Capitolo 25

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We don't talk enoughWe should open upBefore it's all too muchWill we ever learn?

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We don't talk enough
We should open up
Before it's all too much
Will we ever learn?

Sign of the Times
[Harry Styles]

~~~

Entrambi rimanemmo immobili l'uno di fronte all'altra per diversi secondi, senza dire una parola, semplicemente guardandoci negli occhi come a volerci accertare che la nostra mente non ci stesse giocando qualche brutto scherzo.

«Ri...»

Quella sillaba, appena sussurrata, scivolò via dalle sue labbra quasi involontaria. Sentii il petto restringersi nel vederlo così distrutto, con marcate occhiaie violacee a cerchiare i suoi occhi, il volto livido dal pallore ed un lieve velo di barba non rasata che gli ombreggiava appena la mascella. Istintivamente mossi alcuni passi nella sua direzione fino a ritrovarmi di fronte a lui.

«Harry» mormorai, allungando una mano per sfiorargli una guancia. «Dio, ho... ho saputo quello che è successo. Mi dispiace così tanto...»

Serrò le palpebre nel sentire le mie parole, e percepii la sua mascella irrigidirsi sotto le mie dita. Sembrava che stesse tentando con tutte le proprie forze di sigillare il dolore dentro di sé e che quello continuasse a spingere per liberarsi.

«Vieni dentro» rispose soltanto, con voce sorda, mentre raccoglieva il sacchetto di Laz ed entrava in casa. Lo seguii con il cuore in gola, richiudendo la porta dietro di me, e quando lo vidi abbandonarsi stancamente su una delle sedie della cucina non potei fare a meno di pensare che sembrava completamente svuotato di ogni traccia di energia.

Una cappa di silenzio tornò a pesarci addosso, opprimente e scomoda, mentre io mi tormentavo le dita delle mani chiedendomi disperatamente cosa potessi fare per alleviare almeno un po' la sofferenza che lo artigliava senza pietà.

«Harry, ti prego, parlami» proruppi quando quel silenzio tetro si fece insostenibile. «Non riesco a vederti così»

All'inizio credetti quasi che non mi avesse nemmeno sentita, dal momento che era rimasto pressoché immobile con la stessa aria meditabonda, ma ad un certo punto prese un lento sospiro.

«Sei mai stata in America, Ri?»

Rimasi interdetta alla sua domanda così inaspettata, al punto che lì per lì non seppi cosa dire.

«No, mai» mormorai infine, ancora stupita. «Perché me lo chiedi?»

Gli angoli delle sue labbra si piegarono debolmente verso l'alto, e per qualche motivo quel lieve sorriso malinconico mi riempì di tristezza.

«Io ho sempre sognato di vedere Los Angeles» sospirò, lo sguardo ancora perso nel vuoto di fronte a sé. «Le strade ampie, la vita spensierata, l'oceano... Ho questo tarlo in testa fin da quando ero bambino»

Reunited || H. S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora