«Oggi sono stato in officina e ti ho pensato tanto, sai?» accarezzò la mia pelle e io sorrisi al suo tocco delicato.
«Così non ti sente.» sussurrai, anche se forse ero io a non volere che stesse così distante. Affondai le dita nei suoi capelli e spinsi il suo viso verso di me. Lui ridacchiò, per poi appoggiare le mani sui miei fianchi e la guancia sul rigonfiamento nudo del mio ventre.
«Anche se in realtà è strano pensare a te perché... cioè, non so come sei né nulla, quindi è un po' difficile ma...» liberai una lieve risata dalle mie labbra quando iniziò a balbettare e lui alzò il viso verso il mio, per poi grattarsi il retro del collo, in imbarazzo.
Non sapevo che cosa fossimo io e Zayn ma, lì in piedi in mezzo alla sua stanza con il suo viso appoggiato sul mio pancione, sentivo che dal mio primo giorno in quella casa tutto era cambiato. Lui ormai non portava più ragazze lì dentro da un bel po', da quello che mi aveva detto Harry non vedeva ragazze nemmeno fuori casa, e succedeva spesso che mi baciasse durante la giornata. Quindi forse eravamo... qualcosa?
Sorrisi a quel pensiero e, dopo aver abbassato la maglietta, accarezzai la guancia del ragazzo, che si alzò dalla sua posizione in ginocchio.
«Posso farti una domanda?» chiesi, quando lui mi afferrò la mano per guidarmi in cucina.
Annuì e mi porse la pastiglia con un bicchiere d'acqua, per poi mettere una pentola piena sul fornello.
«Grazie. - la mandai giù con un sorso - Cosa hai provato quando quattro mesi fa Harry ti ha detto che ero incinta di te?» chiesi poi, ponendogli finalmente il dubbio che mi aveva sempre assillato.
Sospirò, prima di appoggiarsi al ripiano della cucina e guardarmi negli occhi.
«Ero terrorizzato, in fondo ero solo un ventunenne a cui piaceva andare alle feste, divertirsi e... sì, insomma, avere tante ragazze.» ammise, fissando un punto indefinito dietro di me.
Abbassai lo sguardo verso i miei piedi. In pratica gli avevamo cambiato completamente la vita a cui era abituato e mi sentivo in colpa, terribilmente in colpa.
«Ehi. - senza che me ne fossi resa conto, si era avvicinato e mi avevo alzato il viso verso il suo - So cosa stai pensando, ma non è come credi. Ero terrorizzato, sì, ma non avrei mai scordato la tua espressione il giorno dopo la festa, su quel letto. La mia paura, in confronto alla tua, era il nulla e ho deciso che ti sarei stato accanto, che un figlio non sarebbe stato un peso per me, ma soprattutto nemmeno per te. Avrei potuto continuare la mia vita di feste, ma mi sarei preso cura di voi.» sussurrò a pochi millimetri dal mio viso.
Pensai a Scarlett in quel momento. Lei, pur essendo fidanzata, era stata abbandonata proprio a causa del figlio che portava in grembo mentre Zayn, nonostante non mi conoscesse affatto, si era preso le sue responsabilità e mi aveva accolta in casa sua, aveva stabilito che ci sarebbe stato per nostro figlio.
Appoggiò le mani sulla mia vita «E ora eccomi qui, senza feste o centinaia di ragazze, - ridacchiò - ma con quella che... che amo davanti ai miei occhi.» concluse, mentre io sgranai gli occhi.
Lo aveva detto davvero? No, dovevo aver capito male. Non era assolutamente possibile che lui provasse un sentimento del genere per me, che lui ricambiasse.
La sua mano raggiunse la mia guancia pochi istanti dopo e mi accarezzò.
«Mi sono innamorato di te, Cecilia Horan, e... non so esattamente quando sia successo. Forse al cimitero, magari quando mi hai detto di odiare il cioccolato al latte senza una vera motivazione o nel momento in cui ti ho vista rannicchiata accanto alla finestra, il primo giorno che sei venuta qui.» innumerevoli brividi percorsero la mia pelle alle sue parole dette con sincerità.
Spostò le mani sulla mia schiena, mi avvicinò maggiormente al suo corpo e io cercai in tutti i modi di mantenere la calma, nonostante le emozioni provocate da ciò che mi stava dicendo.
«Non lo so, davvero. So solo che mi fa sentire così bene e... - appoggiò la testa nell'incavo del mio collo e lo sentii sorridere - sono grato di essere andato a quella festa e di averti resa mia.» concluse, mandando completamente all'aria il mio piano di restare calma.
Ero sicura che qualsiasi mio tentativo di dire qualcosa di sensato sarebbe risultato vano, così feci l'unica cosa che mi avrebbe permesso di fargli capire quanto lo amassi, senza però parlare. Circondai il suo collo con le braccia e, un po' titubante inizialmente, sfiorai le sue labbra con le mie, cogliendolo di sorpresa. Era la prima volta che iniziavo io il bacio ma, per le sensazione provate, mi ci sarei potuta anche abituare.
Lo sentii sorridere sulle mie labbra e allontanai lievemente il viso, per guardarlo negli occhi.
«Io...» mi interruppi, non sapendo che cosa dire, e mi sentii totalmente stupida.
Le sue labbra furono di nuovo sulle mie «Non dire nulla.» sussurrò a pochi millimetri dal mio viso.
Sorrisi riconoscente. Probabilmente aveva capito che non volevo dire qualcosa di sbagliato e rovinare l'atmosfera che avevamo creato.
«Dimmi solo che passerai il Natale con me e la mia famiglia. - supplicò - Ho bisogno di averti accanto per dire ai miei genitori che la mia ragazza è incinta.» arrossii visibilmente per come mi aveva definita, ma subito dopo sospirai.
«Non è una festività che adoro, te l'ho già detto. Io non...»
«Non ti farei mai stare male, Cecilia. Lo sai questo, vero? - annuii impercettibilmente - È solo un'occasione per passare del tempo insieme, non ti accorgerai nemmeno di che giorno si tratti, te lo assicuro.» mi attirò a sé e io afferrai il mio labbro inferiore fra i denti per evitare di singhiozzare.
Non sapevo bene come Zayn avesse capito che quel giorno mi faceva stare male, ma le sue parole erano riuscite a darmi conforto.
«E se non dovessi piacere ai tuoi genitori? Se non dovessero accettare il fatto che io sia incinta?» chiesi, preoccupata da quell'eventualità.
«Quindi è un sì?» roteai gli occhi al suo sorriso malizioso, prima di allontanarmi da lui e mettere il sale e gli spaghetti nell'acqua bollente.
In fondo non avevo nulla da perdere, no?
«Va bene.» sospirai e Zayn sfoderò un sorriso di vittoria.
Dovevo solo conoscere i genitori del mio... ragazzo e dire loro che ero incinta del loro amato figlio. Nulla di che, in sostanza.
Per quale dannata ragione avevo accettato?
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Cioccolato al latte
Fanfiction«Come lo vuoi il cioccolato? Be', esiste anche con la menta, ma deve fare davvero schifo, come facciano a venderlo non mi è chiaro. Cioè, non mi fraintendere, se lo vuoi te lo prendo subito.» le parole uscirono una dietro l'altra senza interruzioni...