Capitolo 3

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Blank face in the windowpaneMade clear in seconds of lightDisappears and returns againCounting hours, searching the night

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Blank face in the windowpane
Made clear in seconds of light
Disappears and returns again
Counting hours, searching the night

Might be waiting for someone
Might be there for us to see
Might be in need of talking
Might be staring directly at me

Windowpane
[Opeth]

~~~

«Ali di pollo con patatine e pane all'aglio, Caesar Salad con avocado e un Sunset Burger con cheddar» enumerai, poggiando i piatti sul tavolo davanti ai clienti. «Ecco a voi, buon appetito!»

Ritornai in cucina e mi passai una mano sulla fronte, sistemando meglio il berretto nero. Stavo morendo di caldo, era una serata particolarmente affollata e non avevo fatto altro che correre avanti e indietro da quando il mio turno era iniziato due ore prima.

Ma la gente di lunedì sera non ha niente di meglio che venire ad imbottirsi di schifezze da Nando's?

Avevo appena finito di sospirare quando la voce chiara di Liam sovrastò il caos che regnava nella cucina.

«Riley, il Beanie con formaggio grigliato e l'insalata di quinoa del tavolo 5!»

«Eccomi!» risposi con volume altrettanto alto, afferrando i piatti ed avviandomi di nuovo verso la sala. Non avrei finito prima di mezzanotte, probabilmente, e nonostante mancassero ancora quasi tre ore ero già esausta. Mentre camminavo verso il tavolo 5 incrociai Leah che tornava in cucina, lanciandomi un'occhiata disperata che mi fece sorridere sotto i baffi.

A dire la verità lavorare lì non mi dispiaceva; il clima tra colleghi era ottimo, la paga discreta e mi piaceva avere a che fare con le persone – tranne ovviamente i clienti che creavano mille problemi solo per il gusto di mettere a disagio le persone. Fortunatamente quelli erano solo casi isolati; per la maggior parte servivo piccole comitive o giovani coppie, tutti solitamente molto educati.

Mentre mi affaccendavo a prendere le ordinazioni e portare i piatti in tavola fece il suo ingresso una persona che, solo a vederla, ogni volta riusciva a mettermi di buonumore.

«Ehi, Riles!» mi salutò il ragazzo con la sua voce piena, un bel sorriso sul volto arrossato. Non mi fu affatto difficile ricambiare il sorriso, avvicinandomi a lui per accompagnarlo ad un tavolo libero.

«Come stai, Niall?» chiesi con calore, stringendolo in un mezzo abbraccio un po' affrettato. «Sono ben cinque giorni che non vieni qui, è successo qualcosa di grave?»

Il ragazzo rise di gusto alla mia domanda scherzosa, quindi scosse la testa.

«Sono stato a Mullingar per il weekend. Era il compleanno di mia nonna» spiegò, senza perdere il sorriso, al che io annuii.

Reunited || H. S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora