Sit there, hm, count your fingers
What else – what else is there to do?
Oh and I know how you feelSomebody told you 'cause you got to know
That all you ever gonna have to count on
Or gonna wanna lean on
It's gonna feel just like those raindrops do
When they're falling down, honey,
all around you
Oh, I know you're unhappyLittle Girl Blue
[Janis Joplin]~~~
Quando scesi nuovamente le scale, un'ora più tardi, ritrovai nella cucina lo stesso silenzio funereo che avevo trovato prima.
«Harry sta dormendo tranquillo» esordii per spezzare quella gelida tensione. «C'è da sperare che continui a farlo fino a domattina, e che quando si sveglierà stia un po' meglio. Ho recuperato del Tylenol a casa, ne avrà bisogno»
I tre ragazzi annuirono quasi in sincrono, quindi quello alto e corpulento parlò.
«Riley... grazie per quello che stai facendo per Harry» mormorò, cogliendomi di sorpresa. «È una situazione del cazzo e tu difficilmente riuscirai a non esserne coinvolta, ma se Harry sta meglio è solo per merito tuo. Quindi, ecco... grazie»
Per la prima volta dopo ore un piccolo sorriso stanco riuscì a farsi strada sul mio viso.
«Non c'è problema» ribattei, scuotendo la testa come per minimizzare. «Conosco Harry da quando era un poppante, è evidente che non ha ancora imparato a pulirsi il culo da solo quindi come al solito è toccato a me farlo»
Riuscii a strappare una risatina ai ragazzi che mi stavano di fronte, e subito sentii le miei spalle alleggerirsi. Certo, la situazione era ben lontana dall'essere risolta, ma perlomeno sembravamo essere sulla buona strada.
«Io sono Big Shade, comunque» si presentò il maciste. «Il mio amico qua è Lazarus, ma lo chiamiamo tutti Laz. Zayn lo conoscevi già»
Aggrottai le sopracciglia inclinando la testa di lato, non aspettandomi che si presentassero con i loro soprannomi, ma misi da parte l'iniziale sorpresa e sorrisi.
«Piacere di conoscervi» risposi, notando anche le loro espressioni distendersi.
Big Shade era un ragazzo decisamente massiccio – potevo facilmente immaginare il perché del soprannome. Poteva avere forse ventisette o ventotto anni; aveva tratti africani, ma il suo accento mi portò a pensare che fosse nato (o perlomeno cresciuto) in America. Il viso, ben proporzionato e gradevole, nascondeva però a fatica una certa dose di aggressività latente.
Laz, al contrario, era mingherlino e non troppo alto. Aveva i capelli biondi e stopposi, portati in una zazzera arruffata che gli copriva gli occhi. Sul viso e sulle mani aveva vistose macchie di vitiligine.
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Reunited || H. S.
FanfictionLondra, la Capitale d'Europa. È qui che Riley Fisher vive e lavora da quasi due anni, dopo essere cresciuta a Holmes Chapel. È qui che una sera ritroverà l'amico d'infanzia che non vedeva da sedici anni, nel modo più inaspettato ed improvviso. Tra s...