Capitolo 38 ~ Stringimi

3.4K 169 208
                                    

                                Jackson

Centodieci. È il numero orientativo di battiti che il mio cuore sta compiendo. Li sento, rapidi e frenetici, rimbombare forte contro le mie orecchie. Riesco a contarli, a percepirli fuori controllo, come se fossero impegnati a vincere una competizione a me sconosciuta.

«Jackson»

Centoventi. Aumentano velocemente la loro corsa appena Kate si rivolge a me.

«Ho fatto tutto quello che potevo per salvarla...»

Perdo il conto. Si schiantano furiosi contro il mio petto, in preda alla paura di quello che potrei scoprire.

"Lei non può essere morta! Va avanti, ti prego, e dimmi che sta bene!"

«Ma ha perso molto sangue» continua. «Il coltello ha perforato la parete dello stomaco e ho dovuto eseguire una raffia gastrica. Anche se le abbiamo fatto una trasfusione è ancora molto debole, ha bisogno di restare a riposo per alcune settimane ed evitare qualsiasi tipo di sforzo fisico per almeno due mesi»

"Ha perso molto sangue, è debole e deve stare a riposo" mi ripeto. "Questo vuol dire che ha superato l'intervento con successo, anche se non è in ottime condizioni di salute"

«Comunque sono sicura che si riprenderà presto, vedrai!» afferma fiduciosa. «Tra poco la porteremo in camera e potrai vederla»

Mi sorride, il primo sorriso sincero che ricevo da parte di mia madre, intanto che io tiro un sospiro di sollievo e lacrime di pura gioia mi bagnano gli occhi.

"La mia coniglietta è viva! Ce l'ha fatta a sopravvivere pure se non è stato facile, lei ha combattuto, dimostrandosi ancora una volta più forte di quanto sembri"

Mio padre, in piedi accanto a me, mi da una pacca sulla spalla che, seppur sia un banale contatto, mi è di grande conforto. Mi fa sentire meno solo.

«Grazie» mormoro flebile, lasciando scontrare le mie iridi arrossate con quelle verdi e luminose di mia madre.

Provo ancora astio nei suoi confronti ma le sarò riconoscente a vita per aver salvato Sarah.

Lei non dice nulla, si trattiene dal parlarmi, limitandosi a guardarmi in silenzio.

Leggo qualcosa di diverso nel suo sguardo, non è freddo, non c'è la solita cattiveria che lo caratterizza, è sincero, premuroso, comprensivo, ma non abbastanza da farmi dimenticare tutto il male che mi ha fatto.

«Coraggio, Jackson! Ora che il peggio è passato vai a darti una ripulita e poi potrai raggiungere Sarah» interviene mio padre, indicando le mie mani ancora impregnate di sangue, ormai secco, e il mio viso ricoperto di terra e sporcizia.

Non me lo lascio ripetere due volte, consapevole che non potrei nemmeno avvicinarmi a lei in queste condizioni; corro subito negli spogliatoi, tiro fuori dal mio armadietto una maglia e un paio di jeans, che tengo di riserva per le situazioni d'emergenza, mi precipito alla svelta in uno dei bagni vuoti a mia disposizione e mi do una ripulita.

Impiego qualche minuto per lavare via lo sporco e rendere il mio aspetto presentabile, anche se mi basta lanciare un'occhiata al mio riflesso impresso nello specchio per rendermi conto che ho una pessima cera.

Gli occhi sembrano aver perso la loro naturale lucentezza, tramutando il loro azzurro in un grigio scuro, spento, accerchiati da due occhiaie terribili e marcati segni rossi che ne valorizzano la stanchezza. La mia espressione è persa nel vuoto, confusa e caratterizzata da mille emozioni differenti, proprio come i miei pensieri: un susseguirsi di idee contrastanti che mi incasinano il cervello.

Chasing Love #1 ~ Poli opposti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora