Londra, la Capitale d'Europa.
È qui che Riley Fisher vive e lavora da quasi due anni, dopo essere cresciuta a Holmes Chapel.
È qui che una sera ritroverà l'amico d'infanzia che non vedeva da sedici anni, nel modo più inaspettato ed improvviso.
Tra s...
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How life has its way of turning your best suits the wrong way As if to smile and say, 'I feast on irony, my friend, I'm come-what-may And it might just be, my friend, That this is your unlucky day'
On a Tuesday [Pain of Salvation]
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«Ri, lo sai anche tu che non posso parlarti di queste cose. Tantomeno per telefono»
«Questo è un motivo in più per venire qui e parlarmene di persona»
Sentii Harry ridacchiare appena all'altro capo della linea, e di riflesso sorrisi anch'io mentre mi giravo su un fianco nel mio letto. Estorcergli informazioni sugli argomenti di cui avevano discusso lui e gli altri poche ore prima da Big Shade era un'impresa disperata, e nonostante sapessi che me ne escludeva per la mia stessa sicurezza non potevo fare a meno di essere divorata dalla curiosità.
«Sai che vorrei poterlo fare» sospirò, ed io feci altrettanto. «Cerca di avere pazienza, Ri. Stasera abbiamo iniziato a muoverci nella direzione giusta, e se tutto va bene questa storia di merda finirà in fretta. Vedrai, presto tutto si sistemerà»
Lasciai vagare lo sguardo per la stanza immersa nell'oscurità, un vago e familiare preludio di inquietudine che iniziava ad avvolgermi lo stomaco. Sapevo cosa significava, e sapevo altrettanto bene che non era facile da sradicare.
E se non andrà tutto bene?
Non potevo fare a meno di considerare anche le ipotesi peggiori, forse perché non erano neppure le più improbabili. C'erano troppe cose che potevano andare storte, e anche solo ammettere l'esistenza di una di queste possibilità mi metteva i brividi.
«Lo spero davvero» mormorai, rannicchiandomi tra le lenzuola. Lo sentii sospirare ancora, e sentivo che era frustrato per non essere in grado di potermi rassicurare più concretamente di così.
«Ora mettiti a dormire, d'accordo?» propose invece con voce morbida. «Cercherò di passare a trovarti il prima possibile»
Ci eravamo salutati appena dodici ore prima, ma mi sembrava fosse trascorsa un'eternità. Harry ormai riempiva le mie giornate, anche quando non era fisicamente presente; questa consapevolezza da un certo punto di vista mi spaventava, perché ero terrorizzata che mi venisse portato via, ma era anche più confortante di quanto avrei mai potuto immaginare.
«Sì, ma dormi anche tu» lo rimbeccai, sentendolo ridere piano ed imprimendomi quel suono quanto più in profondità potevo. «Buonanotte, Harry»
«Adesso vado, infatti. Buonanotte, Ri»
Riattaccò per primo, forse anche lui preda della stessa morsa di nostalgia che stringeva la gola a me. Liberai un sospiro leggero prima di appoggiare il telefono sul comodino e chiudere gli occhi.