Capitolo 7

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La mattina seguente Loki si alzò alle prime luci dell'alba, che gli illuminarono il viso.
Si sedette ai piedi del letto, non metabolizzando con lucidità di essere fuori dalla sua cella, libero. Si era convinto con tenerezza pacata che quanto accaduto in quelle precedenti ore fosse stato solo un sogno.
Guardò il ciondolo a forma di piuma che aveva al collo, ed abbassò immediatamente il viso al suo fianco, dove Frida stava ancora dormendo profondamente e goffamente. Era una visione angelica per lui, vederla sprofondata in quel sonno intenso e beato. Non gli passò in testa nemmeno per un istante l'idea di liberarsi da quella supervisione sfilandole l'anello nero.

Rimase a guardare quella fragile ragazza addormentata, con le gambe scoperte. Il suo colorito bianco, con i polpacci snelli ma muscolosi, e le ginocchia, non poté far a meno di notare un segno bianco, una vecchia cicatrice, provando tenerezza nel vedere tutto l'insieme ed allegarlo alla ragazzina di Midgard con il rossetto ancora sulle labbra.
La coprì con le lenzuola e si sedette accanto a lei.
Frida si svegliò dopo pochi minuti, stendendo ad aprire gli occhi. Stiracchiò la schiena guardandosi intorno e trovando Loki al suo fianco.
Con sorpresa, i ricci tutti arruffati, affermò: «Allora non era tutto un sogno.»
Loki le rispose «No principessa.»
Sentendosi chiamare in quel modo la midgardiana arrossì, Loki si avvicinò al suo viso, accarezzandole il collo con la mano in un movimento quieto. Frida socchiuse gli occhi immersa in una sensazione soave di piacere e solletico.
I loro volti si avvicinarono inevitabilmente senza perdersi in troppi sguardi e parole. Non avevano nulla da dirsi, la loro natura doveva farlo e basta. Loki sciolse la tensione; delicatamente spinse le sue labbra su quelle della giovane. Fu un bacio intenso, passionale, un bacio che racchiudeva l'attrazione di due amanti finalmente ricongiunti. Le labbra sottili del dio del caos massaggiarono quelle carnose dell'umana, ricordandosi ogni angolo di bocca, Asgard e Midgard erano uniti da due sapori. Lei toccò piano i capelli di Loki, mentre il dio le sfiorò gli zigomi con le sue gelide mani; era come se il tempo si fosse fermato. Si abbandonarono lentamente, guardandosi negli occhi, ancora con le labbra spalancate. Nessuno dei due riuscì a credere a quello che fosse accaduto.
Continuarono a guardasi negli occhi, poi Loki sorridendo disse a bassa voce «Ho sognato questo momento da quando ti ho lasciata.»
Frida sorrise a quelle parole e sussurrò a sua volta «Anch'io.»

Loki aveva sempre avuto diverse difficoltà nell'avere intorno fanciulle alla portata di Thor. Essere esile e cupo, quasi un mingherlino malaticcio, sommato al fatto di avere come fratello il perfetto dio del tuono e l'affascinante Balder, equivaleva a non aver mai avuto rapporti con delle donne che non fossero prostitute o uomini curiosi, fatta eccezione per la sua prima donna... Con Frida fu' diverso. La prima figura femminile colpita da lui, il malvagio dio del caos dopo tutto quel dolore. Era il secondo bacio che Frida dava proprio a lui, nella stanza dorata, accompagnata dalla luce della tarda mattinata che trapassava le tende, ma non ricordando il suo primo vero e proprio bacio ne fu emozionata indicibilmente dalla verginità spezzata sulle sue labbra in quel momento. Fu un onore e un privilegio per entrambi ricevere quella carne sensibile ancora una volta.

La felicità di quella esuberante midgardiana era immensa, buffa agli occhi del dio delle malefatte, che la vide alzarsi dal letto e dirigersi nella camera da bagno.
Loki era tentato, voleva seguire quella ragazza, ma in un istante il suo carattere spavaldo e superiore fu' seppellito dall'imbarazzo. Per le Norne, che gli stava succedendo? Avrebbe potuto vederla con tutta probabilità nelle sue nudità, come a New York. Ma il pudore e la riservatezza, cose che non gli appartenevano affatto, gli bruciarono i pensieri. Si sentiva completamente fuori di testa.
Si limitò a star seduto ai piedi del letto, a rigirarsi le mani screpolate e ferite, che stavano diventando secche e rosse.
Frida lo raggiunse poco dopo, con un abito morbido verde e i capelli raccolti, ma soprattutto, con un sorriso caldo e gentile in viso.
Loki incrociò il suo sguardo, vedendo che aveva improvvisamente cambiato espressione, adesso dubbiosa e pensierosa.
Intimorito chiese «Cosa c'è?»
«Le tue mani, hanno bisogno di essere medicate!» Rispose lei continuando a scervellarsi.
«Non ne ho di bisogno.» Sorrise sarcasticamente il dio.
«Oh si, certo che ne hai bisogno! Mi servono delle pezze...» Frida incominciò a smistare la camera alla ricerca di qualche garza pulita.
«Nella toletta.» Le suggerì Loki, alzando un sopracciglio.
Frida tornò da lui con una caraffa d'acqua tiepida e delle pezze bianche.
Prese una mano bianca e magra del dio del caos, tamponando le unghie rotte e le nocche escoriate con un pezzo di stoffa bagnato. Durante la notte erano migliorate, ma la secchezza stava consumando le ferite.

Frida - La runa di Loki ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora