Londra, la Capitale d'Europa.
È qui che Riley Fisher vive e lavora da quasi due anni, dopo essere cresciuta a Holmes Chapel.
È qui che una sera ritroverà l'amico d'infanzia che non vedeva da sedici anni, nel modo più inaspettato ed improvviso.
Tra s...
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All I ever wanted All I ever needed Is here in my arms Words are very unnecessary They can only do harm
Vows are spoken To be broken Feelings are intense Words are trivial
Enjoy the Silence [Depeche Mode]
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Nella mia vita ero sempre stata una persona fondamentalmente pigra, che amava dormire e detestava cordialmente il suono della sveglia. Quando l'aggeggio infernale suonava di solito lo spegnevo e mi giravo dall'altra parte, per poi ripetere la tortura alcuni minuti dopo; avevo sempre trovato impossibile scattare in piedi nell'esatto istante in cui partiva la sveglia, ed anzi anche solo riuscire ad aprire entrambi gli occhi per me era un'impresa titanica.
Tuttavia quella mattina le cose andarono diversamente: un paio di secondi dopo che la sveglia aveva iniziato a suonare mi ero già alzata a sedere sul letto, mentre il senso di profondo sconforto del giorno prima mi invadeva già più prepotente che mai.
Senza neppure stiracchiarmi o sbadigliare interruppi l'allarme, alzandomi in piedi e dirigendomi verso il bagno; quando mi guardai allo specchio quasi rabbrividii per la mia cera orrenda. Avevo gli occhi contornati da due occhiaie violacee, la pelle del viso pallida e tirata; con un sospiro mi lavai e feci una rapida colazione – per quello che il mio stomaco chiuso mi permetteva.
Raggiunsi il tribunale in una specie di stato di trance, riuscendo comunque ad arrivare in anticipo di circa mezz'ora; dopo aver superato dei controlli di sicurezza come quelli degli aeroporti raggiunsi un'ampia e lunga sala d'attesa su cui si affacciavano le porte delle aule, ciascuna affiancata da un numero affisso al legno che ricopriva le pareti. Mi guardai intorno un po' smarrita, cercando di capire dove andare, al che individuai una grande bacheca blu scuro sulla quale erano appesi dei fogli.
Quando mi avvicinai scoprii che si trattava degli elenchi di udienze previste in ciascuna aula ai vari orari della giornata; mi affrettai a scorrere rapidamente le liste di nomi, facendo saettare lo sguardo da un foglio all'altro, fino a quando i miei occhi non trovarono quello che cercavano.
————— Styles, Harold Edward Orario d'inizio: 10:00 Numero pratica: 15-CR-02403 Aula 4 —————
Sfiorai con le dita il suo nome, come se in quel modo avessi potuto raggiungere lui, e sentii già la gola stringersi in una dolorosa morsa. Quella situazione era ancora troppo surreale, non riuscivo a credere di stare per assistere al processo del ragazzo di cui ero innamorata. Era successo tutto troppo in fretta, e mi sembrava di trovarmi in un incubo da cui non riuscivo a svegliarmi.