foglio.

«Così giovane e già in dolce attesa, eh?» commentò, senza alcun velo di cattiveria.

«Tu così giovane e già ginecologo e ficcanaso, eh?» rispose Zayn, appoggiando la mano sulla mia, in tono acido.

«Zayn!» lo richiamai, ma il dottore scosse la testa.

«Tu invece sei il fidanzato, giusto?» domandò senza troppo interesse. Forse solo per capire la sua reazione.

«Sì.» rispose lui, senza pensarci troppo, ma io negai subito.

«No, è solo il padre del bambino.» precisai, mentre Zayn alzò gli occhi al cielo.

Il ginecologo scoppiò a ridere «Be', ora si spiegano molte cose. - disse, lasciandomi perplessa - Io comunque sono Louis Tomlinson. Adesso che abbiamo finito le presentazioni possiamo passare alla visita.» mi indicò il lettino, ma Zayn scosse la testa.

«In realtà non siamo qui proprio per questo.» spiegai, mentre Louis afferrò di nuovo la penna, pronto a scrivere quale fosse il problema.

«Oh, allora ditemi pure.»

«Non riesco a fare colazione e, in realtà, ho difficoltà anche con il pranzo e la cena.» Zayn mi lanciò uno sguardo indecifrabile. Lui pensava che il problema si limitasse alla colazione forse perché, escludendo il gelato, è l'unica cosa che abbiamo mangiato insieme.

«Non riesci?» chiese il ragazzo, prendendo nota delle cose dette fino a quel momento.

«Non fa in tempo a mandare giù qualcosa che ha i conati di vomito e i crampi allo stomaco. Anche se con il gelato non ci sono stati problemi.» disse Zayn, sovrappensiero.

«Sì, non mi succede proprio sempre, ma molto spesso.» precisai e il ginecologo annuì.

«E ho paura che, oltre ad essere un problema per lei, possa diventarlo anche per il bambino.» concluse il moro, stringendo maggiormente la mia mano e facendomi sorridere impercettibilmente. Era incredibile come si preoccupasse per noi.

«Da quanto succede?»

Alzai gli occhi, pensando a quando più o meno risalissero i primi problemi con il cibo.

«Credo una decina di anni, all'incirca.» risposi, per poi annuire a me stessa.

Zayn spalancò gli occhi «Credevo fosse successo solo un altro paio di volte.» disse, incredulo, mentre io alzai lievemente le spalle.

«Capisco. - mormorò qualcosa fra sé e poi mi porse un foglietto con la ricetta di un medicinale - Prendi una pastiglia al giorno mezz'ora prima di cenare e non preoccuparti perché non sono pericolose per il bambino.» spiegò.

Annuii e infilai la ricetta nella tasca del giubbotto.

«Bene, ora passiamo alle solite domande. - annunciò, sorridendo - Prima della gravidanza com'era il tuo ciclo? Hai mai avuto problemi?» chiese.

«Nell'ultimo periodo non era per niente regolare. Sono arrivata ad averlo tre volte nello stesso mese, ma ho sempre dato poco peso a questa cosa.» risposi sincera.

Lui scosse lievemente la testa «Hai sbagliato, Cecilia, ma ormai è passato. Credo sia dovuto ad una carenza di ferro, ma verificheremo con un'analisi del sangue. - afferrò un'agenda - Prima di tornare a casa, passate dalla mia collega per il prelievo, tanto presumo che tu sia a digiuno.» alle sue parole annuii.

Aspettando che Louis mi dicesse la data del successivo appuntamento, rivolsi lo sguardo a Zayn. Aveva la mano libera affondata nei suoi capelli e lo sguardo perso nel vuoto. Strinsi maggiormente la sua mano, per attirare la sua attenzione, e gli sorrisi. Lui ricambiò incerto.

«Allora, ci vediamo fra una settimana precisa per controllare le analisi e per vedere se con le pastiglie è migliorato qualcosa. - mi segnai tutto sul cellulare e mi alzai dalla poltrona, pronta ad uscire - Ah, devi venire anche il giorno dopo, senza Zayn.» sottolineò, mentre il ragazzo spalancò gli occhi.

«Cosa?» chiese, incredulo.

«Oh, andiamo, non fare il geloso.» concluse, facendo l'occhiolino al moro.

Cioccolato al latteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora