Jackson
La mente umana è gestita da uno dei meccanismi più complicati che esista. È difficile da manovrare e non la si può raggirare facilmente. È un perfetto mix di sensibilità ed emozioni che il più delle volte va in contrasto con le leggi della razionalità. Può bastare un'immagine, una frase o un ricordo per destabilizzare quel fragile equilibrio che siamo abituati a mantenere. Spesso è un semplice pensiero, apparentemente banale, che insidiandosi nel nostro cervello diventa un chiodo fisso da cui è impossibile liberarsi e ci dà il tormento, proprio come sta capitando a me.
Ho un pensiero costante che affligge la mia mente da due fottutissimi giorni: Sarah Peterson, la ragazza più squilibrata che conosca. Se ne va in giro con quelle pantofole rosa a forma di coniglietto che sono inguardabili, non tanto per le orecchie buffe che sbucano dai lati ma per il colore rosa barbie che non riesco proprio a tollerare, ed è l'esatto opposto delle donne con cui sono abituato a interagire; non ha delle curve prosperose, una sensualità spiccata, né tanto meno l'aria di essere un tipo che ci sa fare con gli uomini.Lei è bella ma non di quelle bellezze che noti a prima vista. Bisogna soffermarsi a guardarla attentamente per poter apprezzare appieno le lentiggini che le ricoprono il volto, le sfumature grigiastre che schiariscino i suoi occhi verdi e notare la curva che delimita le sue labbra sporgenti, spesso illuminate da quel suo sorriso ingenuo e meraviglioso.
Lei non è il tipo di donna che mi attirerebbe al primo sguardo, non ha un carattere che va in sintonia con il mio, anzi direi che siamo l'esatto opposto, ed è l'essenza della bontà e dell'altruismo, al contrario di me che sono un vero e proprio stronzo, egoista e bastardo.
Noi siamo dannatamente diversi. Se ci vedessero camminare in giro uno accanto all'altra probabilmente ci guarderebbero perplessi domandandosi cosa diavolo c'entri un ragazzo palesemente altezzoso e sfrontato come me con un esserino dolce e buono come lei.
Non siamo fatti per stare insieme, questo è chiaro, ma strano a dirsi, da quando ho scoperto il grande dolore che si porta dentro ogni giorno a causa della morte di suo fratello, sento che un legame profondo e incontrollato mi lega a lei.
Due giorni fa ha fatto ritorno a Nashville per le festività natalizie ed io non riesco a smettere di pensarla. Mi basta osservare la sua stanza vuota per sentirne la mancanza e tutto questo mi spaventa. Non dovrei provare questo tipo di sentimenti per lei, non dovrei sentire la sua assenza e rivolgere la mia mente costantemente a lei; eppure mi ritrovo qui, a casa di mio padre, seduto sul suo divano dopo aver affrontato una nottata di lavoro estenuante in chirurgia d'urgenza, a pensare a lei.
L'albero, simbolo sovrano di questa festa che tanto odio, è montato ai margini della stanza ed è illuminato da semplici luci a led bianche e blu che fanno risplendere i decori argentati delle palline che vi sono appese; al suo cospetto sono ammassati i regali scartati subito dopo pranzo, tra questi vi sono una carta acquisti Amazon donatami da mia sorella, un Rolex con il quadrante in oro giallo e il cinturino in acciaio, che andrà a fare compagnia alla mia numerosa collezione di orologi, consegnatomi da Emily e l'ultimo modello di Xbox fornitomi gentilmente da mio padre. Non ho ricevuto nulla che non mi aspettassi e onestamente, per certi versi, avrei preferito un semplice biglietto d'auguri piuttosto che questi doni costosi. Ne ho a centinaia di aggeggi elettronici e abiti firmati; per questo natale non necessitavo di nulla se non dell'amore di due genitori che apparentemente se ne fregano di me.
Mia madre si è limitata a mandarmi un semplice messaggio inoltrato a tutta la sua rubrica con su scritto: "Buon Natale!"; senza aggiungere un misero "Ti voglio bene" o "Come stai? Mi manchi".
Sembra che per lei non esista altro che il lavoro nella vita ed io mi sono stancato di attendere che mi mostri un po' di considerazione e si ricordi che sono suo figlio. Tra di noi va avanti così da ventiquattro anni ormai e, se prima mi spezzava il cuore non vederla apparire da quella maledetta porta solo per abbracciarmi e venirmi a trovare almeno una volta all'anno, adesso me ne frego della sua strafottenza. Ammetto che mi sento ancora un po' ferito dal suo modo di fare ma ho smesso di piangere per lei e di desiderare che passi del tempo con me come quelle rarissime volte in cui veniva a trovarmi da bambino. Con il tempo ho accettato la realtà dei fatti, ovvero che mia madre ha deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita se non in quei rari momenti in cui si accerta, attraverso i resoconti fatti da mio padre, che i miei studi e la mia carriera da chirurgo vadano bene.
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Chasing Love #1 ~ Poli opposti
RomanceSarah e Jackson sono due poli opposti, cresciuti in due famiglie con ideali diversi e incapaci di sopportare la presenza reciproca. Si sa peró che gli opposti si attraggono, si cercano, si completano, si amano perché si donano reciprocamente quello...