Capitolo 36

1.9K 132 58
                                    

Not sure I understandThis role I've been givenI sit and talk to GodAnd he just laughs at my plansMy head speaks a languageI don't understand

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Not sure I understand
This role I've been given
I sit and talk to God
And he just laughs at my plans
My head speaks a language
I don't understand

Scare myself to death
That's why I keep on running

Feel
[Robbie Williams]

~~~

Harry's POV

Quando entrai nella stazione di polizia mi sorpresi di non vedere nessun civile nella piccola area d'ingresso; c'eravamo solo io ed un agente seduto al front desk, che sfogliava alcune carte da un fascicolo. Pochi secondi dopo che fui entrato alzò lo sguardo verso di me.

«Posso aiutarti?»

Deglutii a vuoto, indeciso su come pormi, quindi mi avvicinai al bancone.

«Sono qui per confessare i miei crimini» risposi notevolmente impacciato, guadagnandomi un'occhiata perplessa da parte del poliziotto. «Sono uno spacciatore, possiedo illegalmente una pistola semiautomatica ed ho aggredito e derubato così tante persone che non sono nemmeno in grado di ricordarmene la metà»

L'agente strabuzzò gli occhi quando posai lo zaino sull'alto bancone di fronte a lui, e tenne lo sguardo inchiodato al mio mentre chiamava un suo collega tramite l'interfono.

«Che succede?» chiese il nuovo arrivato quando entrò nell'ingresso e si avvicinò a noi, esaminandomi con curioso sospetto.

«Questo ragazzo è appena arrivato, elencandomi una serie di crimini che avrebbe commesso» spiegò l'agente dietro il bancone, lasciandosi andare contro lo schienale girevole della sedia ed accarezzandosi il mento. «Se puoi perquisirlo mentre controllo il contenuto dello zaino mi faresti un favore»

L'altro annuì e mi fece allargare le braccia, iniziando subito a tastare il mio corpo alla ricerca di eventuali armi.

«Come ti chiami, ragazzo?» mi domandò il poliziotto del front desk, aprendo con cautela la tasca superiore dello zaino.

«Harry, signore» mormorai in risposta, deglutendo prima di correggermi. «Harold Edward Styles, in realtà»

«Data e luogo di nascita?»

«1 febbraio 1990... sono nato a Redditch, nel West Midlands»

Lui annuì, prendendo nota delle mie generalità, quindi tirò fuori dallo zaino le buste trasparenti ed i pacchetti contenenti la droga insieme alla mia Beretta smontata.

«Non stavi scherzando» constatò, quasi sorpreso. «C'è un bel po' di roba qui. Cocaina, fumo... questa invece sembra eroina»

Abbassai lo sguardo, cercando di non venire distratto dal rumore del piccolo metal detector che il suo collega mi stava passando addosso.

Reunited || H. S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora