Londra, la Capitale d'Europa.
È qui che Riley Fisher vive e lavora da quasi due anni, dopo essere cresciuta a Holmes Chapel.
È qui che una sera ritroverà l'amico d'infanzia che non vedeva da sedici anni, nel modo più inaspettato ed improvviso.
Tra s...
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I can do anything (right or wrong) I can talk anyhow (and get along) I don't care anyway (I never lose) Anyway, anyhow, anywhere I choose
Nothing gets in my way Not even locked doors Don't follow the lines that been laid before I get along anyway I care
Anyway, anyhow, anywhere [The Who]
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È di nuovo lui. Lo sapevo.
Avrei riconosciuto ovunque quella figura bassa e furtiva, con il berretto calato sugli occhi come pochi giorni prima, appoggiata alla parete in plastica del piccolo box aperto che riparava dalla pioggia l'unica panchina presente alla fermata dell'autobus. Deglutii a vuoto mentre stringevo la presa sul manico dell'ombrello che condividevo con Leah; era da sei giorni che non avevo il turno serale da Nando's, ed altrettanti erano passati da quando avevo visto per la prima volta quel ragazzo vestito di nero.
«Odio quando la pioggia mi gonfia i capelli» si lamentò la mia amica, ignara di tutto quello su cui stavo rimuginando, passandosi le dita nella chioma castana per ravvivare le ciocche ribelli.
«Che te ne importa? Devi andare a casa a dormire, non ad una festa» commentai divertita, mio malgrado. Lei sbuffò teatralmente, scuotendo la testa.
«Che ci parlo a fare con te, tu non puoi capire» sospirò, lanciando un'occhiata ai miei capelli perfettamente in ordine. «Tu sembri sempre appena uscita da un salone di bellezz... ma chi cavolo ha il coraggio di chiamare dopo la mezzanotte?»
Girai la testa verso Leah, incuriosita, mentre la guardavo frugare nella borsa prima di estrarre il suo Huawei sul cui schermo illuminato campeggiava la scritta "Mamma".
«Pronto?... sì, sono appena uscita da lavoro. Come?... Ah, sto andando verso la fermata dell'autobus. Perché?»
La vidi ascoltare senza rispondere per un paio di minuti, quando improvvisamente un'espressione sconvolta le si dipinse sul viso.
«Cristo santo... sì, certo che arrivo. Ci impiegherò un'oretta con la metro... tu stai con papà e chiamami se succede qualcosa»
«Che è successo?» le chiesi preoccupata quando riattaccò.
«Mio papà ha avuto un attacco cardiaco ed è svenuto» spiegò tesa, facendomi sgranare gli occhi. «Mamma gli ha fatto un intervento di primo soccorso, mentre aspettava l'ambulanza. Ora sono entrambi al West Middlesex University Hospital»
Annuii, stringendole piano un braccio per darle almeno un po' di conforto.
«Coraggio, vedrai che è solo un brutto spavento» mormorai con un piccolo sorriso. «Vai a prendere la metro? Ti accompagno, se vuoi»