Capitolo 31 ~ Lottare (Parte II)

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Jackson

Scappo. Corro veloce lungo i corridoi bianchi di questa struttura. Le mie gambe si muovono autonome, senza rispondere ai miei comandi, vagano confuse alla ricerca di un luogo sicuro, lontano dalla realtà.

I miei piedi battono sul pavimento come se non mi appartenessero, come se il mio corpo si stesse ribellando alla mia mente che chiede solo di essere spenta, di interrompere il flusso costante di pensieri che la stanno affliggendo, portandomi al riparo.

Una parte di me mi dice di andare alla ricerca di Sarah, consapevole che solo lei può salvarmi da questa crisi esistenziale che sta avendo la meglio su di me, ma l'altra parte, quella più orgogliosa e al tempo stesso insicura, mi impone di rimane da solo per non caricare anche lei di ulteriori pesi inutili.

Così galoppo come un cavallo in piena corsa e mi rifugio nelle scale d'emergenza, poste all'esterno dell'edificio. 

Supero la porta tagliafuoco, faccio un respiro profondo e inalo quanto più ossigeno possibile, seppur l'aria che si è appena scontrata con la mia pelle è calda e afosa.

Le gambe cominciamo a tremare e non so se lo fanno perché hanno appena percorso mezzo ospedale e sono esauste o perché il peso di quello che ho scoperto le fa cedere, facendo sentire debole il resto del mio corpo.

A piccoli passi mi avvicino alla rampa di scale in metallo e prendo posto su uno dei gradini, accovacciando le ginocchia al petto e stringendomi la testa tra le mani.

Il cuore scalpita dentro al torace talmente forte che mi fa male, ma riesco a sopportare questo dolore a differenza di quello che mi hanno causato i miei genitori. Quello è troppo grande per ricadere sulle spalle di una persona sola; è troppo difficile da digerire per un ragazzo come me che vive di insicurezze, che non si sente mai all'altezza degli altri e che nonostante si sforzi di apparire forte in realtà è più fragile di un bambino.

Scuoto il capo esasperato, avvertendo il respiro farsi sempre più pesante intanto che la mia mente viene inghiottita dalla triste realtà dei fatti.

'Mia madre ha rinunciato a me per una cospicua somma di denaro mentre mio padre ha scelto Kristen al posto mio.

Perché non mi vogliono e non mi amano? Perché nessuno è disposto a lottare per me?'

Un'ombra si palesa difronte ai miei occhi, avvertendomi dell'arrivo di qualcuno che cerca di attirare la mia attenzione.

Non sollevo nemmeno lo sguardo verso di lei, mi basta respirare il suo profumo per riconoscerla. Ho trascorso la mia intera esistenza insieme a lei e potrei avvertire la sua presenza anche a distanza.

Provo a cacciarla via bruscamente, intimandole di lasciarmi da solo perché è così che mi sento, anzi è così che sono rimasto: solo.
Sfortunatamente per me però mia sorella è maledettamente testarda e si ostina a starmi accanto, prendendo posto al mio fianco, sullo stesso scalino.

Mi sforzo di ignorarla con tutte le mie forze perché, anche se lei non ha colpe, la sua vicinanza in questo momento mi pesa, ricordandomi che nostro padre l'ha sempre amata più di me.

Prova a consolarmi dicendomi quanto le azioni del nonno abbiano influito negativamente anche sulla sua vita, allontanandola dal suo vero amore per mesi, ma le sue parole non servono a nulla. Non è mio nonno la mia preoccupazione principale al momento, i miei genitori lo sono.

Chasing Love #1 ~ Poli opposti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora